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Gli eco-musei del Friuli, nati per valorizzare saperi e tradizioni

Alla scoperta delle tradizioni di un territorio poco conosciuto, crocevia di culture e popoli diversi

Con il suo ricco patrimonio naturale, culturale e storico, il Friuli ospita diversi eco-musei che offrono un’esperienza unica di scoperta del territorio. Non si tratta di musei tradizionali, bensì di istituzioni culturali che raccontano e valorizzano la storia, le tradizioni, l’architettura e il paesaggio delle comunità locali, coinvolgendo attivamente il territorio e i suoi abitanti. Gli eco-musei del Friuli Venezia Giulia sono un luogo ideale per conoscere i segreti di un territorio dai caratteri umani, storici e naturali del tutto peculiari. La rete di eco-musei è l’occasione ideale per conoscere pratiche di vita e di lavoro, produzioni locali, saperi tradizionali, ma anche fenomeni di tipo fisico-biologico, legati all’ambiente. Ecco una panoramica dei principali eco-musei del Friuli, insieme a utili informazioni per raggiungerli, cosa visitare e il periodo migliore per farlo.

Gli eco-musei del Friuli, nati per valorizzare saperi e tradizioni

Che cos’è un eco-museo

Una visione inedita di una regione a volte poco conosciuta, appena emersa da un passato duro, segnata dalla tenacità della sua popolazione, ancora lontana dalle mete di massa, per una vacanza invernale o estiva. Il relax si può abbinare ad un tuffo nella vera storia di questi territori, delle loro antiche pratiche quotidiane e di quanta fatica quotidiana comportassero, magari abbinandoci magari il libro di Mauro Corona, Come sasso nella corrente.

Per maggiori informazioni andate anche sul sito: ccm.it/it/16122/Rete-Ecomusei-FVG

Eco-museo delle Acque del Gemonese

Incentrato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale, propone un nuovo modello di gestione del territorio valorizzando i siti naturali, come le sorgenti, i fiumi, i laghi dell’area Gemonese; è situato ai piedi delle Prealpi Giulie, a Gemona e dintorni.

L’ecomuseo si concentra sul rapporto tra l’uomo e l’acqua, elemento fondamentale della vita e del territorio. È possibile visitare antichi mulini, fontane storiche, rogge e aree naturali come il Lago Minisini. Inoltre, il percorso include il centro storico di Gemona, che racconta la resilienza della comunità dopo il terremoto del 1976.

Gemona è raggiungibile in treno dalla linea ferroviaria Udine-Tarvisio o in auto tramite l’autostrada A23 (uscita Gemona-Osoppo).

Il periodo migliore per visitarlo sono la primavera e l’autunno, momenti ideali per fare passeggiate ed escursioni all’aperto, grazie al clima mite. Durante l’estate, si possono organizzare visite guidate e attività per famiglie.

Il sito ufficiale è: turismofvg.it/musei/ecomuseo-delle-acque-del-gemonese

Eco-museo delle Dolomiti friulane Lis Aganis

Acqua, sassi e mestieri sono invece i temi e i percorsi di questa struttura, situata nel territorio del pordenonese, in un contesto montano e rurale in cui la conservazione dell’identità e la salvaguardia del patrimonio locale rappresentano condizioni indispensabili per la crescita del territorio stesso e delle sue comunità.

Particolarmente l’attenzione rivolta all’attività didattica, con laboratori, percorsi di scoperta, giornate di formazione.

Questo eco-museo, che si trova nel territorio di Maniago e di Barcis, nella zona delle Dolomiti Friulane, esplora la cultura e la storia di questa parte di Dolomiti meno conosciuta, ma nominata Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Sono stati creati dei sentieri tematici legati all’artigianato locale (come la lavorazione del ferro a Maniago), ai borghi caratteristici e alle bellezze naturali, come il Lago di Barcis e le Grotte di Pradis.

Si arriva in auto dalla SS13 o con il treno regionale dalla linea Sacile-Gemona. Barcis è a circa 30 minuti di auto da Maniago.

La primavera e l’estate sono perfette per escursioni nella natura e per godere dei paesaggi montani, ma l’autunno regala colori spettacolari nei boschi circostanti

Eco-museo Val Resia

Situato all’interno del Parco naturale delle Prealpi Giulie. Si articola di quattro percorsi che conducono ad altrettanti luoghi significativi del parco naturale per riscoprire natura e paesaggio, tradizione e cultura.

