La farina di Kamut è un prodotto americano, considerato benefico e a volte troppo sopravvalutato, ma quali sono le differenze dalla normale farina? Scopriamole insieme.
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Tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta della farina di kamut.
Una farina che sembra essere diventata quasi un qualcosa di mistico da qualche anno a questa parte grazie anche ad una forte strategia di marketing.
Il kamut non è altro che una varietà di normalissimo grano la cui produzione è strettamente controllata da un’azienda Statunitense che lo rende simile ad uno dei nostri prodotti DOP (per funzionamento).
Questo cereale, come il grano, può essere macinato e se ne può fare una farina, la farina di kamut.
La farina si può utilizzare in cucina per la produzione di pane e pasta, oltre che dei dolci.
Le differenze che intercorrono tra il grano normale e il kamut sono davvero poche, e le vedremo nel dettaglio nel paragrafo successivo.
Quello che è importante capire per prima cosa è che il kamut è grano a tutti gli effetti, perché è una pianta del genere Triticum, la stessa dei comuni grano tenero e grano duro.
La specie precisa è Triticum turgidum, e la sua varietà è Khorasan, che prende il nome dalla regione del medio oriente dove è stata coltivata in passato.
In botanica la varietà si chiama cultivar, la varietà sta al grano come la razza sta al cane, insomma esistono alani e barboncini ma sempre cani sono.
L’origine del nome kamut arriva dal fatto che un azienda americana ha brevettato questa varietà e si è, per così dire, inventato un disciplinare che ne limita molto la produzione.
Si può produrre solo in alcune aree del nord America, con un certo tipo di terreno.
Sa sua produzione è sempre da agricoltura biologica (attenzione: biologica secondo le leggi statunitensi, non secondo quelle europee, che sono leggermente diverse).
Solo il grano che segue tutto il disciplinare inventato da lui si può chiamare kamut. Come solo il formaggio che segue il disciplinare X e prodotto nella zona di Parma si può chiamare Parmigiano Reggiano.
Nulla, però, impedisce di coltivare il khorasan in qualsiasi altra parte del mondo.
Infatti viene coltivato molto anche in Italia, con l’unico vincolo che non si può chiamare Kamut.
La Saragolla è il nome che viene dato a grano Khorasan coltivato nel centro Italia, ed è praticamente identica al kamut, ma non si può chiamare così.
Chiaramente, trattandosi di una specie diversa sia dal Triticum aestivum, che dal Triticum durum, che sono i nostri grano tenero e grano duro, ci sono delle differenze con il grano a cui siamo abituati.
Di seguito, i valori dei singoli macronutrienti tra la farina di Triticum aestivum (i primi valori) e quella di Triticum turgidum (i secondi valori).
Da questi valori si possono estrarre una serie di informazioni interessanti.
Nonostante la somiglianza, infatti, risulta chiaro come il kamut abbia dei valori energetici sicuramente superiori rispetto al comune grano.
E non lo vediamo solo prendendo in considerazione le calorie, ma anche il fatto che abbia, ad esempio, meno acqua e meno fibre rispetto al normale grano. I grassi sono invece maggiormanete, differenze lievi, certo, ma comunque presenti.
Tralasciamo per un attimo le proteine, su cui torneremo tra poco con un apposito paragrafo (con la spiegazione delle implicazioni della loro presenza) e passiamo un attimo alla parte relativa alle ceneri, che altro non sono che i sali minerali presenti nel kamut.
Spesso si parla dei benefici di questa farina, in questo senso, e questi derivano principalmente dalla terra in cui viene coltivata:
Insomma, al di là dei presunti benefici di questa farina, con un grammo e mezzo di sali minerali per etto (quindi prendendo uno, due grammi di sali al giorno se ne assume parecchia) le differenze nutrizionali certo non si faranno sentire.
Del resto, se al grano “normale” manca qualcosa rispetto al kamut non dobbiamo preoccuparci: assumeremo quei sali minerali da altre verdure o dalla carne che mangiamo in accompagnamento al pane o alla pasta.
Il dato che lo differenzia dal grano normale è però sicuramente la quantità di proteine: nel momento in cui si utilizza farina di questo tipo si fa sentire, nel bene e nel male.
La quantità maggiore di proteine ha un suo effetto nell’utilizzo della farina nella preparazione di pane e dolci:
A livello di utilizzo i migliori usi della farina di kamut sembrerebbero essere questi:
In Italia abbiamo molti tipi di grano biologico e le aziende agricole sono state costrette a recuperare varietà ormai in disuso: possiamo ricorrere anche a queste farine che hanno caratteristiche simili al Kamut.
Ma costano sicuramente meno, non dovendo affrontare il viaggio trans oceanico e sono italiane.
Ecco un’informazione importante: essendo grano, contiene ilglutine, e questo significa che non è assolutamente una farina adatta ai celiaci.
Ecco alcune offerte direttamente:
Eccovi ora anche altre farine alternative da provare
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