Chi da piccolo non ha ascoltato almeno una storia in cui c’era un lupo cattivo? Eppure questo animale, attorno a cui vivono innumerevoli leggende e storie, teme l’uomo e tende a stare lontano dalle aree abitate. Considerato capostipite degli attuali cani domestici, vanta tra i suoi parenti più stretti il coyote, lo sciacallo, ed il dingo.
Vive in branchi, secondo un’organizzazione sociale altamente strutturata e regolata da un sistema di comunicazione e interazione di gruppo difficile da ritrovare nel regno animale.
Andiamo a scoprire un po’ di più su questo magnifico animale, ingiustamente temuto.
Contenuti
Questo predatore (Canis lupus) appartiene alla famiglia dei Canidi ed è quello di maggiori dimensioni. Esistono varie sotto-specie che possono avere dimensioni e caratteristiche differenti. Tuttavia, la maggior parte misura tra 1 e 2 m di lunghezza (dal muso fino alla coda) e pesa tra i 40 e i 45 kg (i maschi) e tra i 25 kg e i 35 kg (le femmine). L’altezza al garrese è di circa 80 cm.
Per quanto riguarda lo scheletro, la muscolatura e le altre parti anatomiche, è un animale selvatico pressoché identico al cane domestico. Snello e robusto al tempo stesso, ricorda molto da vicino il lupo cecoslovacco ed il pastore tedesco ed il cane lupo di Saarloos.
Ha una lunga colonna vertebrale ed una gabbia toracica costituita da 13 paia di costole. Inoltre, ha una dentatura provvista di denti forti ed affilati. Ma a differenza del cane, possiede caratteristiche leggermente più possenti per via della sua vita allo stato selvatico:
Il suo pelo, come quasi tutte le razze di cani domestici del resto, ha 2 strati:
Il mantello esterno presenta colorazioni differenti a seconda della sottospecie del lupo e dall’habitat. Ci sono infatti lupi a pelame grigio, nero, bianco, marrone, rossiccio e miscugli di queste tonalità.
Ovviamente, nelle zone con clima più rigido, la quantità di pelo è maggiore. Al contrario, nei luoghi caldi, sarà più rado, tanto da far assumere all’animale un aspetto scarno e smagrito.
Caratteristica peculiarità del lupo della popolazione italiana sono le 2 bande nere presenti sugli arti anteriori.
Il lupo grigio, chiamato anche lupo comune o più semplicemente lupo, è un canide che vive in Nord America, Europa e Asia. Forte e robusto, vive in branchi e presenta un folto pelo grigio che, però, in alcuni casi, può anche essere nero, bianco, rosso o bruno.
Il pelo bianco è in realtà una caratteristica unica del lupo artico, una sottospecie del lupo grigio. Vive nelle zone più fredde, come la tundra della Siberia, la Groenlandia e l’Alaska, in piccoli gruppi di massimo 8 elementi.
Si nutre di animali erbivori di questi latitudini, come la lepre bianca artica, il caribù e il bue muschiato. Rischia l’estinzione per la caccia dell’Uomo, ma anche per l’inquinamento ew il cambiamento climatico, che lo spingono in zone sempre più remote dove è più difficile sopravvivere.
Il pelo nero è piuttosto raro nei lupi. Si tratta di rari esemplari che vivono solo nell’Appennino tosco-emiliano, in Alaska e in Canada. Sono affetti da una variazione genetica detta melanismo , ovvero la pigmentazione che risulta da mutazioni del DNA, ed è presente anche nei cani. che porta ad avere il mantello di un anomalo color nero. Sembrerebbe che i lupi selvatici con questo colore di pelo derivino da incroci con cani neri.
Di media, misura all’incirca 80 cm in altezza per 1-2 m in lunghezza e pesa tra i 40 e i 45 kg (i maschi) e tra i 25 kg e i 35 kg (le femmine). Per varie caratteristiche anatomiche, può essere confuso con alcune specie di cane, come ad esempio il pastore tedesco.
Tuttavia, rispetto al cane, il lupo presenta qualche differenza: ha una distribuzione muscolare anteriore più potente, una testa più grande, un collo più spesso e dei denti più grandi. Ha inoltre orecchie arrotondate più corte, larghe e con attaccatura più laterale, mentre la sua coda è più corta e folta.
Anche questo parametro dipende dalla specie e sottospecie. Di media, possiamo dire che pesa tra i 40 e i 45 kg, per i maschi, e tra i 25 kg e i 35 kg per le femmine.
