Ambiente

Equinozio d’autunno, cosa succede nel cielo

L’equinozio d’autunno determina l’inizio dell’autunno astronomico: proviamo a capire cosa accade quando arriva, quali sono i lavori da fare nell’orto, in che modo questo evento veniva festeggiato sin dall’antichità e come invece viene celebrato al giorno d’oggi.

Equinozio d’autunno, cosa succede nel cielo

Cosa significa equinozio d’autunno

A metà settembre arriva la stagione autunnale. Ma in effetti, oltre al cambio di stagione negli armadi, all’apertura delle scuole e al rimpianto delle passate vacanze, cosa è successo veramente?

Proviamo allora a scoprire cosa significa a livello astronomico l’equinozio d’ autunno.

Sappiamo che l’asse terrestre è inclinato rispetto al Sole e proprio questo va a determinare il fenomeno delle quattro stagioni. I momenti in cui si verifica il passaggio da una stagione all’altra, sono chiamati:

Durante l’equinozio d’autunno, la Terra raggiunge quel punto dell’orbita in cui il Sole si trova a picco sull’Equatore. Parliamo del cosiddetto Punto Omega o Punto della Bilancia.

Quindi si trova sull’orizzonte sia al Polo Nord che al Polo Sud. Ciò vuol dire che qui la superficie terrestre è illuminata in ogni punto allo stesso modo.

Il termine equinozio deriva dal latino aequa-nox e significa difatti “notte uguale al giorno”, in termini di durata. Idealmente la notte dovrebbe essere di 12 ore, proprio come il giorno.

Quando inizia l’equinozio d’autunno

L’equinozio d’autunno cade a settembre, ma non sempre lo stesso giorno. Difatti oscilla tra il 22 e il 23, cambiando di continuo. Per fare un breve esempio, nel 2015 è avvenuto il 23 settembre, nel 2016 e 2017 è caduto il 22 settembre, mentre per il 2018 è previsto per il 23 settembre.

La domanda sorge a questo punto spontanea: perchè l’equinozio d’autunno non coincide con la data del 21 settembre? D’altronde così ci hanno sempre insegnato a casa e a scuola.

Gli studi sugli astri riferiscono che non è sempre così! Il motivo va infatti rintracciato nel diverso calendario che gli uomini hanno adottato rispetto a quello naturale della Terra (calendario siderale).

Il nostro Pianeta infatti percorre la sua orbita attorno al Sole in 365 giorni e “spiccioli”, per la precisione 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.

Il periodo di rivoluzione della Terra risulta dunque più lungo del calendario gregoriano, introdotto nel 1582 da Papa Gregorio XIII. Quest’ultimo difatti ha un quarto di giorno in meno, una mancata coincidenza che l’uomo da secoli corregge con l’introduzione degli anni bisestili.

Proprio per questo motivo ogni anno l’equinozio ritarda di 6 ore, falla che viene recuperata poi ogni 4 anni appunto con l’anno bisestile. In questo modo si riavvia la sincronizzazione tra i due calendari.

Per i più precisini di voi, sappiate che in realtà il quadro è un poco più complesso, perchè anche il periodo di rivoluzione della Terra varia in continuazione.

Sono tanti i fattori che incidono. La perturbazione creata nella rotazione della Terra attorno al Sole deriva dal moto degli altri pianeti e dalla precessione degli equinozi. In parole povere significa che la Terra cambia in modo lento, ma continuo, l’orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla “sfera ideale” delle stelle fisse.

Cosa succede nell’equinozio d’autunno

Ma torniamo al giorno di equinozio d’autunno. Nell’occasione si verificano alcuni avvenimenti astronomici, tra cui – cosa che ha il suo apice ai poli terrestri – la trasformazione del giorno in una lunga notte.

Al Polo Nord infatti il Sole passa da un giorno lungo 6 mesi ad una notte lunga 6 mesi, mentre al Polo Sud al contrario la notte lunga 6 mesi diventa un giorno lungo 6 mesi.

Un’altra particolarità: gli emisferi settentrionale e meridionale in genere non ricevono la stessa quantità di luce solare, tranne che durante gli equinozi. Periodi in cui si possono osservare anche interessanti fenomeni di eclissi.

Autunno e lavori dell’orto

Una volta compresi dunque i raffinati meccanismi astrali dell’equinozio autunnale, andiamo a vedere cosa accade in natura.

In agricoltura questo periodo sancisce la fine del raccolto nei campi e la festa del secondo raccolto.

In natura tutto inizia a cambiare lentamente. Gli animali provvedono a fare provviste e il bestiame si prepara a rientrare nelle stalle. Quei pastori che ancora praticano la transumanza tornano nelle loro zone d’origine.

Ora parte la caccia degli animali predatori e molte specie migratorie avviano il loro lungo viaggio verso Sud, alla ricerca di un clima più caldo.

Le giornate iniziano ad accorciarsi lentamente, mentre le temperature gradualmente si abbassano. Tutto si tinge di giallo, rosso e arancione, creando scenari davvero unici.

Non è un caso che il foliage autunnale attiri ogni anno migliaia di turisti pronti ad immortalare distese di boschi aranciati. Un panorama davvero incredibile!

In realtà, badando bene, la parola autunno deriva dal participio passato del verbo “augere”, che in latino significa “aumentare”.

Dunque, accanto all’ingiallimento delle foglie e al termine del ciclo produttivo e riproduttivo, ecco che si affianca l’abbondanza della vendemmia e della raccolta delle olive.

Del resto, se pensavate che con l’avvento dell’autunno i lavori dell’orto e del giardino fossero giunti al termine, vi sbagliavate di grosso.

Stando al lunario agricolo di settembre, sono tante difatti le operazioni di cui occuparsi. Iniziamo a vederne alcune.

Potatura

L’autunno è tempo di potature per tutte quelle piante che ci hanno regalato una bella fioritura dalla primavera all’estate.

In questo modo, sfruttando la fase del riposo vegetativo, si potranno eliminare rami in eccedenza e ridare ordine e armonia agli alberi.

Bisogna potare:

Raccolta di frutti e semi

In questa fase si possono raccogliere ancora gli ultimi frutti della bella stagione, a partire dalle piante officinali. L’angelica e il tarassaco sono ad esempio radici buone per la preparazione di calde tisane da sorseggiare con i primi freddi.

È tempo anche di mele e pere. Più in là saranno pronti i tipici ortaggi autunnali, prima fra tutti la zucca.

Allo stesso tempo, bisogna fare tesoro dei semi degli ultimi frutti, di modo da riporli in sicurezza e poter procedere con la semina successivamente.

Compost

Con l’equinozio d’autunno possiamo recuperare il compost preparato a primavera. Un altro modo per dare una lettura simbolica all’evoluzione del tempo e della natura: come generare nuova vita da qualcosa che in origine era stato messo da parte e abbandonato.

Semina

Chi l’ha detto che in autunno non si possa seminare nulla? Via libera a basilico, prezzemolo, crescione e rucola in luna crescente.

Con la luna calante si possono seminare invece valeriana, radicchio, barbabietola da zucchero, spinaci, bieta e rape.

Equinozio d’autunno e riti magici dell’antichità

Sin dall’antichità questo momento astronomico è stato associato a numerosi festeggiamenti e riti magici, che aiutavano così a scandire il tempo. Iniziamo dunque questo viaggio nella storia per scoprire miti e leggende davvero inaspettati.

Greci e Romani

I Greci e gli antichi Romani erano soliti festeggiare rispettivamente con le Lampadoforie e i Vulcanali. Si trattava di corse che venivano fatte portando in mano delle lampade accese, in onore delle divinità del fuoco. Un modo per propiziarsi calore e luce anche durante i mesi bui e più freddi.

Successivamente questi riti vennero sostituiti con quelli dedicati al dio Mithra. Il fuoco era sempre presente: due persone venivano scelte per portare l’uno una fiaccola alta (in onore dell’equinozio primaverile), l’altro la fiaccola bassa (simbolo dell’equinozio d’autunno).

Questi eventi venivano celebrati appositamente in luoghi bui, come le grotte, rendendo il tutto ancora più suggestivo. Accanto ad un altare veniva poi collocato un albero colmo di frutti, per ricordare quanto la natura avesse già offerto.

Mitologia classica

All’autunno viene associato anche il mito della dea Persefone, la figlia di Demetra che si avvia verso gli Inferi, per tornare dal suo amato Ade.

Dal dolore di Demetra, ecco che il buio e il freddo invadono la terra, simboleggiando la trasformazione della natura.

Equinozio d’autunno per i celti

I druidi, gli antichi sacerdoti celtici, chiamavano questa festa con il nome di Mabon, il dio dei raccolti e della vegetazione. Si era soliti radunarsi nel bosco e bere birra, mangiando insieme del pane fatto in casa.

Il primo morso e il primo sorso venivano offerti in dono a Madre Terra. L’Equinozio d’autunno era una seconda festa dedicata al raccolto e prendeva il nome di Alban Elfed (Luce d’Autunno) o Alban Elued (Luce dell’acqua).

Dietro c’era una simbologia molto forte: il Sole scende nell’acqua (intesa come oceano cosmico), fino a raggiungere gli angoli più bui. Proprio come accade quando ci si avvia verso le giornate d’inverno. A questa discesa del Sole, si contrapponeva invece il potere delle divinità lunari.

Religione Cristiana

Con l’avvento del Cristianesimo, ecco che le divinità pagane lasciarono il posto a San Michele Arcangelo, il capo di tutti gli angeli che sconfisse Lucifero con la sua luce.

A questo santo veniva riconosciuto il potere di dividere il bene dal male, proprio come in natura i frutti cadono dai rami e nuovi semi vengono preparati per la primavera successiva.

San Michele Arcangelo viene celebrato ancora oggi il 29 settembre. In origine era una festa tipica del mondo rurale, presente soprattutto nel Sud Italia.

Come festeggiare l’equinozio d’autunno

In realtà l’equinozio d’autunno viene festeggiato in tutto il mondo, assumendo di volta in volta un significato diverso.

Iran

Per il calendario iraniano questo evento viene fatto coincidere con il primo giorno del Mehr. La festa viene chiamata Jashne Mihragan ed è un modo per celebrare la condivisione dell’amore.

In Iran e Afghanistan si indossano abiti nuovi e si prega di fronte ad uno specchio. La tavola viene imbandita di dolci, fiori e frutta e ad ora di pranzo partono i festeggiamenti.

Giorno del Ringraziamento

Sia in Canada che negli Stati Uniti, la festa pagana dedicata al raccolto è stata sostituita dal Giorno del Ringraziamento. Traslata molto più in là nelle settimane rispetto all’equinozio, è comunque un evento che segna il passaggio dalla bella stagione alla fase del riposo.

Regno Unito

Nel Regno Unito la domenica di luna piena vicina all’equinozio d’autunno segna l’avvio del festival del raccolto. Il simbolo tipico di questi festeggiamenti sono delle bambole di granoturco.

Oriente

Anche tutto il mondo orientale è sentitamente coinvolto in questo periodo dell’anno. In Giappone si celebra la festa Otsukimi, un’occasione in cui si è soliti recarsi al cimitero in famiglia. La casa viene addobbata con l’erba elefantina.

Si preparano anche 12 gnocchi di riso, gli Tsukimi, che vengono utilizzati per realizzare una sorta di piramide da esporre vicino alla finestra. Con il calare della notte, si fa in modo che la luna li illumini, in segno di offerta.

Simile è la festa celebrata in Corea del Sud, detta Chuseok. Al mattino ci si reca sempre al cimitero, poi nel resto della giornata si preparano cibi tipici, come la torta di riso Songpyeon e i vini Sindoju e Dongdongju, sempre fatti con il riso.

Anche la Cina non è da meno con la sua Festa della Luna, celebrata per la prima volta nel II secolo a.C.. Inizialmente potevano parteciparvi solo i nobili, oggi è una festa popolare.

Si mangiano 13 dolci della Luna di forma circolare (le mooncake). Ognuno di essi fa riferimento ad un mese lunare. Si abbelliscono anche le case con le lanterne, si accende l’incenso e alle donne spetta il compito di omaggiare questo simbolo tutto femminile.

Anche in Vietnam si mangiano le torte di Luna, ma a forma quadrata, ballando la Danza del Leone per strada. A Taiwan invece ci si riunisce per gustose grigliate.

Infine nell’Onam, precisamente a Malaysia, per dieci giorni si danza e si onora la dea Vamana, a cui sono dedicati sofisticati tappeti di fiori. Viene organizzata anche una lunga parata con tutti i simboli della cultura locale, a bordo di oltre di 50 barche.

In Italia

E l’Italia come si prepara a festeggiare questo cambio di stagione? Oggi la maggior parte degli eventi sono per lo più a stampo eno-gastronomico, un modo per esaltare il cibo della terra in maniera conviviale.

Ad esempio nel Nord Italia sono tante le feste di fine settembre associate al “primo vino“, come in Trentino Alto Adige e in Piemonte. In Valle d’Aosta si celebra il miele, mentre in Puglia non poteva mancare l’elogio dell’olio, punta di diamante regionale.

 

Articoli correlati

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Pulsante per tornare all'inizio