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Flebite, conoscere questa infiammazione delle vene e curarla

Tutto sulla flebite: sintomi, cure e quando preoccuparsi. Scopri con la nostra guida come intervenire su questo disturbo che colpisce il sistema venoso.

Flebite, conoscere questa infiammazione delle vene e curarla

La flebite (tromboflebite o trombosi venosa) è un‘infiammazione di una vena causata da un trombo, ovvero un coagulo di sangue. Questo va ad ostruire le vene causandone il gonfiore.

Colpisce per lo più le gambe, ma non è detto che possa interessare anche le braccia o il collo, così come il resto del corpo.

Cause della flebite

Come anticipato, la causa primaria della flebite è data da un trombo.

Tuttavia tanti possono essere i fattori che scatenano il trombo, ma spesso si tratta di condizioni protratte di inattività. Esempio classico, una degenza lunga in seguito ad intervento chirurgico.

Fattori di rischio

Sicuramente alcune condizioni rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo di trombi e di conseguenza della flebite. Vediamo i principali:

  • obesità e sovrappeso
  • fumo
  • gravidanza
  • disturbi del sistema venoso e problemi di coagulazione
  • vita sedentaria
  • vene varicose
  • utilizzo della terapia ormonale sostitutiva o della pillola contraccettiva
  • patologie autoimmuni come il lupus
  • familiarità di trombi e precedenti episodi
  • tumori che possono danneggiare a livello del tessuto connettivo
  • fratture o interventi chirurgici.

Ovviamente, maggiori saranno i fattori di rischio, più è alta la possibilità di incorrere in un episodio di flebite. Inoltre, una volta infiammata una vena, aumenterà anche la possibilità che il problema torni a presentarsi.

Flebite: sintomi

La flebite si manifesta generalmente superati i 50 anni, distribuendosi in maniera equa tra uomini e donne.

Ecco i sintomi principali che devono subito allarmare:

  • gonfiore e rossore a livello della vena
  • dolore e sensazione di calore
  • pelle tesa e lucida intorno alla vena
  • vena ingrossata e dura, che risulta ben visibile se si trova in superficie.

Nonostante la presenza del trombo, se la vena è superficiale, il sangue continua a scorrere senza problemi, così come non ci sono problemi di movimento dell’arto interessato.

Se ad essere colpita è una vena profonda a questi sintomi si aggiungeranno anche:

  • febbre alta
  • difficoltà respiratorie
  • rischio di embolia polmonare.

In questi casi l’intervento al pronto soccorso deve essere immediato. Raramente una flebite può comportare anche un’infezione batterica che andrà curata assolutamente per evitare spiacevoli complicazioni.

Flebite

Flebite diagnosi e cura

La diagnosi di flebite deve essere fatta dal medico di base, il quale valuterà la necessità o meno di sottoporre il paziente ad ulteriori accertamenti.

Nello specifico possono essere richiesti gli esami del sangue per verificare la presenza di ulteriori fattori di rischio cardiovascolari. Si andrà a valutare la presenza del D-dimero, un frammento proteico.

Con molta probabilità verrà effettuata anche un’ecografia per analizzare nel dettaglio le condizioni delle vene. Raramente sono prescritti anche la TAC o la risonanza magnetica.

Cure e rimedi per la flebite

Nell’immediato è fondamentale mantenere l’arto interessato in posizione sollevata. In questo modo si favorisce la circolazione del sangue.

Oltre alla eventuale cura somministrata dal medico, si possono utilizzare delle calze a compressione graduata, fare degli impacchi, cercare di camminare il più possibile.

Al contrario sono assolutamente vietati i massaggi, al contrario di quanto si possa immaginare. Questi difatti potrebbero causare il distacco del trombo finendo con l’ostruire altre vene.

In ogni caso, si tratta comunque di rimedi che devono essere sempre riferiti al proprio medico per ottenere parere favorevole.

A scopo preventivo inoltre, soprattutto se si trascorrono molte ore seduti per lavoro, è fondamentale alzarsi almeno una volta ogni ora, camminare e sgranchirsi le gambe.

In alternativa, anche da seduti, si possono muovere le caviglie e flettere le ginocchia, di modo da riattivare la circolazione. Inoltre bisognerebbe evitare di indossare pantaloni molto stretti.

Il trattamento farmacologico può consistere nella somministrazione di antinfiammatori e farmaci più specifici per favorire lo scioglimento dei coaguli.

Generalmente dopo qualche settimana l’infiammazione rientra, anche se potrebbero permanere un po’ di rossore e gonfiore nella zona interessata. Questi scompariranno comunque nell’arco di qualche mese.

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Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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