Classificato nel genere dei superpredatori, questo animale si trova in cima alla catena alimentare e non ha predatori naturali.
È carnivoro, ed in natura si ciba di altri animali più piccoli ed anche di alcuni di grandi dimensioni.
Le sue prede abituali sono pecore, cervi, maiali, uccelli, conigli, capre, serpenti ed altri rettili.
Tuttavia, in alcuni habitat dove il cibo scarseggia, si deve adeguare e pertanto può anche mangiare vegetali.
Può mangiare l’equivalente del 15-19% del suo peso corporeo in un solo pasto, cioè fino a 9 kg di carne.
Vive in ambienti molto diversi: foreste, pianure, montagne, grandi distese dell’Artico e dell’Asia.
Si contraddistingue per l’elevata adattabilità, caratteristica che gli ha permesso di stanziarsi in molti tipi di habitat nel mondo, dall’Artico ai climi aridi dell’Asia, raggiungendo anche altitudini elevate e scendendo fino al mare. Riesce a sopportare temperature che vanno dai – 56° ai + 50°.
Nonostante questa estrema capacità di adattamento, è ovvio che il luogo in cui il branco sceglie di stanziarsi deve offrire elementi essenziali per la sopravvivenza della specie, come la presenza di rifugi idonei, una vasta vegetazione, la presenza di acqua e la disponibilità di prede selvatiche.
Fattori limitanti sono invece densità umana e stradale.
Questo animale è presente in quasi tutto l’emisfero nord del pianeta. In Europa, possiamo trovarlo in Italia, Portogallo, Romania e Bulgaria, ma anche in Grecia e Finlandia.
All’inizio del 1990, è tornato in modo spontaneo in Francia. Attualmente, è presente nelle Alpi, nel Massiccio Centrale e nei Pirenei.
Si tratta di una specie territoriale. Ogni branco occupa una porzione di territorio in maniera stabile ed esclusiva, dove caccia, allestisce la tana e si riproduce. Marchia il proprio territorio tramite segnali odorosi, utili sia per la comunicazione tra i membri interni al branco, sia per scoraggiare ogni tipo di sconfinamento da parte di un altro.
Forma e dimensione del territorio possono subire cambiamenti stagionali legati alla distribuzione delle prede ed al periodo riproduttivo. Senza dimenticare fattori come le qualità ecologiche dell’habitat.
Le dimensioni del suo territorio variano da circa 80 a più di 2.500 kmq nella tundra artica. In Italia, dagli studi realizzati nell’Appennino centrale, le dimensioni dei territori oscillano tra i 120 ed i 200 kmq, mentre sulle Alpi, gli spazi minimi hanno dimensioni tra i 150 ed i 400 kmq.
All’interno del proprio territorio il branco compie numerosi spostamenti. Nell’arco delle 24 ore, si arriva fino a 35-40 km.
Si muove prevalentemente di notte, mentre di giorno si limita al riposo, al gioco e talvolta a fare dei piccoli spostamenti.
Un branco ha diversi rifugi nel proprio territorio. Può essere la tana abbandonata di un tasso o di una volpe, ma può essere anche scavata direttamente.
La sua speranza di vita è tra gli 8 ed i 15 anni. In realtà, allo stato brado può vivere anche meno a causa della caccia che gli dà l’uomo, della deforestazione, dell’inquinamento e della riduzione del suo habitat.
Sono animali astuti e familiari che, in genere, vivono in branchi di dimensioni variabili. Il branco è organizzato secondo una gerarchia ben precisa a capo del quale vi è solo un leader. E infatti, è l’unico a riprodursi ed è il maschio alfa. Anche lui ha istinti profondamente familiari e sociali. Procaccia il cibo per la sopravvivenza dell’intero branco, protegge tutti gli individui che ne fanno parte e si occupa dei cuccioli.
Questo animale selvatico è dotato di una notevole intelligenza, che mette in pratica soprattutto quando caccia, escogitando piani astuti ed efficaci. Inoltre, tale capacità è evidente anche nel modo in cui i vari individui comunicano tra loro. Attraverso l’ululato, si scambiano informazioni, allertano in caso di pericolo ed esprimono stati emotivi.
Infine, è bene ricordare che non tutti vivono in branco. Vi sono infatti casi di animali solitari. In tali situazioni, la caccia diventa più complicata e si deve accontentare di cacciare prede più piccole.
