Finalmente anche i cani in ospedale potranno visitare il loro padrone
Cosa dice la legge e perché questa pratica fa bene a tutti
Anche se la pet therapy ha gradualmente incontrato crescente interesse ed attenzione, la possibilità di essere accompagnati in ospedale dal proprio animale da compagnia risultava finora legata ad esperienze sporadiche e non disciplinate da specifiche normative in merito. Ma, grazie a una sensibilità crescente verso il benessere psicologico dei pazienti, finalmente i cani in ospedale sono una realtà in molte strutture italiane ed europee. Vediamo cosa dice la legge, come si applica nei diversi Paesi e quali sono i benefici, supportati anche da studi scientifici.

Sommario
Cosa dice la legge in Italia sui cani e gatti negli ospedali
In Italia, la legge nazionale consente l’ingresso di animali d’affezione (cani, gatti e altri pet) nelle strutture sanitarie, ma stabilisce che ogni ospedale può regolamentare questa pratica in base a protocolli interni.
La normativa di riferimento è la Legge 281/1991, che riconosce il ruolo degli animali da compagnia come parte integrante del benessere umano. Tuttavia, è il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 9 marzo 2020 a fornire indicazioni più specifiche, stabilendo che gli animali possono accedere agli ospedali, purché non creino problemi di igiene o sicurezza.
Ogni regione italiana ha poi la facoltà di adattare le norme, con differenze significative da un territorio all’altro. Ad esempio:
- Lombardia e Veneto: hanno regolamenti specifici che facilitano l’accesso degli animali in ospedale, previa verifica del loro stato sanitario (vaccinazioni e documenti in regola)
- Emilia-Romagna: si colloca all’avanguardia in questo campo, ha infatti adottato protocolli che consentono l’ingresso degli animali in reparti non critici, come pediatria o geriatria, dopo 6 mesi di esperimenti
- Campania e Sicilia: in alcune strutture ospedaliere il tema è ancora controverso, con norme più restrittive e applicazione limitata
Cosa succede negli altri Paesi europei
L’Italia non è l’unico Paese a consentire la presenza di animali domestici d’affezione negli ospedali. In Europa, le politiche variano notevolmente:
- Germania: gli animali sono ammessi in molte strutture sanitarie, soprattutto in reparti pediatrici e case di riposo, dove il contatto con animali è considerato parte delle cure
- Francia: la normativa è simile a quella italiana, con accesso consentito previa autorizzazione della direzione ospedaliera e verifica sanitaria dell’animale
- Paesi Bassi: si va oltre, alcune strutture permettono ai pazienti di ricoverarsi insieme ai propri animali, soprattutto nelle cliniche per cure palliative
- Regno Unito: cani e gatti possono visitare i pazienti in molti ospedali, e organizzazioni come Pets As Therapy (PAT) promuovono programmi strutturati di pet therapy
Ci sono eccezioni? E per i bambini?
Sì, ci sono eccezioni. Gli animali non possono accedere a:
- Reparti critici, come terapia intensiva, sale operatorie o reparti di malattie infettive, per motivi igienico-sanitari
- Aree ad alto rischio: neonatologia e oncologia possono prevedere restrizioni più rigide per proteggere pazienti immuno-compromessi
Per quanto riguarda i bambini, molte strutture pediatriche supportano l’ingresso degli animali, riconoscendo il loro ruolo positivo nel ridurre l’ansia e migliorare l’umore dei piccoli pazienti.
In alcuni casi, i cani vengono persino coinvolti in attività terapeutiche strutturate, con risultati sorprendenti.
I vantaggi di portare i cani in ospedale
La presenza di cani e gatti negli ospedali non è solo una questione emotiva, ma ha solide basi scientifiche. Numerosi studi dimostrano i benefici della pet therapy per i pazienti:
- Riduzione dello stress, dal momento che il contatto con gli animali diminuisce i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e aumenta la produzione di serotonina e ossitocina, favorendo il rilassamento
- Miglioramento dell’umore: gli animali aiutano i pazienti a combattere la depressione, fornendo conforto e compagnia
- Supporto al recupero fisico: in pazienti anziani o ricoverati per lunghi periodi, gli animali stimolano il movimento e l’interazione sociale
- Benefici per i bambini: i piccoli pazienti trovano negli animali un’ancora emotiva che li aiuta a superare la paura e a collaborare meglio con i medici
La pratica migliora il benessere psicologico e fisico di chi è ricoverato. In presenza di protocolli chiari e una corretta gestione, i benefici superano di gran lunga i rischi. Perché, in fondo, un cane o un gatto non è solo un animale, ma un membro della famiglia, e averlo accanto nei momenti difficili può fare una differenza straordinaria.
Come organizzare l’ingresso degli animali in ospedale
Per portare un animale in ospedale, è necessario seguire alcune regole:
-
- Certificato sanitario, perché l’animale deve essere vaccinato e in buona salute
- Previa autorizzazione, ogni struttura stabilisce modalità e limiti per l’ingresso degli animali
- Supervisione: i quattrozampe devono essere sempre accompagnati e tenuti al guinzaglio o in appositi trasportini
Studi scientifici
Uno studio condotto dal Journal of Pain and Symptom Management ha dimostrato che i pazienti sottoposti a cure palliative che ricevono visite da animali sperimentano una riduzione significativa del dolore percepito e dell’ansia.
I problemi e le sfide della pratica
Nonostante i vantaggi, ci sono anche alcune sfide e controversie legate all’ingresso degli animali in ospedale.
Bisogna mettere in conto le difficoltà logistiche e la necessità di mantenere una stretta osservanza delle norme igieniche e di sicurezza. È fondamentale garantire che gli animali siano vaccinati, puliti e in buona salute per evitare rischi di trasmissione di malattie.
Anche il tema delle allergie è importante. Alcuni pazienti o operatori sanitari potrebbero essere allergici al pelo degli animali. Inoltre, Non tutti amano gli animali, e la presenza di cani o gatti potrebbe creare disagio in alcuni pazienti.
Inoltre, a beneficiare della presenza dei propri pet sono probabilmente molto di più i pazienti lungo-degenti e quelli in stato terminale che quelli legati a brevi periodi di degenza.
Bisogna fissare, inoltre, anche le modalità di accesso degli animali e quelle con cui si svolgeranno le occasioni di incontro tra i pazienti ed i loro amici a quattro zampe. Le strutture devono predisporre protocolli chiari per gestire le visite degli animali senza interferire con le attività ospedaliere.
Nonostante i possibili ostacoli, le evidenze empiriche evidenziano il sollievo e l’effetto benefico a livello psico-fisico che i degenti riportano nel momento in cui possono tornare ad accarezzare il proprio cane o gatto.
Curiosità sui pet
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Ultimo aggiornamento il 30 Maggio 2025 da Rossella Vignoli
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