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Everest: la montagna più alta è invasa dai rifiuti

Dovrebbe essere uno dei luoghi più incontaminati del nostro pianeta, dove l’impatto umano è nullo: invece la cima dell’Everest (8.848metri) è la discarica di rifiuti a maggior quota. Decine di tonnellate di materiale alpinistico non più utilizzabile (tende, corde spezzate, moschettoni), scatolame ma soprattutto bombole di ossigeno, utilissime per facilitare la salita ma quando esaurite diventano un peso inutile.

Everest: la montagna più alta è invasa dai rifiuti

Altrettanto materiale è abbandonato nei pressi dei vari villaggi e campi base ai piedi della montagna, dove gli alpinisti aspettano anche per settimane le condizioni meteo favorevoli alla salita finale.

Tutto questo materiale viene abbandonato dagli amanti dell’alpinismo che anno dopo anno raggiungono la cima.

Fino a pochi anni le nevi invernali ricoprivano velocemente i rifiuti, ma il cambiamento climatico sta determinando una riduzione dello spessore dei ghiacci e tutto questo materiale sta venendo a giorno.

Recuperare questi rifiuti è un operazione complessa e costosa, sia a causa delle condizioni metereologiche che spesso sono avverse, sia per la presenza di crepacci nei ghiacciai, all’interno dei quali si accumulano i rifiuti.

Il governo Nepalese ha deciso di pagare 1,40 dollari per ogni chilogrammo di rifiuti riportato alla base della montagna dagli alpinisti, in modo da ridurre il materiale che si sta accumulando in quota. Inoltre un gruppo di scherpa, le guide locali, sta organizzando una grande operazione di pulizia dalla durata di due mesi.

Alla fine, tutto ciò che è stato raccolto sarà pubblicamente esposto a Kathmandu, la capitale del Nepal, in modo da mostrare al mondo cosa si nasconde tra le bianche nevi del monte Everest e, soprattutto, di sensibilizzare gli alpinisti sulla corretta gestione dei rifiuti in montagna.

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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