Il museo vuole celebrare la cultura unica della Val Resia, un luogo a lungo isolato, che ha conservato lingua, tradizioni e usanze antichissime. Si possono visitare i borghi tradizionali, scoprire le danze e la musica tipica e percorrere sentieri che attraversano paesaggi mozzafiato del Parco naturale.

Oggi arrivare a Resia è più facile, in auto è collegata ad Udine dalla SS646. E l’estate è il momento ideale per fare escursioni e dedicarsi alle varie attività all’aperto, mentre l’inverno offre un’atmosfera suggestiva per scoprire la cultura locale

Eco-museo I Mistîrs

Si trova a Palauro (Udine) in Carnia, ed espone il rapporto tra popolazione e territorio attraverso il lavoro.

Questo eco-museo si propone di mostrare e nel contempo tutelare gli antichi mestieri, anche quelli finiti nel dimenticatoio. Con le attività didattiche nelle scuole, le raccolte etnografiche e i laboratori, associa alla cultura del ‘sapere’ quella del ‘saper fare’.

Ecomuseo della Val del Lago

Si trova a Bordano, vicino al Lago di Cavazzo. Questo eco-museo si concentra sulla relazione tra uomo e natura, con particolare attenzione al Lago di Cavazzo, il più grande della regione.

Da non perdere il Museo della Farfalla, che ospita specie di farfalle provenienti da tutto il mondo. L’area offre anche itinerari naturalistici e percorsi tematici.

Bordano è raggiungibile in auto tramite la SS13 da Udine o Gemona. La primavera e l’estate sono perfette per esplorare i percorsi naturalistici e visitare la Casa delle Farfalle.

Ecomuseo Territori di Torre

A Torre, un quartiere di Pordenone, è stato creato un nuovo ecomuseo, che vuole raccontare la vita rurale e industriale della zona, con percorsi legati al patrimonio storico e culturale, come le antiche rogge e i mulini.

Si possono visitare anche il Parco del Seminario e le ville storiche della zona. Si consiglia di andarci in autunno e in primavera, per passeggiare e scoprire il patrimonio culturale e naturale della zona.

L’esperienza di viaggio si presenta molto interessante. Per maggiori informazioni si può visitare il sito regione.fvg.it della Regione Friuli Venezia Giulia.

Eco-museo della gente di collina Il Cavalîr

L’eco-museo è situato nelle colline moreniche di Fagagna e vuole valorizzare e tramandare la cultura, le tradizioni e le abitudini di vita della popolazione locale, coinvolgendo la comunità nella conservazione del patrimonio materiale e immateriale.

Fondato nel 2015, è stato riconosciuto come “ecomuseo di interesse regionale dal Friuli Venezia Giulia nel 2017. Il logo, che raffigura un baco da seta (cavalîr in friulano) e foglie di gelso, simboleggia le colline moreniche con tre tonalità di colore.

Consigli per visitare gli eco-musei

La maggior parte degli eco-musei è raggiungibile in auto, ma alcune zone sono servite anche da treni e autobus. Per spostarsi tra i vari siti, è consigliabile noleggiare un’auto o utilizzare mezzi propri per maggiore comodità.

Si consiglia di abbigliarsi con scarpe comode per poter camminare, seguire una guida del territorio e, se si visitano aree naturalistiche, portarsi binocoli per osservare flora e fauna. Non dimenticate una macchina fotografica per catturare i panorami mozzafiato

Perché visitare gli eco-musei del Friuli

Questa rete di eco-musei dispersa sul territorio friulano è una specie di libro aperto sulla storia e la cultura di un territorio ricco di tradizioni e paesaggi unici.

Ogni struttura racconta una storia diversa, fatta di comunità che hanno saputo preservare e valorizzare il proprio patrimonio materiale e immateriale.

Per chi ama la natura, la cultura e la sostenibilità, questa è un’occasione per immergersi nel territorio e nella sua storia in maniera semplice e immediata, ed è adatto a tutta la famiglia.

Foto di copertina dal sito turismofvg.it/musei/ecomuseo-delle-acque-del-gemonese

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Ultimo aggiornamento il 12 Maggio 2025 da Rossella Vignoli

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2 Commenti

  1. Tutto ok ma attenzione al titolo… unico è maschile… Non vuole l’apostrofo! “Un’unico” è sbagliato.
    Saluti e buon lavoro!

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