Ci sono altri comportamenti tipici di questi canidi:
Il lupo vocalizza per avvertire il branco di un pericolo, oppure per chiamarlo a raccolta o per non perdere di vista i compagni. Anche quando il partner si allontana.
Le vocalizzazioni più intense si possono udire quando ad allontanarsi è un membro del branco di alto rango. Non solo romanticismo, ma rispetto delle gerarchie.
All’interno di un branco, costituito in genere da un numero di esemplari compreso tra 7 e 20, gli unici ad avere diritto ad accoppiarsi sono il maschio alfa e la femmina beta, una volta all’anno. La riproduzione avviene di solito tra gennaio e marzo. Dopo una gravidanza di circa 60 giorni, nasce una cucciolata tra i 5 ed i 12 individui che andranno a far parte integrante del branco.
Tutti gli altri maschi non si riproducono, ad eccezione del fatto che, per svariati motivi, il maschio alfa non possa accoppiarsi oppure abbandoni il branco per formarne uno per conto proprio.
Durante il periodo del corteggiamento e dell’accoppiamento, il legame tra la coppia destinata alla riproduzione si rafforza. Poi, durante il periodo riproduttivo, le tensioni sociali affiorano con maggior intensità, perché i ruoli all’interno del branco vengono messi in discussione. Una volta avvenuto l’accoppiamento, i contrasti si placano ed il gruppo si ricompatta.
All’interno di un branco gli unici ad avere diritto ad accoppiarsi sono il maschio alfa e la femmina beta, una volta all’anno.
La riproduzione avviene di solito tra gennaio e marzo. Dopo una gravidanza di circa 60 giorni, nascono 5-12 cuccioli che s’integrano nel branco.
In Italia, le femmine partoriscono mediamente 3-4 cuccioli, ma tale numero può arrivare fino a 11. Il parto avviene in una tana, appositamente scavata o ricercata dalla femmina stessa 15-20 giorni prima del parto, magari anche occupando tane di altri animali (come volpi o tassi) e riadattandole alle proprie esigenze.
In genere si tratta di un luogo riparato, ben drenato, che offe una buona panoramica dell’area circostante.
Alla nascita, i cuccioli pesano circa 500 gr, sono sordi e non riescono neppure a vedere. Dopo circa 2 settimane, aprono gli occhi e cominciano a lasciare la tana, concedendosi i primi giochi nelle immediate vicinanze. Durante questo periodo, tutti gli individui del branco partecipano alla difesa e alla crescita dei cuccioli.
All’età di circa 8 settimane i cuccioli vengono poi spostati in un altro punto del branco. In genere, rimangono all’interno del branco fino ai 2 anni di vita. Durante tutto questo periodo imparano dagli adulti le tecniche di caccia, i moduli comportamentali per la vita di branco ed affinano la conoscenza del territorio.
Una volta diventati adulti, possono restare nel branco d’origine tentando di acquisire un ruolo dominante o staccarsi e tentare di formare un nuovo branco.
Sono animali sociali, che vivono in branco. Ma andiamo ora a vedere come si comportano con gli altri animali, o meglio, quando li cacciano.
La caccia può essere divisa in 5 momenti:
Il metodo d’uccisione, infine, dipende dalla preda.
Una volta uccisa, i lupi cominciano a mangiarla freneticamente, trascinando la carcassa in tutte le direzioni. Di solito, la coppia riproduttiva del branco monopolizza il cibo per potere continuare a produrre cuccioli.
La coppia mangia per prima, e poi lascia che il resto del branco trasporti pezzi della carcassa in luoghi nascosti per mangiare con tranquillità.
Questo animale è un predatore alfa, minacciato soltanto dagli umani e da altri pochi superpredatori di taglia maggiore che condividono il suo habitat, come tigri e orsi, che li dominano nelle dispute per le carcasse. Sebbene riescano a vincere quando si tratta di difendere la propria tana.
Tuttavia, gli scontri tra questi grandi predatori sono piuttosto rari, in quanto le due specie frequentano habitat differenti.
Soprattutto in Asia centrale, è facile che incontrino le iene striate, soprattutto nei pressi delle carcasse. In uno scontro diretto, la iena tende a dominare il lupo, ma il branco può avere la meglio.
Sono dotati di grandi denti aguzzi costruiti in maniera speciale. Inoltre, hanno anche una mascella molto forte. Un morso può raggiungere i 450 kg.
