Spesa biologica

La soia e il km 0

Ritorna la nostra nutrizionista preferita, Roberta Bartocci, e questa volta affronta un tema importante per chi è vegan ma anche per chi è vegetariano, la soia. Ma questa volta la nostra veg coach parla della soia a km zero. Ricordiamo che Roberta risponde alle vostre domande sul forum di TuttoGreen direttamente nella sezione dedicata: Veg Coach: tutto sull’alimentazione vegana.

La soia e il km 0

Vediamo cosa ci scrive: “Avete mai pensato a cosa sarebbe la cucina italiana senza il pomodoro? Pizza, sughi, pasta al forno, pomodori secchi… nulla di tutto questo esisterebbe senza la bacca rossa più famosa, arrivata in Europa dalle Americhe dopo i viaggi di Colombo.

Idem per il mais: il nord-est senza la sua polenta; per non parlare poi dell’amatissimo cioccolato o di tutti i bar d’Italia senza il caffé.

Dobbiamo così tanto in termini di cultura gastronomica alle contaminazioni di cibi che provengono da altri paesi, anche molto lontani, che comprendo poco chi stigmatizza i regimi alimentari vegetariani in cui si fa spesso largo uso di derivati della soia, etichettandoli come qualcosa che proviene dall’Oriente, lontano dalle nostre abitudini e quindi difficilmente praticabile, se non poco appetibile.

Premesso che consumare soia non è necessario e che anche chi ha abbandonato bistecche e derivati animali può farne a meno, è indubbio che gli alimenti a base di questo legume di origine orientale possano rappresentare un valido e rapido secondo piatto e che spesso vegetariani, vegani e non solo, vi facciano ricorso.

ABBIAMO PARLATO DELLA PROPRIETA’ della soia e dei suoi germogli

Oggi tra Veneto ed Emilia Romagna, ad esempio, viene prodotta soia con metodo biologico, scongiurando quindi sia il problema sicurezza alimentare per l’incertezza della provenienza e della modalità di coltivazione, sia del relativo inquinamento prodotto dal trasporto su lunghe distanze.

I piccoli produttori italiani di alimenti proteici vegetali impiegano normalmente della soia completamente ‘made in Italy’ oltre che rigorosamente biologica. Credo che la grandezza gastronomica dell’Italia non risieda solo nelle sue materie prime di origine, bensì nei sapori che possiamo sapientemente proporre in un pezzo di tofu così come in un bel piatto di spaghetti.

A proposito di ricette insolite, vi propongo una ricetta con prodotti inusuali: tempeh in umido con salicornia. La salicornia, o asparago di mare, è una pianta che abita i luoghi salmastri ed è ricca di minerali e sali (non va infatti aggiunto sale nelle preprazioni che la prevedono) e che potete trovare (o ordinare) al reparto pescheria oppure, se avete la possibilità, raccogliere da voi.

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Per il suo contenuto di iodio, ben si accompagna a derivati della soia che, specie se consumati in elevate quantità e in chi ha problemi di funzionalità tiroidea, possono inficiare l’assorbimento di questo importante minerale.

Tagliate un panetto di tempeh a fette sottili di ½ cm e poi a striscioline; fate dorare uno spicchio di aglio in padella con 3 cucchiai di olio extra vergine; togliete l’aglio e fate dorare anche le striscioline di tempeh. Una volta pronte, aggiungete qualche pomodorino tagliato a metà e dopo qualche minuto la salicornia. Saltate ancora per qualche minuto e poi servite, eventualmente aggiungendo del peperoncino in polvere.

In alternativa al tempeh, è buono anche con fagioli borlotti o cannellini e rappresenta un ottimo piatto unico. Buon appetito!”

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Roberta Bartocci

Laureata in biologia, è una nutrizionista di lunga data attiva sul suo sito vegcoach.it, esperta di cucina vegetariana ma soprattutto vegana e di cucina naturale.

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