Mangiare sano

Perché si dice che la cucina ebraica tradizionale è ad alto tasso di sostenibilità?

Conoscete i segreti della cucina ebraica? Scopriamo i principi alla base della cucina Kasheruth ed alcune ricette di cibo kosher.

Perché si dice che la cucina ebraica tradizionale è ad alto tasso di sostenibilità?

Kasheruth o anche Casherut (in ebraico כשרות, letteralmente ‘adeguatezza‘) indica l’idoneità di un cibo ad essere consumato dagli ebrei osservanti. Si tratta dunque di un insieme di regole alimentari che la religione ebraica stabilsce nella Torah.

Il cibo che risponde a questi requisiti è cibo kosher (kasher o casher cioè ‘adatto‘). A causa delle moltissime norme, per preparare un pasto Kasher è necessaria una grande dimestichezza con il kasherut.

Ma in realtà mangiare kosher non è altro che applicare un comportamento di igiene alimentare e una serie di buone pratiche valide per tutti: si consiglia infatti di usare cibo biologico, a km zero, per lo più a frutta, legumi e verdura.

Suggerimento: scoprite la nostra guida alle ricette vegetariane 

Cucina ebraica: principi della cucina

Vediamo innanzitutto su quali pilastri si basa la cucina Kasheruth e il cibo Kosher. Noterete come la cucina ebraica un regime adatto anche ai non ebrei che osservano una dieta bilanciata ed eco-sostenibile. Non solo, è anche consigliato anche a chi soffre di problemi alimentari come intolleranze e celiachia.

Tra l’altro, mangiare kosher vuol dire anche riscoprire i sapori della tradizione.

In sostanza, le prescrizioni per la carne e il pesce sono eco-sostenibili perché riducendo le tipologie ammesse, diminuiscono il consumo di questi alimenti e la distruzione delle biodiversità per far posto all’allevamento.

  • Tra la carne si può mangiare solo quella dei ruminanti con lo zoccolo “spaccato”, quindi sì alla mucca e alla selvaggina e no al maiale e al cavallo. E che non sia lavorata con il latte o prodotti caseari, e dunque niente cheesburger.
  • Inoltre gli animali nati dall’unione di specie diverse (kilàyim) sono vietati e lo stesso vale per le verdure, quindi niente cibi OGM né frutta come mapo o mandaranci.
  • A proposito di pesce, c’è l’obbligo di avere pinne o comunque squame meglio se locale, quindi niente crostacei e frutti di mare.
cucina ebraica i carciofi alla giudia
I carciofi alla giudia, piatto tipico della cucina ebraica romana

La cucina ebraica: una cucina più sostenibile

Di conseguenza tra gli animali consentiti ci sono quelli a bassa emissione di CO2, per il cui allevamento la quantità di gas serra è ridotta in modo consistente.

Oltre ai vantaggi ambientali, la cucina ebraica comporta anche un imponente giro di affari. Una stima del 2007 dice che i cibi kosher sono arrivati a generare un fatturato di 9,5 miliardi di euro in un mercato alimentare al dettaglio di 400 miliardi.

In effetti mangia cibo kosher anche chi ebreo non è:

Secondo la società di marketing Lubicom, tra i 10,2 milioni di americani che mangiano kosher, circa 3 milioni sono addirittura musulmani, perchè anche per loro, le regole di igiene alimentare dettate dal Corano, cibo lavorato in modo halal, in gran parte si sovrappongono a quelle kosher.

Insomma, mangiare ebraico fa bene al corpo, all’anima, all’economia e all’ambiente. E magari proprio dal cibo potrebbe partire un maggiore dialogo tra le religioni. Questo, almeno, è il nostro auspicio.

Un paio di ricette della cucina ebraica

Eccovi alcune ricette da noi provate tipiche della cucina ebraica:

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Ultimo aggiornamento il 22 Giugno 2018 da Rossella Vignoli

Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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