Ambiente

Ecosistema: cos’è, tipologie e quali rischi corre se salta il suo equilibrio

Un complesso in delicato equilibrio in cui esseri viventi interagiscono con il loro ambiente

Proviamo a spiegare nel dettaglio che cosa si intende con il termine ecosistema. Che cos’è, da cosa è composto? E, soprattutto, perché è così importante preservarlo ed evitare che il suo equilibrio si alteri?
Scopriamolo insieme.

Ecosistema: cos’è, tipologie e quali rischi corre se salta il suo equilibrio

Che cosa si intende per ecosistema

Potremmo parlare in termini generici di un ambiente naturale o artificiale è un mondo complesso in cui un gruppo di esseri viventi o elementi creati dall’uomo convivono in una condizione di equilibrio tra loro all’interno e con l’ambiente stesso e legati da interazioni e scambi di energia e di materia.

In ecologia questa comunità naturale comprende i componenti viventi e l’ambiente fisico in cui vivono, compresi gli scambi di energia e chimico-fisici per supportare i processi vitali, ovvero la sintesi di materia organica, la degradazione della stessa materia organica in composti inorganici restituiti all’ambiente e riutilizzati.

In senso più lato si parla anche di un sistema finanziario, inteso come una comunità economica sostenuta dall’interazione tra aziende e individui, e organizzazioni imprenditoriali. Questa comunità economica produce beni e servizi, portando valore ai clienti, che a loro volta faranno parte di questa comunità.

Oppure un ecosistema digitale, costituito da una rete di stakeholder, partner, prodotti, fornitori, applicazioni e servizi di dati di terze parti interconnessi in uno spazio digitale.

Com’è fatto un ecosistema naturale

È un’unità funzionale costituito dalla combinazione di due componenti in costante interazione tra loro:

  • biotopo: area limitata (stagno, torbiera, foresta) inerte, fisico-chimico, ossia l’ambiente fisico definito anche abiotico (letteralmente ‘senza vita’), ma non considerata disgiunta dalla componente biologica. Comprende tutti i componenti esterni agli esseri viventi con le loro caratteristiche fisiche e chimiche: suolo, aria, acqua, luce, umidità, temperatura…
  • biocenosi: la comunità vivente di organismi vegetali ed animali di una stessa specie o di specie diverse che abitano il biotopo, come batteri, funghi, piante e animali.

Risulta quindi facile vedere la foresta tropicale come un ecosistema composto da esseri viventi (alberi, piante, insetti, animali, microrganismi) che sono in costante interazione.

Ma gli stessi principi governano anche un ambiente autosufficiente in cui gli attori e le risorse sono create dall’uomo o sono l’uomo stesso. In effetti il concetto di ecosistema è generalmente associato al mondo naturale, tuttavia, esistono ecosistemi artificiali creati dall’uomo che non esistono in natura, come le serre, le dighe e gli acquari, ma anche gli insediamenti umani come le città.

Quanti e quali sono gli ecosistemi

Un ecosistema può essere una comunità naturale (foresta, stagno, fiume, mare, tundra…) in cui gli elementi sono in equilibrio, e si sviluppano in autonomia, oppure un sistema artificiale, creato dall’uomo (urbano, digitale, economico, finanziario…).

Com’è composto un ecosistema

Concentrandoci sugli ambienti naturali, un ecosistema può comprendere vari habitat e diverse nicchie ecologiche, che permettono lo sviluppo di determinate specie vegetali, animali e fungine.

  • L’habitat è il luogo fisico, l’area geografica, dove è solita vivere una certa specie di organismi. Ed è caratterizzata condizioni climatiche (temperatura, radiazione solare e umidità), geologiche (caratteristiche del suolo) e idrologiche predominanti. Si tratta di un ambiente con condizioni fisico-chimiche relativamente omogenee che consentono lo sviluppo di una serie di organismi viventi. Per esempio, un corso d’acqua o una foresta.
  • La nicchia ecologica si riferisce al ruolo e alla funzione che un organismo ha all’interno dell’habitat. Questo spazio è unico per ogni specie e ne abbraccia tutti gli aspetti dell’esistenza. Per esempio, alcune specie di uccelli insettivori che si procurano il cibo in zone specifiche dove è presente una varietà di abete in Nordamerica.