Per dare un’idea indicativa, basti sapere che la forza di un morso di squalo bianco è di 600 kg. mentre per i cani questa cifra non supera i 130 kg.
Normalmente, grazie al suo ottimo senso dell’udito e dell’olfatto, si allontana prima di essere avvistato. È un animale selvatico, schivo ed elusivo. Non attacca l’uomo né lo riconosce come possibile preda, bensì come una minaccia da cui allontanarsi velocemente.
Proprio per tal motivo, l’incontro con un lupo è altamente improbabile. Tuttavia, è possibile e più frequente laddove i branchi si sono stabiliti in ambiti territoriali parzialmente antropizzati.
Nel caso di un incontro ravvicinato, si raccomanda di mantenere un comportamento di rispetto e buonsenso. Il consiglio è quello di restare in silenzio ed osservare senza interferire.
Se invece si ha timore e si vuole allontanare l’animale, basterà fare del baccano e parlare ad alta voce. Una volta che il lupo si sarà allontanato, evitate di seguirlo e di interferire con il suo comportamento. Inoltre, mai disturbarlo se è intento a mangiare o se ci si imbatte in una cucciolata.
Il caso in cui il mostri confidenza verso l’osservatore, tramite avvicinamento volontario, è un fatto considerato eccezionale e del tutto anomalo. Tale avvenimento dovrà pertanto essere segnalato al CGC o agli Enti di Gestione delle Aree naturali protette, Province o Carabinieri Forestali competenti per territorio.
In realtà, è tutt’altro che un mangiatore di uomini. Anzi, la sua specie deve temere gli umani perchè, con i loro comportamenti hanno contribuito alla sua quasi estinzione.
Negli Stati Uniti, dove nel XIX secolo si è andati molto vicini alla sparizione di questi affascinanti animali, è stata persino indetta la ‘Settimana della conoscenza del lupo’.
Questo predatore è stato inserito nella lista delle specie a rischio negli anni 70, ma le rigorose misure di protezione messe in pratica hanno consentito un ripopolamento che ne ha permesso la rimozione dalla lista di animali a rischio.
Oggi, può essere cacciato e ucciso entro una certa quota di esemplari l’anno. Gli allevatori lamentano la necessità di poterlo cacciare per proteggere il bestiame dai continui attacchi.
Anche in Italia ha avuto un lungo periodo ‘nero’. Negli anni ’70 erano censiti appena 100 esemplari su tutto il territorio. Poi, grazie ad una serie di progetti di salvaguardia messi in campo con i corpi forestali e le associazioni di tutela ambientale e faunistica, si è riusciti a ripopolare i boschi di quasi tutta Italia. Oggi si contano circa un migliaio di esemplari.
Restano le inimicizie da parte degli allevatori, che devono difendere il bestiame dagli attacchi di caccia, ma grazie ad alcune misure preventive e alle procedure di risarcimento per i capi perduti a favore dei lupi, si è riusciti fino ad ora ad evitare l’eliminazione selettiva.
L’eterno conflitto tra lupo e allevatori risale alla notte dei tempi ed è davvero infinito. A tal proposito, uno dei maggiori esperti italiani del lupo è il Dott. Duccio Berzi, che da anni collabora con molti enti provinciali e regionali per difendere il bestiame dal lupo.
Mettendo in pratica le sue strategie, nelle provincie di Firenze e Pistoia, insieme all’Associazione Allevatori e all’Amministrazione, si sono ottenuti fantastici risultati. Infatti i danni da attacco di lupi si sono ridotti di ben il 94%!
Le principali soluzioni attuate sono state:
Dotato di grande forza e intelligenza, è una creatura incredibilmente carismatica e affascinante.
Oltre a simboleggiare la forza e la natura di abile predatore, il lupo è anche simbolo di fedeltà e attaccamento alla famiglia, senza dimenticare lo spiccato senso di accudimento alla prole.
Infine, complice anche la sua capacità di vivere in branco secondo un ordine gerarchico definito, è simbolo della capacità di fare gruppo, stare insieme, di socialità e lealtà verso gli altri.
Nella cultura Occidentale è stato spesso associato al cattivo delle favole (Cappuccetto Rosso su tutte), rafforzando l’immagine oscura e facendone un animale temuto che già rivestiva. In realtà, la sua figura è presente in tutte le culture del mondo, dove rappresenta quasi sempre la forza, il coraggio, il vigore della battaglia, la fecondità e la conoscenza. Tutte immagini positive.
