Pets e altri animali

Scoiattoli americani e pappagalli sudamericani sono i nuovi abitanti delle città italiane

Sono ormai parte del paesaggio urbano italiano: colorati, simpatici e sorprendenti… ma anche capaci di cambiare delicati equilibri ecologici

Dal Nord al Sud d’Italia, sempre più spesso capita di alzare gli occhi e vedere… chi non ti aspetti. Non solo piccioni e merli, ma pappagalli sudamericani che sfrecciano nel cielo bassi, tra i condomini, e scoiattoli americani che scendono dagli alberi dei parchi cittadini come se fossero sempre stati lì. È il segno più evidente di una trasformazione in corso: la fauna urbana italiana sta diventando più esotica, con effetti affascinanti… ma non sempre semplici da gestire.

Scoiattoli americani e pappagalli sudamericani sono i nuovi abitanti delle città italiane

Da dove arrivano?

  • Scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis). Originario del Nord America, è arrivato in Europa — e dunque in Italia — soprattutto a causa di rilasci accidentali o volontari a partire dagli anni ’60. Nel nostro Paese si è diffuso in alcune aree del Piemonte, della Liguria e dell’Umbria, trovando parchi e boschi urbani molto adatti a lui.
  • Pappagalli sudamericani (Parrocchetto monaco e Parrocchetto dal collare). I primi nuclei sono nati da fughe da allevamenti e da animali domestici scappati. Una volta liberi, si sono trovati benissimo nel clima mite delle città italiane. Oggi stormi stabili sono presenti a Milano, Roma, Bologna, Palermo, Firenze e molte altre città.

Perché riescono a vivere nelle città italiane?

Le città offrono

  • temperature più calde rispetto alle campagne, grazie all’effetto isola di calore
  • assenza di predatori naturali
  • cibo disponibile nei parchi e nelle zone residenziali
  • alberi ornamentali perfetti per nidi e rifugi

Insomma, un piccolo paradiso urbano per chi è abbastanza adattabile.

I possibili vantaggi (sì, ce ne sono)

Nonostante siano specie non autoctone, la loro presenza ha anche alcuni lati curiosi o positivi:

  • portano diversità comportamentale e arricchiscono l’osservazione naturalistica in città
  • attirano l’attenzione su temi come biodiversità, ecosistemi urbani e tutela degli habitat
  • aumentano l’interesse dei cittadini verso la fauna che vive nei parchi, contribuendo a una maggiore consapevolezza ecologica

Alcuni Comuni hanno persino avviato progetti educativi sulla fauna urbana proprio grazie alla loro visibilità.

Ma ci sono anche svantaggi (e sono importanti)

La presenza di specie introdotte, quando non controllata, può creare problemi ecologici seri.

🐿️ Scoiattolo grigio americano

È più robusto e competitivo del nostro scoiattolo rosso (specie autoctona e protetta). Occupa il suo spazio vitale, competendo per cibo e rifugi. Può trasmettere virus innocui per sé ma pericolosi per lo scoiattolo rosso.

Il risultato: dove arriva il grigio, il rosso arretra.

🦜 Pappagalli sudamericani

I Parocchetti colonizzano nidi che prima ospitavano specie locali come storni, passeri, picchi. Sono molto rumorosi e in alcuni casi possono rovinare colture urbane o frutteti peri-urbani. Formano colonie numerose che possono alterare gli equilibri ecologici delle città.

Come sono arrivati davvero nelle nostre città?

Le ipotesi più plausibili sono queste.

1. Fughe da allevamenti e animali domestici scappati

È la causa più comune per i pappagalli. Negli anni ’80–’90 il parrocchetto monaco e quello dal collare erano molto popolari come animali da compagnia.

Alcuni sono fuggiti accidentalmente. Altri sono stati liberati volontariamente quando ci si accorgeva che sono rumorosi, longevi e impegnativi da gestire.

Da pochi esemplari… si è formata una popolazione autosufficiente.

2. Introduzioni volontarie (a volte illegali)

Lo scoiattolo grigio americano, in alcune regioni, è stato rilasciato intenzionalmente per motivi estetici o turistici (tipo: ‘sono più simpatici, più facili da vedere nei parchi’).

In altri casi, si trattava di rilasci non autorizzati per scopi privati. Queste introduzioni hanno dato origine ai primi nuclei riproduttivi.

3. Trasporto involontario con merci e container

Per alcune specie aviarie e per piccoli roditori è possibile l’arrivo dentro container navali, nei carichi di mangimi, frutta, legna, oppure in corrispondenza di porti e aeroporti

È un fenomeno noto in molte città europee e non va escluso per alcune colonie osservate vicino a zone industriali o portuali.

4. Clima urbano più mite e survival bonus

Le città italiane, soprattutto le grandi metropoli, creano microclimi favorevoli, cioè inverni più caldi, venti meno intensi e disponibilità di alberi sempreverdi per nidi e riparo.

Per questo gli esemplari fuggiti sopravvivono meglio e riescono a riprodursi con successo.

5. Abbondanza di cibo… anche involontario

Le specie esotiche sono molto opportuniste e sfruttano i semi e frutti ornamentali, ma anche i rifiuti alimentari, il cibo lasciato dai cittadini, e le mangiatoie da balcone.

👉  Il risultato è che trovano risorse costanti tutto l’anno, spesso più abbondanti di quelle disponibili per le specie autoctone.