Chi ha scoperto gli ecosistemi

Il termine ecosistema venne utilizzato per la prima volta nel 1935 da Arthur G. Tansley per indicare l’insieme degli organismi viventi in una specifica area di studio e le loro interazioni con i fattori fisici dell’ambiente.

Quali caratteristiche deve avere un ecosistema

Esistono più tipi di ecosistemi, ma presentano sempre 4 caratteristiche:

  • essere un sistema aperto, ovvero avere contatti sia in entrata che in uscita con l’ambiente esterno e con altri sistemi
  • avere una parte biotica ed una abiotica
  • essere in connessione con altri ecosistemi, con cui formare “macro-ecosistemi”, noti anche come paesaggi
  • raggiungere e mantenere un equilibrio dinamico

Come si chiama l’insieme di tutti gli ecosistemi

L’insieme di tutti gli ecosistemi, ossia l’insieme di tutte le zone della Terra dove le condizioni ambientali sono tali da consentire lo sviluppo della vita, prende il nome di biosfera.

ecosistema

Che differenza c’è tra ecosistema e biosfera

L’ecosistema è un insieme in cui convivono in perfetto equilibrio forme di vita e fattori non viventi. Sulla Terra ci son ovari ecosistemi. Complessivamente, l’insieme di tutti gli ecosistemi prende il nome di biosfera.

Qual è la differenza tra ecosistema e ambiente

La differenza sostanziale tra questi due concetti risiede fondamentalmente nella loro portata e complessità.

  • L’ecosistema riguarda un’area geografica specifica, per esempio la foresta, composta principalmente da alberi molti alti e fauna diversificata
  • L’ambiente è un concetto più ampio che include, nella loro globalità, tutte le condizioni fisiche e chimico-biologiche che circondano e influenzano gli organismi, per esempio l’ambiente in cui è inserita una foresta con fiumi, laghi e montagne circostanti, correnti atmosferiche e assieme all’interazione con altre zone geografiche limitrofe

I principali ecosistemi sulla Terra

Sono diversi quelli naturali e sono definiti fondamentalmente dal clima e dal tipo di vegetazione che li caratterizza. Ecco i principali.

  • Savana: sviluppata nelle aree tropicali e subtropicali, si sviluppa lungo gli altopiani e presenta ha una temperatura media mai inferiore ai 18C°
  • Deserti: ricoprono il 30% circa del pianeta e possono essere di vari tipi: sabbiosi, rocciosi, caldi e freddi
  • Taiga: tipica delle zone temperate fredde e boreali, è composta da conifere sempreverdi
  • Tundra: tra il limite superiore della Taiga e il limite inferiore dei ghiacci polari, è composta in prevalenza da muschi, bassi cespugli e licheni. Il suolo presenta uno strato di permafrost
  • Foreste temperate: presenti lungo la fascia temperata, sono caratterizzate principalmente da cespugli e latifoglie, e la temperatura varia col variare delle stagioni
  • Macchia mediterranea: ecosistema tipico delle aree attorno al Mar Mediterraneo, con vegetazione arbustiva, estati calde e siccitose e inverni molto freddi e piovosi
  • Foresta tropicale: sviluppata nella fascia equatoriale, presenta una temperatura media di 18°C circa e piogge giornaliere
  • Artide: al polo nord, è costituito da uno strato spesso di ghiaccio che galleggia sul mare. La temperatura è di circa -34°. Qui vive l’orso polare
  • Antartide: al polo sud, è il luogo più freddo del pianeta, con -49°. Qui vivono i pinguini

Ecosistema marino e aree costiere

Sulla terra, abbiamo anche l’ecosistema marino, che è il più vasto del nostro pianeta. Ambiente terrestre e marino sono fra loro connessi attraverso le aree costiere, che si dividono in:

  • sabbiose
  • rocciose

Ecosistema artificiale

Nell’ambito dei quelli artificiali o antropici, vanno poi ricordati gli ecosistemi

  • urbani, ovvero le città e i centri abitati
  • agricoli: aree modificate dall’uomo per essere rese adatte all’utilizzo in campo agricolo
  • rurali: la cosiddetta “campagna”, zone adibite in prevalenza a pascolo o piccole coltivazioni

Quando un ecosistema è stabile

Quando dura nel tempo, un ecosistema è stabile, in quanto resiste alle varie eventuali cause che ne possono provocare l’estinzione, siano esse fattori naturali o indotti dall’azione dell’uomo.

