Mamma e bambino

Giochiamo a palla in cortile?

Giocare, ridere, saltare, correre, gridare. In una parola: infanzia, quella che tutti i bimbi (compresi i bimbi di città) dovrebbero avere diritto di vivere liberamente negli spazi destinati al gioco e al divertimento. Eppure non sempre è così e in molti parchi, cortili condominiali e spazi pubblici capita di incappare in ogni sorta di divieto e inibizione, che di fatto limitano le attività ricreative dei più piccoli.

Giochiamo a palla in cortile?

Emblematica, in tal senso, una recente delibera approvata dal comune di Milano che ha dovuto  riconoscere con un’ordinanza ufficiale ‘il diritto al gioco’ nei cortili condominiali. Una decisione che fa sorridere se pensiamo al gioco all’aria aperta come alla più naturale e sana forma di libertà e svago dei ragazzi.

E QUESTA LA SAPEVI? Chi fa meno figli è più green. Ma noi non siamo d’accordo…

Ma quante volte ci siamo trovati davanti a un cartello che recava l’odiosa scritta che risale almeno agli anni ’30: ‘Vietato il giuoco del pallone’?  Beh, come sottolinea il nuovo regolamento della polizia urbana del capoluogo lombardo, alla voce ‘Giochi dei bimbi nei cortili’ (art. 83 bis) quel monito (almeno nei cortili meneghini) da oggi potrà essere cancellato o semplicemente ignorato. E d’ora in avanti i regolamenti condominiali dovranno essere adeguati alle nuove disposizioni (verranno meno anche i divieti di transito e ricovero delle biciclette per i residenti).

Anche l’articolo 24 della Carta dei Diritti Umani afferma che ‘il diritto al gioco e all’attività ludica è un valore da tutelare per le importanti funzioni sociologiche e psicologiche nella crescita e formazione del bambino’. E cosa c’è di meglio che poter esercitare questo diritto all’aria aperto, in spazi verdi e in contesti socialmente stimolanti, invece che tra le mura domestiche, magari davanti all’ennesimo videogame?

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Visto che la vita in città comporta inevitabilmente la compressione degli spazi verdi e quelli idonei al gioco dei bambini, non sarebbe opportuno tutelare quelli rimasti e valorizzarli con attività propositive?

Il valore sociale e culturale del gioco infantile migliora la qualità della vita della comunità: è questo il principio da difendere. Un principio dal valore anche ambientale, visto che permettere ai bimbi di giocare nel parco più vicino significa il più delle volte avvicinarli alla natura e far sì che possano viverla in libertà e spensieratezza, il modo più efficace per istruirli all’amore e al rispetto per l’ambiente. Con buona pace di chi di giochi a palla e schiamazzi ai giardini e nel cortile non vuol proprio sentirne parlare.

E voi che ne pensate?

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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