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Equinozio di autunno: cosa succede nel cielo e come si festeggia nel mondo

Un evento astronomico in cui la notte e il giorno si equivalgono

Proviamo a scoprire cosa significa a livello astronomico l’equinozio di autunno e quali conseguenze ha sulla vita della Terra e quali cambiamenti determina in natura. Diamo uno sguardo anche a come si celebra nel mondo questo importante evento astronomico, simbolo di rinascita.

Equinozio di autunno: cosa succede nel cielo e come si festeggia nel mondo

Cos’è l’equinozio d’autunno

Si tratta di un evento astronomico in cui il giorno e la notte hanno uguale durata. Segna il passaggio tra le stagioni estiva e autunnale ed è celebrato in tutto il mondo come evento di rinascita.

A livello astronomico è il momento in cui il Sole attraversa il piano dell’Equatore, illuminando in modo uguale entrambi gli emisferi della Terra.

Si tratta infatti del momento di passaggio della Terra in punto della sua orbita ellittica che risulta più vicino al Sole, e in cui l’asse terrestre non è inclinato (verso o lontano dal Sole) come di solito e di conseguenza, il Sole rimane a picco sull’equatore, fornendo a ciascun emisfero quasi la stessa quantità di luce solare.

Durante l’anno si verificano due eventi di questo tipo: equinozio di primavera e d’autunno. Quando si verifica quello d’autunno, nell’emisfero interessato (nell’emisfero nord accade a settembre e nell’emisfero sud a marzo) la Terra è parallela al Sole.

Da qui, inizia la fase di inclinazione dei due emisferi. Questo si traduce in:

  • una inclinazione lontana dal sole da parte dell’emisfero boreale, che comporta nel progredire della stagione un sempre minor numero di ore di luce. L’emisfero continuerà a inclinarsi fino a raggiungere il punto più lontano dal Sole al solstizio d’inverno, che è il giorno più corto dell’anno. Al Polo Nord è l’ultimo giorno del Sole di Mezzanotte.
  • una inclinazione verso il Sole dell’emisfero australe, che significa durante la stagione autunnale un sempre maggior numero di ore di luce. Il Sole sorge prima e tramonta dopo. L’emisfero continuerà a inclinarsi fino a raggiungere il punto più vicino al Sole al solstizio d’estate, che è il giorno più lungo dell’anno. Al Polo Sud termina la lunga notte australe.

Equinozio di autunno

Cosa succede nel cielo nell’equinozio di autunno

Sappiamo che l’asse terrestre è inclinato rispetto al Sole e proprio questo va a determinare il fenomeno delle quattro stagioni.

In generale, i giorno dell’equinozio, sia esso di primavera che d’autunno, il Sole si trova proprio sull’equatore celeste, con i raggi perpendicolari all’equatore della Terra. Ciò significa che il Sole è presente sopra l’orizzonte in entrambi gli emisferi, e per dodici ore precise. Ed in più sorge a Est e tramonta a Ovest precisi.

Per questo è indicato con il termine latino aequa-nox che significa ‘notte uguale al giorno’, in termini di durata. Idealmente la notte dovrebbe essere di 12 ore, proprio come il giorno.

Dunque, durante l’equinozio d’autunno la Terra raggiunge quel punto dell’orbita in cui il Sole si trova a picco sull’Equatore, parliamo del cosiddetto Punto Omega o Punto della Bilancia. E quindi, si trova sull’orizzonte sia al Polo Nord che al Polo Sud. Questo significa che la superficie terrestre è illuminata in ogni punto allo stesso modo.

Quando inizia l’equinozio d’autunno

Sebbene il calendario gregoriano fissi il 21 settembre come primo giorno d’autunno, in realtà, a livello astronomico, il secondo equinozio dell’anno, quello che porta l’emisfero settentrionale nella stagione autunnale, si verifica il 23 settembre.

Secondo l’Istituto francese di meccanica celeste e astrodinamica di Parigi, le date e gli orari degli equinozi dal 2023 al 2025 saranno:

  • nel 2023, avrà luogo il 23 settembre alle 8.49 (6.49 GMT).
  • nel 2024, avrà luogo il 23 settembre alle 14:43 (12:43 GMT).
  • nel 2025, avrà luogo il 22 settembre alle 20:19 (18:19 GMT).

La domanda sorge a questo punto spontanea: perchè l’equinozio astronomico d’autunno non coincide con la data gregoriana del 21 settembre che ci hanno sempre insegnato a casa e a scuola?

