Overtourism: impatti, cause e soluzioni per un turismo davvero sostenibile
Un fenomeno che rischia di compromettere l’ambiente, la vita dei residenti e persino l’esperienza dei viaggiatori
Negli ultimi anni il termine overtourism è diventato sempre più familiare. Ma cosa significa davvero? Dietro la magia di città d’arte, spiagge esotiche e mete da cartolina, si nasconde un fenomeno che rischia di compromettere l’ambiente, la vita dei residenti e persino l’esperienza dei viaggiatori stessi. Il turismo di massa, quando non gestito, può trasformarsi da risorsa a problema: code interminabili, ecosistemi fragili messi sotto pressione, quartieri svuotati dai loro abitanti. Capire le origini e gli impatti dell’overtourism è fondamentale per costruire un turismo più equilibrato e sostenibile.

Sommario
Che cos’è l’overtourism
Questo termine indica la sovrappressione turistica che supera la capacità di carico (ambientale, sociale, infrastrutturale) di un luogo. Non è un concetto di ‘troppo turismo’ in senso assoluto, ma di turismo mal distribuito nello spazio e nel tempo, spesso concentrato nei medesimi hotspot e nelle stesse settimane.
Origini del fenomeno
Questa tendenza è legata all’evoluzione del viaggio. Possiamo partire da alcuni fenomeni:
- affermarsi dei voli low-cost con conseguente aumento delle masse di eprsone che si muovono a basso prezzo
- aumento delle piattaforme digitali di viaggio, che permettono di organizzare da se, e comprimono i costi
- visibilità sui social che amplificano la visibilità di alcuni luoghi
- disponibilità di alloggi oltre a quelli tradizionali come alberghi e b&b, che sono cresciuti velocemente, con effetti e ricadute anche sui canoni d’affitto e sulla residenzialità dei luoghi turistici
- stagionalità ristretta, poiché sempre più persone possono o vogliono viaggiare in un lasso di tempo molto limitato e sempre lo stesso, in molti paesi del mondo (Capodanno, Ferragosto), legato alle festività lavorative e a budget più limitati
- flussi turistici concentrati in un luogo e una data specifica, come il turismo delle navi da crociera che fanno sbarcano grandi quantità di persone per poche ore in una sola città.
Inoltre, ci aggiungiamo che è sempre più diffusa l’attenzione a liste di cose da fare e vedere che arriva dal web e dai social, come top-list dei luoghi più interessanti, reel di luoghi esotici o stravaganti, foto e video di cose da fare o vedere assolutamente (i famosi must-see), si convogliano milioni di persone sugli stessi luoghi.
Impatti principali
Le conseguenze di questo fenomeno piuttosto recente sono già però del tutto evidenti:
- Ambiente: rifiuti, stress su acqua/energia, erosione di sentieri e spiagge, impatti su biodiversità
- Società: perdita di identità, disneyficazione, conflitti resident-turisti, stravolgimento della vita quotidiana (everyday life)
- Economici: si sviluppa la sola vocazione turistica a discapito di altre attività, aumento dei prezzi degli affitti per i residenti, chiusura di attività di prossimità per creare attività destinate ai turisti
- Infrastrutturali: congestione dei trasporti, code, degrado dei luoghi e della loro vivibilità
Come contrastarlo
Ci sono delle leve concrete che possono aiutare a limitare il fenomeno del turismo esagerato sui luoghi più attrattivi:
- Gestione dei flussi: imporre una prenotazione obbligatoria nei periodi di transizione tra l’alta e la bassa stagione turistica, i cosiddetti shoulder time, ovvero i mesi o le settimane subito prima e subito dopo l’apice del flusso turistico. Anche impostare per i siti più sensibili delle quote massime di persone che siano variabili, e contingentare i bus turistici.
- Prezzi e contributi di accesso: ticket d’ingresso per i day-tripper, tariffe differenziate per stagioni e orari, city tax vincolate all’erogazione di alcuni servizi ed a forme di tutela della città.
