Col termine cambiamenti climatici si indica un insieme di fenomeni meteorologici che vanno ad impattare sull’ambiente. Si tratta di una serie di impatti irreversibili che modificano per sempre luoghi, ecosistemi e biodiversità, solitamente con una grande perdita di vita, sia di esseri umani che di animali.
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Oggi stiamo vivendo una fase di importanti cambiamenti climatici dovuti ad un innalzamento continuo delle temperature: questo potrà mettere a serio rischio il Pianeta e i suoi abitanti. Per evitare che ciò accada bisogna limitare il riscaldamento globale entro il 2030.
Il mondo politico di tutto il mondo con l’Accordo di Parigi si è messo in gioco per riuscire a limitare i danni, riducendo le emissioni di Co2.
Cerchiamo di capire bene cosa stiamo vivendo, cosa abbiamo vissuto in altre passate ere di cambiamento e dove andremo, identificando i rimedi che dobbiamo mettere in pratica da subito.
In climatologia il termine cambiamento climatico indica le variazioni del clima sulla Terra a livello regionale, continentale, emisferica e globale e storico-temporali. E’ un cambiamento che interessa temperature, precipitazioni, nuvolosità, temperature degli oceani con conseguente modifica nella distribuzione e sviluppo di piante e animali.
La storia insegna che cambiamento così importanti nel clima della Terra si sono già avuti e non a causa all’impatto dell’uomo sulla Natura. La storia climatica della Terra ha in pratica vissuto continue fasi di cambiamento: vengono studiate in paleoclimatologia, la scienza che studia il clima nello scorrere della vita sulla Terra.
I cicli di cambiamento sono stati più o meno lunghi passando attraverso diverse Ere glaciali: l’umanità, a ancor prima dell’umanità, è sempre stata in balia dei mutamenti climatici
Gli studiosi affermano che il nostro pianeta ha vissuto otto, forse nove, episodi glaciali nell’ultimo milione di anni.
Nell’antichità, già le prime civiltà della Mesopotamia hanno dovuto convivere con l’inizio del riscaldamento globale e hanno dovuto superare durissimi cicli di siccità e decenni di pesanti precipitazioni.
Dal 1840 iniziò il moderno periodo caldo: la pratica dell’agricoltura intensiva, il disboscamento, l’aumento dell’inquinamento ha condizionato in modo irreversibile un processo che già era in atto da millenni portandolo ad un punto di non ritorno.
Dopo il 1850 le temperature globali cominciarono lentamente a salire ed ebbero un impennata nel 1900, anche a causa dell’industrializzazione, quando l’utilizzo di combustibili fossili proliferò e i livelli di gas serra continuarono a salire.
A partire dal 1980 la crescita è stata ancora più grande con livelli record di estati calde e inverni miti. il clima è mutato in un prolungato e costante riscaldamento, senza segni di un’inversione di tendenza. Al tempo stesso, eventi climatici estremi come gli uragani forti stanno diventando sempre più frequenti.
Oggi abbiamo raggiunto un punto di non ritorno. Bisogna cambiare le nostre abitudini per salvare il pianeta.
Lo studio dei mutamenti climatici include una serie di materie scientifiche: dalla meterologia alla fisica, alla chimica, la geografia e la biologia. Lo studio è di ambito multidisciplinare.
Quali azioni dell’uomo hanno modificato il clima terrestre? ci sono azioni che lo hanno influenzato la variazione della temperatura in questi ultimi secoli di progresso:
Queste azioni da un lato hanno portato benessere alla popolazione mondiale, dall’altro hanno incrementato notevolmente la quantità di gas serra che naturalmente sono presenti nell’atmosfera, creando il cosiddetto effetto serra.
Ma cosa sono i gas serra e cosa è l’effetto serra?
I gas serra agiscono come il vetro di una serra, catturando in calore emesso dalla Terra dopo la ricezione dell’energia solare impedendogli di ritornare nello spazio. Questi gas sono presenti in natura nella giusta quantità permettono al sole di riscaldare il pianeta senza surriscaldarlo. Aumentare esponenzialmente la quantità di gas serra vuol dire creare un notevole surriscaldamento della crosta terrestre.
