Cosa ho imparato dal giro del mondo in bici senza allenamento
Felix Starck e l'impresa di pedalare ha pedalato per 365 giorni, attraversando 22 Paesi per un totale di quasi 18.000 km
Felix Starck, giovane ragazzo tedesco, è il protagonista di una fantastica avventura compiuta a cavallo della sua bicicletta: il giro del mondo in bici senza allenamento! Una laurea, un lavoro, una ragazza e una famiglia alle spalle non lo hanno fermato dal portare al termine questa importante missione.
Sommario
La partenza: zero allenamento, grande sogno
Felix laureato, lavoro in tasca, vita “normale” alle spalle. Poi una decisione: partire in bici. Nessuna maratona di allenamento, nessun coach: solo voglia di esplorare.
Destinazione? Tutto il mondo. 18.000 km, 22 Paesi, un budget ridotto al minimo, Felix, senza nessun allenamento, ha pedalato per 365 giorni. Ha racimolato 12.000 euro vendendo quelle poche cose che aveva ed è partito, con al sua bici, un pc, un cellulare e poche cose, che gli sarebbero servite durante il viaggio.
I primi giorni sono stati durissimi: muscoli che bruciavano, motivazione che vacillava. Ma ogni km percorsi lo avvicinava a una versione diversa di sé.
Le prove sul campo: imprevisti e adattamento
Non sono mancate le disavventure: il suo compagno di viaggio lo ha lasciato solo, abbandonando il progetto dopo soli 3 giorni, il nonno è morto mentre lui era fuori, mentre Felix si è ammalato di polmonite ed è stato anche derubato di tutto.
In queste condizioni ha imparato che la comodità non è tutto: la vera sfida è accettare l’insicurezza, diventare fluidi, adattarsi.
Ha giocato mentalmente su ‘quanti km ancora fino al ponte?’, oppure ‘resisto fino alla canzone finisce’. Piccoli trucchi per andare avanti.
Eppure, intervistato alla fine della sua incredibile avventura, ha dichiarato che rifarebbe tutto perché sono stati tanti gli insegnamenti che ha tratto da questa esperienza.
L’inizio… difficilissimo
I primi giorni sono stati i più difficili da superare, la voglia di abbandonare tutto era continua, e i dolori muscolari fortissimi, ma grazie a giochini motivazionali molto banali (come: quanto posso ancora resistere su questo pezzo di strada? Posso arrivare fino alla fine del ponte, resisto finché la canzone non finisce…) Felix è riuscito a tirare avanti fino alla fine.
Non ha potuto sempre dormire in ostello o in campeggio, a volte ha dovuto passare la notte nei parchi con il suo fedele sacco a pelo. I momenti di scoraggiamento erano continui, perché quando si è sulla strada, senza le comodità di casa, tutto diventa difficile, anche bere se si ha sete. E in quei momenti ha concentrato tutte le sue energie per ricaricarsi mentalmente e motivarsi a superare la sfida.
Felix ha anche scoperto di poter fare a meno di una mappa e che gli bastava seguire il sole. Ricordandosi di un libro che spiegava come in città si potesse girare alternando una svolta a destra e una sinistra fino a che non ci si blocca, ha fatto suo questo metodo per muoversi nelle metropoli.

Il bilancio del viaggio è molto positivo, e quello che gli è successo durante questa avventura su due ruote gli ha insegnato più di 14 anni passati a studiare.Conoscere nuovi Paesi, persone e culture differenti è stata una ‘scuola di vita’ ben più efficace che apprendere le cose dai libri. Economia, sociologia, geografia e matematica sono materie che ha appreso meglio viaggiando in bici.
Sull’esperienza Felix ha scritto un libro (dal titolo ‘Pedal the World’) purtroppo solo in tedesco, e prodotto un film disponibile su diverse piattaforme streaming e Youtube, che ha lo stesso nome.
Le lezioni che non trovi nei libri
Felix ha dichiarato che l’esperienza gli ha insegnato più del tempo passato sui libri: economia, geografia, sociologia… viaggiando.
Ecco i principali insegnamenti:
- Meno è più: partire con stop, rinunciando a comfort e sovraccarico
- Flessibilità come forza: quando le cose cambiano (clima, strada, persone), adattarsi anziché fermarsi. Dopo qualche giorno, sopraffatto dalla stanchezza, Felix ha abbassato le sue pretese e ha iniziato a capire che la flessibilità era la chiave di tutto.
- Relazioni autentiche: quando sei solo in strada, incontri culture, territori e persone in modo genuino,
- Motivazione interna: non serve che gli altri ti credano o applaudano: devi crederci tu.
- Il viaggio come purificazione: allontanarsi dal rumore digitale, riscoprire il ritmo della strada e il proprio ritmo. I viaggi arricchiscono le spirito e modellano il carattere. Felix si è ritrovato a condurre una vita lontano dai social network e da internet.
- Meglio vivere intensamente poche ed importanti avventure piuttosto che condurre una vita tranquilla ma superficiale. Quando si è da soli si ha la possibilità di vivere più in modo più vivo il proprio viaggio: si è stimolati al confronto con gli altri, si riscopre un rapporto più vero con il territorio, ci si adegua a quello che viene offerto (basti pensare al cibo).
Come applicare oggi questa esperienza
- Non serve partire per un anno in bicicletta: possiamo prendere spunti. Ecco 5 suggerimenti:
- Scegli una sfida personale: magari un weekend in bici, o un’escursione lunga.
- Riduci il superfluo: cosa puoi lasciare a casa? Cosa puoi semplificare?
- Accetta l’imprevisto: pianifica, ma non ossessionarti se qualcosa va storto.
- Usa micro-motivazioni: come Felix, ‘posso arrivare fino al ponte’, ‘un’altra canzone e riposo’
- Registra le lezioni: al ritorno scrivi tre cose che hai imparato. Meglio se in natura
Date un’occhiata al video:
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Ultimo aggiornamento il 7 Novembre 2025 da Rossella Vignoli
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