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Perché non si devono allevare specie selvatiche in casa

Un'idea assolutamente sbagliata e pericolosa, per noi, per loro e per la salute pubblica

Nell’era dei social, è sempre più facile vedere video in cui animali selvatici si lasciano avvicinare o addirittura nutrire, trasmettendo l’erronea idea che talune specie selvatiche possano essere allevate in casa. Si tratta di un’idea totalmente sbagliata, basata sulla mancanza di conoscenza elementare delle regole che regolano la vita animale. Sono video diseducativi – specie per i bambini – per molteplici ragioni, che illustreremo meglio in seguito. Perché, tra le altre cose, allevare specie selvatiche in casa o comunque cercare di instaurare un rapporto di simbiosi tra noi e gli animali selvatici è un pericolo non solo per noi e per la loro stessa sopravvivenza, ma anche per la salute pubblica.

Perché non si devono allevare specie selvatiche in casa

La strategia corretta per imparare a convivere in pace con la natura è invece quella di conoscerla e rispettare le sue regole, affinate in centinaia di migliaia di anni di evoluzione.

Se proviamo a fare un giro fuori città, avventurandoci in un percorso di montagna o in una distesa di campagna, molto probabilmente avremo la fortuna di incontrare qualche simpatico animaletto come volpi, scoiattoli, lepri. Quasi sicuramente scapperanno via spaventati dalla nostra presenza, ma in alcuni casi si ha la fortuna di riuscire ad avvicinarli e potrebbe venirci la tentazione di portarli a casa con noi, convinti che con le nostre cure e i nostri ambienti confortevoli (per noi, di certo non per loro!) potranno stare meglio.

Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare: gli animali selvatici non diventeranno domestici solo per il fatto che li costringiamo a vivere tra le pareti di casa nostra!

Perché non si devono allevare specie selvatiche in casa?

Esistono diversi ordini di ragioni per cui questa è una cosa assolutamente da evitare.

  • Legali: innanzitutto, prelevando un animale dal suo habitat naturale stiamo commettendo un’azione illegale e già questo dovrebbe bastare per fermare azioni imprudenti.
  • Evolutive ed ambientali: il processo di domesticazione di un animale selvatico richiede secoli all’interno di una specie.  Se oggi possiamo permetterci di allevare cani e gatti è solo perchè migliaia di anni fa l’uomo ha iniziato questa lenta convivenza. Addomesticare di alcune specie animali come il gatto e il cane ha richiesto millenni ed è stato un lungo progetto di selezione operato dall’uomo. Quando, a valle di un processo di questo tipo, viene addomesticata una specie animale, di fatto si sta creando una nuova specie animale. E questo, con ogni probabilità, finirà col mettere a rischio la sopravvivenza della specie selvatica, introducendo un nuovo squilibrio nell’ambiente.
  • Sanitarie: anche se non mostrano sintomi evidenti, gli animali potrebbero essere portatori di rabbia e trasmettere infezioni anche più gravi, mettendo a rischio la nostra vita e quella dei nostri cari. Basti pensare che dalla Cina, dove l’addomesticamento della fauna selvatica è assai più comune che in Europa, e dove il rischio di zoonosi è più alto, provengono molte delle epidemie che hanno minacciato il mondo negli ultimi decenni. La promiscuità con gli animali selvatici, al pari degli allevamenti intensivi, favorisce il cosiddetto spillover, ovvero il passaggio tra specie animali e uomo di microrganismi patogeni.

non allevare specie selvatiche

Le differenze tra specie selvatiche e domestiche

C’è comunque una ragione di fondo per cui non bisogna mai cercare di allevare animali selvatici o comunque cercare di forzare la distanza naturale che c’è tra noi e loro.

L’animale selvatico è “programmato” per vivere in un ambiente selvatico e non possiede quelle capacità di adattamento ad una vita domestica o semi-domestica. Viceversa, un animale domestico, è già “programmato” per vivere con l’uomo e dipendere dalle sue cure. Portare in casa un animale selvatico vuol dire condannarlo a una fine più o meno vicina.

E se anche un animale selvatico dovesse sviluppare un certo adattamento alla convivenza con l’uomo, o meglio una dipendenza dall’uomo (per esempio, se sviluppasse l’abitudine a venire a mangiare il cibo che gli lasciamo in giardino), non sarebbe certo una bella cosa, anzi! Un esemplare di animale selvatico che, nel corso della esistenza, sviluppi questa dipendenza è un animale a rischio. Perde parte di quella naturale diffidenza verso l’uomo e quella attitudine a procacciarsi il cibo autonomamente. A parte che buona parte dei cibi che potremmo offrire rischia di non essere adatta, così facendo, si priva degli strumenti che consentono la sopravvivenza sua e della propria specie.

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Come comportarsi in caso di incontri con animali selvatici?

Spiegate le ragioni per cui allevare specie selvatiche è assolutamente proibito, vediamo ora come comportarsi qualora si dovesse arrivare a contatto con qualche animale selvatico.

Tenere le distanze e osservare gli animali in lontananza è la regola base che soprattutto chi ama la natura e gli animali deve imparare a rispettare. Ricordiamoci sempre che non è l’animale selvatico che cerca il contatto con l’uomo. Le storie di animali selvatici che cercano di avvicinare umani o che li aggrediscono sono la classica eccezione alla regola, eventi rarissimi e innescati da qualche fattore non abitudinario. Al contrario, scappare in presenza dell’uomo è nella loro indole. E già qui si capisce che tipo di forzatura per loro sia eliminare quella distanza che cercano di tenere in condizioni normali.

Inoltre, osserviamoli a distanza di sicurezza soprattutto se hanno cuccioli al seguito, se stanno mangiando o stanno compiendo attività in gruppo. Sono tutte situazioni in cui andiamo ad interferire con equilibri delicati e rischiamo di innescare reazioni indesiderate.

Facciamo del nostro meglio per non creare situazioni pericolose e, in caso di dubbio, o se ci capita di trovare un esemplare ferito, allertiamo il centro faunistico della zona, che sarà in grado di prendere gli opportuni provvedimenti.

Ricordiamo: gli animali selvatici non hanno bisogno del contatto con l’uomo, non hanno bisogno del suo amore e non hanno bisogno delle sue cure. Gli animali hanno bisogno di una sola cosa: di essere conosciuti per ciò che sono e rispettati.

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Fonti per l’articolo:

Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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