Gli studi sugli astri stabiliscono che il motivo debba esser rintracciato nel diverso calendario che gli uomini hanno adottato rispetto a quello naturale della Terra, il calendario siderale.

Il nostro Pianeta infatti percorre la sua orbita attorno al Sole in 365 giorni e “spiccioli”, per la precisione 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.

Il periodo di rivoluzione della Terra risulta dunque più lungo del calendario gregoriano, introdotto nel 1582 da Papa Gregorio XIII. Quest’ultimo difatti ha un quarto di giorno in meno, una mancata coincidenza che l’uomo da secoli corregge con l’introduzione degli anni bisestili.

Proprio per questo motivo ogni anno l’equinozio ritarda di 6 ore, e l’anno bisestile riavvia la sincronizzazione tra i due calendari.

Per i più precisini di voi, sappiate che in realtà il quadro è un poco più complesso, perchè anche il periodo di rivoluzione della Terra varia in continuazione.

Sono tanti i fattori che incidono. La perturbazione creata nella rotazione della Terra attorno al Sole deriva dal moto degli altri pianeti e dalla precessione degli equinozi. In parole povere significa che la Terra cambia in modo lento, ma continuo, l’orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla “sfera ideale” delle stelle fisse.

In definitiva, le stagioni hanno una data coincidente con i 2 equinozi e i 2 solstizi, mentre dal punto di vista meteorologico e climatologico, per convenzione partono sempre il primo giorno del mese, dunque per il meteo il 1° settembre siamo entrati in autunno.

Equinozio d’autunno e rivoluzione francese

Un calendario repubblicano fu introdotto dai rivoluzionari francesi nell’ottobre 1793 e fu utilizzato fino al 1805. Aveva fissato proprio in concomitanza con l’equinozio d’autunno il primo giorno dell’anno, data dell’istituzione della Repubblica, il 22 settembre 1792.

Venne perciò indicato come il 1° anno vendemmiale I, all’indomani dell’abolizione della monarchia. Ma fu abolito da Napoleone I quando salì al potere, ritornando al calendario gregoriano.

L’equinozio d’autunno ed i riti magici dell’antichità

Sin dall’antichità questo momento astronomico è stato associato a numerosi festeggiamenti e riti magici, che aiutavano così a scandire il tempo. Iniziamo dunque questo viaggio nella storia per scoprire miti e leggende davvero inaspettati.

equinozio di autunno

L’equinozio d’autunno per i Greci e Romani

I Greci e gli antichi Romani erano soliti festeggiare rispettivamente con le Lampadoforie e i Vulcanali. Si trattava di corse che venivano fatte portando in mano delle lampade accese, in onore delle divinità del fuoco. Un modo per propiziarsi calore e luce anche durante i mesi bui e più freddi.

Successivamente questi riti vennero sostituiti con quelli dedicati al dio Mithra. Il fuoco era sempre presente: due persone venivano scelte per portare l’uno una fiaccola alta (in onore dell’equinozio primaverile), l’altro la fiaccola bassa (simbolo dell’equinozio d’autunno).

Questi eventi venivano celebrati appositamente in luoghi bui, come le grotte, rendendo il tutto ancora più suggestivo. Accanto ad un altare veniva poi collocato un albero colmo di frutti, per ricordare quanto la natura avesse già offerto.

L’equinozio d’autunno per mitologia classica

All’autunno viene associato anche il mito della dea Persefone, la figlia di Demetra che si avvia verso gli Inferi, per tornare dal suo amato Ade.

Dal dolore di Demetra, ecco che il buio e il freddo invadono la terra, simboleggiando la trasformazione della natura.

Equinozio d’autunno per i Celti

I druidi, gli antichi sacerdoti celtici, chiamavano questa festa con il nome di Mabon, il dio dei raccolti e della vegetazione. Si era soliti radunarsi nel bosco e bere birra, mangiando insieme del pane fatto in casa.

Il primo morso e il primo sorso venivano offerti in dono a Madre Terra. L’Equinozio d’autunno era una seconda festa dedicata al raccolto e prendeva il nome di Alban Elfed (Luce d’Autunno) o Alban Elued (Luce dell’acqua).

equinozio di autunno

Dietro c’era una simbologia molto forte: il Sole scende nell’acqua (intesa come oceano cosmico), fino a raggiungere gli angoli più bui. Proprio come accade quando ci si avvia verso le giornate d’inverno. A questa discesa del Sole, si contrapponeva invece il potere delle divinità lunari.