6. Mancanza di predatori naturali

Scoiattolo grigio e parrocchetti hanno pochi nemici in città, perché ci sono pochissimi rapaci, e scarsa presenza di mustelidi o volpi.

Questo crea un ambiente dove crescono più velocemente delle specie locali, che invece devono fare i conti con predatori e competizione interna.

7. Adattabilità comportamentale imbattibile

Sono specie generaliste, ovvero costruiscono nidi ovunque, mangiano quasi tutto, ed imparano rapidamente ad evitare rischi, abituandosi alla presenza degli umani.

La fauna locale, spesso più legata a nicchie ecologiche specifiche, viene facilmente messa in ombra da questi super-adattati.

🐦🐿️ Come hanno soppiantato le specie italiane: il meccanismo ecologico

Lo scoiattolo grigio americano

  • ruba cibo allo scoiattolo rosso
  • occupa cavità e rifugi prima degli altri
  • ha cucciolate più numerose e frequenti
  • può veicolare un virus innocuo per sé ma letale per il rosso

👉  Risultato: nelle aree colonizzate lo scoiattolo rosso arretra e rischia l’estinzione locale.

I Parrocchetti sudamericani

  • occupano nidi nei palazzi e nei tronchi, impedendo l’accesso a passeri, picchi e storni
  • competono feroce­mente per semi e frutti
  • formano colonie numerose che rendono difficile la riproduzione delle specie locali
  • sono rumorosi e dominanti nello spazio urbano

👉  Risultato: passeri e altre specie tipiche dei centri abitati diminuiscono, in particolare dove gli stormi di parrocchetti sono molto numerosi.

Tabella riassuntiva

Ecco in sintesi questi animali on autoctoni cosa fanno.

Specie Origine Come è arrivata in Italia Perché si adatta bene alle città Impatto sulla fauna locale
Scoiattolo grigio americano Nord America
  • Rilasci volontari o accidentali
  • Diffusione da nuclei introdotti negli anni ’60–’80
  • Possibili trasporti involontari tramite merci
  • Clima urbano più mite
  • Abbondanza di cibo
  • Mancanza di predatori
  • Grande adattabilità (dieta varia, nidi ovunque)
  • Compete con lo scoiattolo rosso
  • Lo scaccia da rifugi e fonti di cibo
  • Può trasmettere virus innocui per sé ma dannosi per il rosso
  • Rischio di estinzione locale dello scoiattolo rosso
Parrocchetto monaco e dal collare America del Sud e Africa (nel caso del dal collare)
  • Fughe da allevamenti
  • Animali domestici liberati
  • Introduzioni accidentali tramite trasporti
  • Riproduzione rapida nelle città
  • Clima mite
  • Alberi ornamentali perfetti per i nidi
  • Cibo costante (semi, frutta, rifiuti urbani
  • Socialità elevata e stormi stabili
  • Compete con passeri, storni, picchi
  • Occupa nidi naturali e artificiali
  • Altera le popolazioni aviari locali
  • Disturbo acustico e impatto su frutteti urbani
Altre specie esotiche urbane Variabile
  • Arrivo tramite trasporti internazionali
  • Introduzioni volontarie
  • Fuga da cattività
  • Elevata plasticità ecologica
  • Assenza di predatori
  • Città come ecosistemi favorevoli
  • Possibile competizione con specie autoctone
  • Alterazioni della biodiversità urbana

🔍 Cosa stanno facendo le città italiane?

Le amministrazioni, insieme agli istituti zoologici e agli enti di tutela della biodiversità, puntano su:

  • monitoraggio delle popolazioni
  • piani di gestione non cruente per limitarne la diffusione
  • campagne informative sui comportamenti corretti (per esempio: non dar loro da mangiare)
  • protezione delle specie autoctone più vulnerabili

L’obiettivo non è “eliminare”, ma trovare un equilibrio sostenibile tra fauna urbana locale e nuovi arrivati.

Un fenomeno che racconta qualcosa di noi

La comparsa di scoiattoli americani e pappagalli sudamericani nelle nostre città è il risultato di un mondo globalizzato dove movimenti di merci, animali e persone favoriscono incontri che, un tempo, erano impossibili.

Ci ricorda anche che gli ecosistemi urbani sono più fragili di quanto sembrino, e che l’introduzione di una sola specie può creare effetti a cascata.

Conclusione

Sono affascinanti, colorati, intelligenti e perfettamente adattati alla vita urbana. Ma la loro presenza è anche un campanello d’allarme: la biodiversità è un equilibrio delicato.

Per conservarlo servono informazione, gestione e un rapporto più responsabile con la natura che vive accanto a noi, anche quando ha un accento americano o un piumaggio tropicale.

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Ultimo aggiornamento il 15 Dicembre 2025 da Rossella Vignoli

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Rossella Vignoli

Fondatrice e responsabile editoriale, è esperta di bioedilizia, design sostenibile e sistemi di efficienza energetica, essendo un architetto e da sempre interessata al tema della sostenibilità. Pratica con passione Hatha yoga, ed ha approfondito vari aspetti dello yoga. Inoltre, è appassionata di medicina dolce e terapie alternative. Dopo la nascita dei figli ha sentito l’esigenza di un sito come tuttogreen.it per dare delle risposte alla domanda “Che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?”. Si occupa anche del sito in francese toutvert.fr, e di designandmore.it, un magazine di stile e design internazionale.

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