- Diversificazione: promozione di itinerari alternativi, di visite a borghi e quartieri meno noti. Anche promuovere la destagionalizzazione tramite eventi e programmazione culturale autunno-inverno può aiutare.
- Capacità di carico & dati: monitoraggio in tempo reale (app, telemetrie), impostare delle soglie di allarme, fare dei piani a livello comunale con degli indicatori pubblici.
- Regolazione alloggi turistici: imporre un limite agli affitti brevi nelle zone iper-sature, calmierare le licenze e fare controlli.
- Comunità al centro: coinvolgimento dei residenti in queste attività, far emergere che ci sono dei benefici condivisi (a livello di trasporti e mobilità, di verde, e dei servizi) urbani.
- Educazione del visitatore: proporre dei codici di condotta e comunicarle ai turisti in arrivo (dall’aeroporto, dalla stazione), promuovere un turismo lento ed a basso impatto.
Proiezioni per il futuro
Nei prossimi anni assisteremo a una crescita costante dei flussi turistici globali, con picchi sempre più intensi nei periodi di alta stagione.
Per gestire questa pressione, molte città adotteranno politiche più selettive, introducendo sistemi di prenotazione obbligatoria, corridoi pedonali, contributi di accesso e limiti alle grandi navi da crociera.
La tecnologia diventerà uno strumento indispensabile: grazie a sistemi predittivi, notifiche in tempo reale e mappe interattive sarà possibile monitorare e regolare gli afflussi in modo più efficace.
L’obiettivo non sarà più soltanto aumentare il numero di visitatori, ma trasformare il turismo in un’esperienza di qualità, capace di valorizzare il come, il quando e il dove viaggiare, puntando su sostenibilità ed equilibrio.
Flussi turistici: confronto 2018 vs 2024
Sono valori indicativi, ordini di grandezza/“milioni visitatori/arrivi” – le fonti usano metriche diverse: alcuni contano solo pernottamenti, altri includono escursionisti o passeggeri crociera).
Meta | 2018 (stima) | 2024 (stima) | Nota metrica | Tendenza |
---|---|---|---|---|
Venezia | ~25–30 mln visitatori/anno | ~22–26 mln (con ticket day-tripper in test) | Visitatori totali (pernotti + escursionisti) | Leggera ridistribuzione + gestione flussi |
Roma | ~15–17 mln arrivi turistici | ~17–19 mln | Arrivi alberghieri/extra-alberghieri | Ritorno ai livelli pre-2020 e oltre |
Parigi (area metropolitana) | ~33–35 mln pernottamenti | ~36–40 mln (anno Olimpiadi) | Pernottamenti ufficiali | Picco eventi + gestione sicurezza |
Ibiza | ~3,0–3,3 mln arrivi | ~3,2–3,5 mln | Arrivi turistici sull’isola | Stagionalità marcata, pressione estiva |
Mykonos | ~1,8–2,1 mln visitatori | ~2,0–2,3 mln | Visitatori (incluso crocieristi) | Alto carico in alta stagione |
Bangkok | ~22–23 mln visitatori internazionali | ~22–25 mln | Visitatori internazionali pernottanti | Ripresa sostenuta, picchi nei weekend |
Come leggere la tabella: i valori servono a visualizzare gli ordini di grandezza e la direzione del fenomeno. Le città adottano metodologie diverse (solo hotel vs tutte le strutture, inclusione o meno dei day-tripper/crocieristi).
Cosa può fare il viaggiatore
Ci sono alcune cose che un viaggiatore, nel suo piccolo può fare, per limitare questo fenomeno:
- Prenotare orari immediatamente vicini ai picchi e mesi non di punta
- Scegliere quartieri periferici o borghi alternativi
- Restare più a lungo nello stesso luogo
- Muoversi a piedi, in bici, con mezzi pubblici
- Alloggia in strutture regolari e con impegni ambientali concreti
- Rispettare i codici locali: rifiuti, rumore, dress code nei siti sensibili
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Ultimo aggiornamento il 23 Settembre 2025 da Rossella Vignoli
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