L’attività dell’uomo moderno aumenta le concentrazioni di alcuni gas serra, ad esempio
Il riscaldamento terrestre aumenta di circa 0,1°C ogni decennio am è aumentato a 0,16°C per decennio negli ultimi 50 anni. L’obiettivo stabilito nel 2015 alla Cop 21 di Parigi per il contenimento dell’aumento della temperatura terrestre ha come piano di azione il contenimento dei gas serra, iniziando dalla diminuzione di Co2.
I cambiamenti climatici riguardano tutte le regioni del mondo anche se in modi e forme diverse. I cambiamenti delle temperature possono causare una serie di conseguenze a medio e lungo termine.
Le prime conseguenze – che già stiamo vivendo in questi anni – sono:
A queste prime conseguenze seguiranno le più drammatiche per gli esseri viventi:
Le temperature in Europa sono in crescita, con un forte incremento a partire dai primi anni 2000.
In particolare il fenomeno è più evidente nell’Europa del Sud, le regioni che si affacciano sul Mediterraneo. In questa aree si registrano ondate di calore, incendi forestali e siccità sempre più frequenti negli ultimi 20 anni.
Ipotizziamo di non riuscire a interrompere e limitare questo cambiamento climatico in atto sulla Terra.
Possiamo pensare che alcune aree terrestri più di altre verranno coinvolte e subiranno il surriscaldamento globale.
Gli scienziati hanno emanato una lista dei paesi e di come cambieranno:
Non sulla Luna e nemmeno su Marte. Gli studiosi ipotizzano che il cambiamento climatico, come è sempre stato nelle ere passate, modificherà del tutto gli spazi abitabili del pianeta e le aree che oggi sembrano inospitali potrebbero diventare invece accoglienti.
Ad esempio:
Se ci abituiamo a questa idea allora vuol dire che nei prossimi 50 anni la popolazione si sposterà sempre più a nord e le regioni artiche, che oggi ospitano solo 4 milioni di abitanti potrebbe arrivare ad avere una popolazione di 400 milioni di abitanti.
Mentre le regioni divenute desertiche potranno solo essere fonte di energia alternativa, come quella solare.
L’obiettivo stabilito alla Cop 21 di Parigi è di diminuire le emissioni di Co2 entro il 2030 al fine di rimanere nel limite di 2°C l’innalzamento delle temperature.
Se dovessimo fallire una buona parte degli animali che oggi popolano il pianeta saranno destinati all’estinzione: in particolare parliamo delle tante specie animali e vegetali che popolano ecosistemi che vanno tutelati come la Foresta dell’Amazzonia, le isole Galapagos, Madagascar e il bacino del Mediterraneo.
Tuttavia anche se riuscissimo a contenere il riscaldamento globale rimanendo al di sotto del limite di 2°C come definito dall’Accordo sul clima di Parigi, purtroppo il 25% delle specie animali e vegetali oggi presenti in aree chiave per la biodiversità, sono destinate a dissolversi.
Tra le aree a maggiore rischio abbiamo il nostro bel bacino del Mediterraneo. Si tratta di un ecosistema molto fragile, già troppo usato e abusato dall’umanità, che di certo nei prossimi 20 anni perderà altre specie oggi a rischio, nonostante gli sforzi
Tra le specie oggi a rischio a causa del cambiamento climatico vi sono:
L’accordo di Parigi sul clima Cop21 è stato siglato nel 2015 e segna una tappa molto importante per la consapevolezza raggiunta da quasi tutti i leader degli Stati del mondo.
Obiettivo di questo accordo mondiale per la lotta al cambiamento climatico è di limitare il riscaldamento globale a meno di 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
Per raggiungere questo obiettivo bisogna mettere in atto una serie di azioni volte a modificare per sempre il comportamento e le abitudini degli esseri umani.
Noi cosa possiamo fare nel nostro quotidiano?
Vediamo quali sono i cambiamenti nel comportamento che possono salvare il Pianeta:
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