La caffeina è una sostanza alcaloide in grado di svolgere un’azione stimolante sopratutto su cuore e cervello. La ricerca scientifica dedicata agli effetti di questo componente divide ancora oggi gli esperti, tra chi ne esalta le proprietà benefiche e chi invece tende a demonizzarne l’assunzione regolare per i suoi effetti collaterali. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
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Il caffè è ritenuto a giusta ragione un alleato naturale per la cura e la prevenzione di moltissime patologie a carico del sistema nervoso e cardiocircolatorio, purché se ne faccia un limitato.
La maggior parte delle sue proprietà benefiche sono ricollegabili all’alta concentrazione di caffeina, un componente stimolante capace di prevenire l’occlusione delle arterie coronariche e di agire in maniera preventiva sull’insorgenza di alcune forme tumorali che colpiscono gola e laringe.
Se da una parte sono svariate le interazioni positive che la caffeina innesca nell’organismo, dall’altra occorre prestare molta attenzione agli effetti collaterali legati ad un’assunzione smodata di questo alcaloide attraverso la dieta.
Per quanto benefico, infatti, è bene ricordare che il consumo di caffè o di altre fonti alimentari di caffeina deve essere moderato e del tutto evitato da chi soffre di ipertensione, insonnia, reflusso gastroesofageo, ulcere e dalle donne in gravidanza.
La caffeina svolge sul nostro organismo un’attività molto utile per la prevenzione di diverse patologie tra cui il Morbo di Parkinson. Parrebbe, infatti, che un consumo regolare di caffè e caffeina sia associato da una riduzione significativa dell’incidenza di questa malattia.
Uno studio condotto ad Honolulu su un campione di 8.000 soggetti, ha evidenziato che il rischio di sviluppare la malattia si riduce notevolmente con l’aumentare del consumo di questa sostanza. L’ipotesi è che la caffeina interagisca positivamente con i recettori dell’adenosina nel cervello.
Gli altri effetti benefici legati ad un’assunzione moderata di caffeina sono così riassumibili:
La caffeina appartiene ala famiglia degli alcaloidi come l’atropina, la nicotina la morfina e altri costituenti chimici molto diffusi in alcune piante. La caffeina estratta dal caffè, in particolare, è un alcaloide purinico come la teofillina (ottenuta dal the) e la tebromina (cacao).
Tutte queste sostanze si dimostrano attive sia negli animali che nell’uomo poiché in grado di innescare numerose reazioni biologiche.
La caffeina non è contenuta soltanto nel caffè ma si trova anche in altre piante ed alimenti come il the, la coca cola, il cioccolato e l’erba mate. Buone concentrazioni di caffeina sono presenti anche in molte bevande energizzanti, nel guaranà e in diversi prodotti farmaceutici di uso comune come gli analgesici, gli antinfluenzali e i cosmetici anti-cellulite.
Non tutti sanno che nelle foglie del the è presente una concentrazione di caffeina quasi doppia rispetto a quella contenuta nei semi del caffè. E’ durante il processo estrattivo che questa concentrazione si abbassa drasticamente e diventa 4 volte inferiore rispetto alla quantità originaria.
La caffeina, infine, viene utilizzata nella preparazione di molti prodotti cosmetici per il trattamento della cellulite e delle adiposità localizzate perché in grado di stimolare il drenaggio nei tessuti e la rimozione dei liquidi in eccesso.
Per questo motivo, a questa sostanza vengono attribuite proprietà anticellulitiche molto interessanti, sopratutto se abbinate ad una corretta alimentazione ed a un esercizio fisico regolare.
A livello topico, l’impiego della caffeina è applicato ai prodotti per il contorno occhi atti a contrastare l’insorgenza di borse e occhiaie.
Per quanto benefici possano essere gli effetti della caffeina sull’organismo, molte sono le controindicazioni e gli effetti collaterali legati alla sua assunzione, specie in dosi eccessive.
La dose giornaliera considerata ‘sicura’ dagli esperti è pari a 300 mg (l’equivalente di 3 tazzine di caffè espresso o 6 tazze di the). Questo limite può essere raggiunto bevendo 10 lattine di coca-cola, 8 tazze di cioccolata calda e 400 grammi di cioccolato extrafondente.
Come anticipato, il consumo di questi alimenti deve essere attentamente valutato in presenza di determinate patologie, in particolare cardiovascolari. Chi soffre di ipertensione e insonnia deve limitare drasticamente, se non eliminare, il consumo di caffeina. Stessa cosa in caso di reflusso gastroesofageo, ulcere e gastriti.
E’ dimostrato, inoltre, che la caffeina riduce l’assorbimento di calcio e ferro. Questo è un aspetto che la rende sconsigliata alle donne in gravidanza e a quelle in menopausa.
Sempre in alte dosi, infine, la caffeina può indurre forte eccitabilità e ansia, che si tramuta in tremori, insonnia ed iperattività. Parallelamente a questi fenomeni, possono verificarsi aritmie, tachicardie e ipertensione. A digiuno, la caffeina genera facilmente bruciori, acidità e reflussi.
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