L’equinozio d’autunno per la religione cristiana

Con l’avvento del Cristianesimo, ecco che le divinità pagane lasciarono il posto a San Michele Arcangelo, il capo di tutti gli angeli che sconfisse Lucifero con la sua luce.

A questo santo veniva riconosciuto il potere di dividere il bene dal male, proprio come in natura i frutti cadono dai rami e nuovi semi vengono preparati per la primavera successiva.

San Michele Arcangelo viene celebrato ancora oggi il 29 settembre. In origine era una festa tipica del mondo rurale, presente soprattutto nel Sud Italia.

Come si festeggia l’equinozio d’autunno

In realtà l’equinozio d’autunno viene festeggiato in tutto il mondo, assumendo di volta in volta un significato diverso.

  • Iran. Per il calendario iraniano questo evento viene fatto coincidere con il primo giorno del Mehr. La festa viene chiamata Jashne Mihragan ed è un modo per celebrare la condivisione dell’amore. In Iran e Afghanistan si indossano abiti nuovi e si prega di fronte ad uno specchio. La tavola viene imbandita di dolci, fiori e frutta e ad ora di pranzo partono i festeggiamenti.
  • Giorno del Ringraziamento. Sia in Canada che negli Stati Uniti, la festa pagana dedicata al raccolto è stata sostituita dal Giorno del Ringraziamento. Traslata molto più in là nelle settimane rispetto all’equinozio, è comunque un evento che segna il passaggio dalla bella stagione alla fase del riposo.
  • Regno Unito. Nel Regno Unito la domenica di luna piena vicina all’equinozio d’autunno segna l’avvio del festival del raccolto. Il simbolo tipico di questi festeggiamenti sono delle bambole di granoturco.
  • Giappone. Si celebra la festa Otsukimi, un’occasione in cui si è soliti recarsi al cimitero in famiglia. La casa viene addobbata con l’erba elefantina. Si preparano anche “12 gnocchi di riso, gli Tsukimi, che vengono utilizzati per realizzare una sorta di piramide da esporre vicino alla finestra. Con il calare della notte, si fa in modo che la luna li illumini, in segno di offerta.
  • Corea del Sud. Viene chiamata Chuseok. Al mattino ci si reca sempre al cimitero, poi nel resto della giornata si preparano cibi tipici, come la torta di riso Songpyeon e i vini Sindoju e Dongdongju, sempre fatti con il riso.
  • Cina. La Festa della Luna, celebrata per la prima volta nel II secolo a.C.. Inizialmente potevano parteciparvi solo i nobili, oggi è una festa popolare. 13 dolci della Luna di forma circolare (le mooncake). Ognuno di essi fa riferimento ad un mese lunare. Si abbelliscono anche le case con le lanterne, si accende l’incenso e alle donne spetta il compito di omaggiare questo simbolo tutto femminile.
  • Vietnam si mangiano le torte di Luna ma a forma quadrata, ballando la Danza del Leone per strada.
  • Taiwan Ci si riunisce per gustose grigliate.
  • Malaysia. Per dieci giorni si danza e si onora la dea Vamana, a cui sono dedicati sofisticati tappeti di fiori. Viene organizzata anche una lunga parata con tutti i simboli della cultura locale, a bordo di oltre di 50 barche.

L’equinozio d’autunno in Italia

E l’Italia come si prepara a festeggiare questo cambio di stagione? Oggi la maggior parte degli eventi sono per lo più a stampo eno-gastronomico, un modo per esaltare il cibo dell’autunno come castagne, zucca e funghi, in maniera conviviale.

Ad esempio nel Nord Italia sono tante le feste di fine settembre associate al ‘primo vino’, come in Trentino Alto Adige e in Piemonte. In Valle d’Aosta si celebra il miele, mentre in Puglia non poteva mancare l’elogio dell’olio, punta di diamante regionale.

 

Ultimo aggiornamento il 20 Ottobre 2023 da Rossella Vignoli

Rossella Vignoli

Fondatrice e responsabile editoriale, è esperta di bioedilizia, design sostenibile e sistemi di efficienza energetica, essendo un architetto e da sempre interessata al tema della sostenibilità. Pratica con passione Hatha yoga, ed ha approfondito vari aspetti dello yoga. Inoltre, è appassionata di medicina dolce e terapie alternative. Dopo la nascita dei figli ha sentito l’esigenza di un sito come tuttogreen.it per dare delle risposte alla domanda “Che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?”. Si occupa anche del sito in francese toutvert.fr, e di designandmore.it, un magazine di stile e design internazionale.

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