Alla base del funzionamento e della sopravvivenza di qualunque ecosistema, c’è la catena alimentare.

Sintetizzando, la catena alimentare è composta dai seguenti elementi:

  • Produttori, che sono le piante
  • Consumatori primari: erbivori e insetti
  • Consumatori secondari: carnivori come felini, rapaci, pesci e invertebrati
  • Consumatori finali: i grandi rapaci e i grandi felini
  • Organismi decompositori: funghi e batteri

Se questo ciclo alimentare non viene interrotto, ovvero se un organismo non predomina rispetto agli altri, l’ecosistema si trova in uno stato di equilibrio.

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Quando si rompe l’equilibrio di un ecosistema

Di contro, invece, l’assenza anche di una sola categoria provocherebbe uno squilibrio fra le prede.

Se salta l’equilibrio nelle relazioni che intercorrono fra i vari organismi viventi va in crisi anche l’equilibrio dello stesso ecosistema.

Quali sono i fattori che influiscono sugli ecosistemi

Ad influire sulla delicata dinamica degli ecosistemi concorrono vari fattori.

Fattori naturali

Possono insorgere vari fattori naturali – interni ed esterni al sistema – che intervengono andando ad alterare lo stato dell’ecosistema stesso. Nello specifico:

  • modificazioni nell’apporto energetico
  • presenza o assenza di acqua
  • abbassamento o innalzamento della temperatura
  • presenza abbondante o scarsità di luce
  • frane
  • inondazioni
  • eruzioni vulcaniche
  • uragani
  • siccità
  • terremoti
  • slavine
  • vento
  • tempeste
  • nevicate con gelo
  • calamità da insetti

Attività umana

Anche l’uomo svolge un ruolo molto importante nelle alterazioni di ecosistemi.

  • Aumento demografico, con conseguente consumo delle risorse naturali
  • Attività agricole e vitivinicole
  • Insediamenti urbani
  • Processi industriali
  • Biotecnologie, che hanno un forte impatto sugli ecosistemi agrari
  • Inquinamento, causato principalmente da pesticidi, liquami industriali, fertilizzanti sintetici, acque di scolo, gas tossici…
  • Rifiuti
  • Disboscamenti
  • Bonifica di terreni
  • Sviluppo di infrastrutture turistiche

Che ruolo svolge l’uomo negli ecosistemi

Come s’è visto, l’uomo può influire in maniera preponderante sull’equilibrio di un ecosistema. Egli infatti ne è parte, dal momento che da esso trae gli elementi essenziali per vivere; tuttavia, con le sua attività, può anche imporgli cambiamenti radicali.

Cosa possiamo fare per proteggere gli ecosistemi

Per mantenere intatto l’equilibrio degli ecosistemi e la biodiversità si dovrebbero adottare semplici accorgimenti da adottare nella vita quotidiana, come ad esempio:

  • eseguire la raccolta differenziata correttamente
  • smaltire correttamente i rifiuti pericolosi
  • promuovere un contenimento dell’inquinamento (usare di meno l’auto a favore degli spostamenti a piedi o in bici, evitare gli sprechi idrici ed energetici)

Che tipo di ecosistema è il bosco

Si tratta di un’area di superficie terrestre caratterizzata da erbe, che formano il sottobosco, da arbusti e da alberi selvatici piuttosto alti.

Qual è il più grande ecosistema del pianeta

Gli oceani: una immensa distesa d’acqua che costituisce un sistema che contribuisce a regolare il clima e fornire circa la metà dell’ossigeno utile per la vita.

Qual è l’ecosistema più ricco di forme viventi

Fra i vari ecosistemi terrestri, boschi e foreste sono quelli che presentano maggior ricchezza di vita, sia in termini di forme animali che vegetali.

Approfondimenti utili

Per saperne di più sui temi dell’ecologia, della sostenibilità e del vivere all’insegna del green, ecco alcuni articoli interessanti per voi:

Ultimo aggiornamento il 29 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli

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