Green line perché la pubblicità non sia ingannevole
Già in precedenza avevamo affrontato il discorso di come il settore del marketing stia adeguando i suoi parametri per sponsorizzare prodotti green. Oggi essere eco-sostenibili è quasi una moda e come accade ogni volta che un fenomeno diventa di massa, c’è sempre qualcuno che ne approfitta per seguire l’onda del guadagno.
Dagli Stati Uniti arrivano pertanto le nuove Green Guide, delle linee guida redatte dalla Federal Trade Commission per evitare che la pubblicità presenti prodotti ingannevoli, facendo credere che ad un basso impatto ambientale quando in realtà non lo è!
GUARDA QUESTA PUBBLICITA’: A Dublino chi non rispetta la raccolta differenziata viene placcato
Le linee guida saranno utili anche per i consumatori che potranno essere ben informati durante la loro scelta d’acquisto sulle reali caratteristiche di merci che si autodichiarano come sostenibili.
Cosa si nasconde dietro la dicitura “amico dell’ambiente”, “rispetta la natura”, “naturale”? Se il prodotto in questione non rispetta tutti i canoni previsti durante il suo intero ciclo di vita, non ha senso parlare di merce a basso impatto ambientale, si sta solo volutamente ingannando il consumatore.
VAI A: Quanto costa un taxi elettrico? Una pubblicità ce lo dice
Alcune aziende italiana si stanno adeguando a queste linee guda per migliorare la qualità dei loro prodotti. Barilla rispetta i parametri già dal 2000, ed a seguire troviamo anche Granarolo, Unilever e Nestlé, per citarne solo alcune.
Aguzziamo l’astuzia quando entriamo in un supermercato e non facciamoci abbagliare dalle stampe pubblicitarie sugli involucri! Il greenwashing va combattuto soprattutto da noi consumatori!
LEGGI ANCHE:
- Norman il gatto green, come cambia la pubblicità
- Pubblicità come land art: ci prova l’agenzia inglese Curb
- Green spot: anche la comunicazione cambia