L’ora legale, puntuale ogni anno, torna in primavera, e ci costringe a spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi. Per una più facile gestione scatta nella notte tra sabato e domenica dell’ultimo weekend di marzo.
L’idea di fondo è che spostando in avanti l’orario si possa godere di una maggior luce naturale la sera ed in teoria consentire un risparmio energetico, grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. Per questo sei mesi dopo si torna all’orario ‘naturale’ ovvero all’ora solare, spostando le lancette dell’orologio indietro.
In realtà l’ora legale non aumenta le ore di luce ma induce un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono vengono ‘sprecate’ per via delle nostre abitudini quotidiane.
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In Italia e in tutta Europa, ogni anno l’anticipo di un’ora avviene nel corso dell’ultimo weekend del mese di marzo, durante la notte.
Per convenzione si basa sui differenti fusi orari ed avviene sempre dopo la mezzanotte, per non coinvolgere troppe attività, soprattutto i trasporti, che uno spostamento diurno andrebbe a sconvolgere.
In particolare si fissa l’1 di notte del fuso orario di Greenwich per spostare le lancette indietro di un’ora, e si prosegue con il nuovo orario. In pratica si dorme un’ora di meno.
Quindi:
Un po’ di storia prima di passare ai problemi e ai benefici presunti di questo cambio d’ora, per inquadrare meglio i motivi che hanno portato alla sua adozione da parte di moltissimi paesi occidentali.
Nel passato, quando l’attività principale della maggioranza della popolazione era agricola, i ritmi lavorativi e quotidiani erano scanditi dall’ora astronomica, e dunque si seguivano le stagioni con un progressivo anticipo nei mesi primaverili ed estivi per poi lentamente ritardare tra l’autunno e l’inverno.
Erano le ore di luce naturale a fissare appuntamenti, lavoro e vita quotidiana, e non l’orologio. Lo spostamento del bioritmo legato all’avvicendarsi delle stagioni è mimato dall’avvento dell’ora legale, ma per motivi differenti.
Fu per primo Benjamin Franklin a lanciare l’idea d’introdurre uno spostamento orario artificiale per risparmiare sulla spesa in candele imponendo un nuovo orario alla popolazione in maniera coercitiva. Non ebbe successo perché gli orologi non erano diffusi e non si era ancora arrivati alla società industrializzata, che sentiva più forte l’ipotesi del risparmio energetico, avendo estremo bisogno di energia, rispetto al mondo agricolo.
Fu però l’inglese William Willett a riproporla e solo per le mutate caratteristiche della società, e per far fronte ai danni della Prima guerra mondiale, nel 1916 fu approvata la British Summer Time, obbligando ad avanzare di un’ora in estate. Il Regno Unito fu subito imitato da altri Paesi, perché la guerra imponeva di risparmiare energia.
Ma questo cambiamento semestrale della lancetta porta veramente a un risparmio?
Al di là delle posizioni contrapposte e dei dati scientifici raccolti dagli esperti, l’alternanza dell’ora legale a quella solare ha degli effetti negativi, oggettivi e inconfutabili, sulla vita umana.
Il più evidente è quello sulla vita rurale, vale a dire sull’attività lavorativa di tutti coloro che lavorano in ambienti naturali dove l’applicazione forzata di un orario diverso da quello ‘astronomico’ comporta effettivamente delle difficoltà pratiche non indifferenti.
A risentirne anche l’organizzazione pratica delle attività quotidiane, che devono essere riprogrammate con tutte le difficoltà del caso.
Ci sarebbe poi un problema sanitario determinato da tutti i disturbi psico-fisici derivanti dalla perdita di sonno, dalla variazione delle abitudini alimentari e dalla relativa ‘asincronia’ che si crea tra i ritmi biologici dell’organismo
Il cervello dell’uomo non ha la necessità di attuare cambiamenti per via di una variazione astronomica che non c’è, ma si deve adattare alla realtà circostante.
Sul fronte dei numeri ecco che Terna, operatore italiano di reti per la trasmissione dell’energia, stima che nei prossimi mesi dall’entrata in vigore dell’ora legale, si risparmieranno 410 milioni di kWh. In termini di costi il risparmio relativo all’ora legale, per il 2023 sarebbe pari a oltre 200 milioni di euro. Il calcolo si basa sul costo medio di 0,53 euro al kWh di 150 mila famiglie.
Sempre per Terna, il risparmio di energia elettrica per l’ora legale dal 2004 al 2022 è stato di 10,9 miliardi di kWh, con un risparmio di 2 miliardi di euro.
Nei mesi estivi si registra poi una maggiore richiesta di energia elettrica dovuta all’utilizzo dei condizionatori d’aria ed è quindi indipendente dall’ora legale, poiché legata esclusivamente a fattori climatici e di temperatura e non al maggior numero di ore di luce naturale.
Insomma, come per tutto ciò che riguarda scienza e natura, ci sono tesi contrapposte. E a noi non resta che spostare la lancetta avanti o indietro come ci viene imposto. Volenti o nolenti.
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