In Mongolia, era considerato l’antenato del grande conquistatore Gengis Khan. Per gli antichi Egizi, il dio della guerra, Ophois, aveva le sembianze di un lupo, mentre nella mitologia greca, era un animale sacro a Zeus, Marte ed Apollo. In questo si fa un chiaro richiamo al guerriero, alla protezione e alla forza della luce.
Le antiche culture asiatiche ritenevano che custodisse le porte che conducevano al regno dei cieli, mentre secondo la mitologia nordica, Odino e le Valchirie cavalcavano dei lupi durante le battaglie ed infatti questi animali simboleggiano la vittoria.
Anche in epoca pre-romana fu simbolo positivo, una lupa allattò Romolo e Remo, fondatori di Roma, da cui ebbe inizio la storia del Grande Impero.
Per gli antichi Greci il lupo rappresentava l’incarnazione di Marte, Dio della Guerra, ma anche l’animale sacro di Apollo. E come non citare gli Egizi con la loro divinità Anubis, guardiano delle necropoli (rappresentazione comune anche alle civiltà etrusche)?
Tuttavia, gran parte delle leggende più moderne hanno restituito un’immagine negativa e oscura, che incute timore. Dalle storie sui licantropi, alle fiabe, in cui il lupo terrorizza gli innocenti infanti, passando per i molteplici modi di dire che inneggiano ad una figura cattiva del lupo (in bocca al lupo, fame da lupi, tempo da lupi, ecc.).
Nelle Americhe degli Indiani Pellerossa era emblema della guerra e del coraggio, per via del suo ardore nel combattimento.
Non è possibile non fare almeno un accenno al fatto che sia il protagonista di numerose fiabe che tutti abbiamo ascoltato da piccoli.
Basti citare Cappuccetto rosso e I tre porcellini, senza poi scordare le numerose favole di Esopo. Nelle fiabe, i lupi possono richiamare simbolismi e significati positivi, ma anche messaggi negativi, poiché spesso sono indicati come nemici dell’uomo.
Detto anche licantropo o uomo-lupo, altri non è che una creatura leggendaria della mitologia e del folclore, poi divenuta tipica della letteratura e del cinema dell’orrore.
Secondo la leggenda, sarebbe un essere umano condannato da una maledizione (ma anche già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio.
Non mancano però casi in cui la trasformazione è volontaria. Si narrano vari modi per diventare licantropi. Il più noto e moderno è il morso, secondo cui, chi viene morso da un lupo mannaro lo diventa anche lui.
Durante il Medioevo, invece, il modo più certo per trasformarsi era ricorrere alla magia e ciò implicava quindi una trasformazione volontaria.
Il mito racconta che, tra le scarse difese contro questo essere così forte e feroce, la più efficace parrebbe l’argento. Questo metallo può uccidere tutte le creature sovrannaturali, compresi i vampiri.
Bisognerebbe trafiggerlo con una lama o una pallottola d’argento. Secondo alcune versioni del mito, l’arma d’argento dovrebbe anche essere benedetta.
Tatuato sulla pelle, ha tantissimi significati positivi: coraggio, forza interiore, capacità di affrontare le proprie paure, libertà, socialità, forza, senso di famiglia e protezione…
Tra i tattoo, sono molto richiesti il lupo che ulula, quello con la luna o con la piuma.
In genere si opta per un tratto semplice, ma non è raro vedere anche lupi celtici, tribali o stilizzati. Un’altra opzione consiste nel rappresentare un animale dai tratti realistici, magari utilizzando anche altri colori oltre al nero.
In genere, il tatuaggio viene eseguito su braccia e polpacci. Ma è comunque frequente notare anche piccole teste o zampe tatuate sulle dita, o addirittura uno grosso su schiena, spalle e torace.
Disegnare un lupo è davvero molto semplice. Ecco i passaggi da seguire:
Ed ecco qui la struttura di base completa del nostro amico. A questo punto, non resta altro da fare che affinare i dettagli.
Utilizzando penna e colori, tracciare delle linee un po’ storte e irregolari per creare l’effetto pelliccia, e rifinire la nostra opera d’arte con dettagli come occhi, muso, orecchie, zampe, artigli …
Utilizziamo i cookie insieme ai nostri partner per personalizzare i contenuti e gli annunci pubblicitari, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico.