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Incidenti in bici in Italia 2014-2025: cosa dicono i dati ISTAT e l’Atlante del Politecnico di Milano

Dieci anni di numeri su morti e feriti in bici: dove e perché accadono e le mosse concrete per prevenirli

L’Italia ha fatto progressi discontinui: il totale delle vittime stradali cala appena, e tra i ciclisti il 2024 ha mostrato un miglioramento che non è garantito nel 2025. Servono reti protette, città 30 credibili, incroci sicuri e una prioritizzazione dei punti neri. Ecco cosa dicono le dashboard messe a disposizione dal Politecnico di Milano sui dati ISTAT.

Incidenti in bici in Italia 2014-2025: cosa dicono i dati ISTAT e l’Atlante del Politecnico di Milano

Cosa è successo dal 2014 al 2025

Nell’ultimo decennio, in sintesi, l’Atlante nazionale dell’incidentalità ciclistica messo a punto dal Politecnico di Milano (sulla base dei dati ISTAT) conta oltre 164.000 incidenti con ciclisti tra il 2014 e il 2023, con più di 3.000 morti e oltre 150.000 feriti.

Il fenomeno non mostra un calo strutturale: l’andamento resta altalenante e il rischio rimane elevato nelle nostre città.

Gli anni recenti

In breve, ecco cos’è successo in Italia per quanto riguarda gli incidenti in bici negli ultimi anni dopo il rallentamento post-COVID:

  • 2023: in Italia si registrano 166.525 incidenti stradali totali, 3.039 vittime e 224.634 feriti. I ciclisti deceduti sono 212 (+3,4% sul 2022)
  • 2024: quadro nazionale complessivo stabile nelle vittime (3.030) ma con incidenti e feriti in aumento; i ciclisti deceduti scendono a 185 (−12,7% sul 2023)
  • 2025 (parziale): osservatori di settore segnalano un rimbalzo delle morti nei primi mesi dell’anno rispetto al 2024 (dato provvisorio, non ufficiale ISTAT). Va quindi posta attenzione a non abbassare la guardia

Dove accadono gli incidenti in bici

  • Città. Circa 3 incidenti su 4 avvengono in ambito urbano; tuttavia quasi metà delle vittime muore su strade extraurbane, dove le velocità sono maggiori e mancano protezioni fisiche. Nel complesso della sinistrosità il 2023, con i suoi 73,3% di incidenti in area urbana, vince su tutti.
  • Mortalità. L’indice di mortalità resta molto più alto sulle extraurbane (circa 4,3 morti ogni 100 incidenti) rispetto alle urbane (~1,1).
  • Regioni, Provincie e Comuni. Una geolocalizzazione del biennio 2022-2023 evidenzia che in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si verifichino il maggior numero d’incidenti. Milano è in sul podio del maggior numero d’incidenti (10.372) seguita da Roma (3.457) e Padova (3.132)

Per visualizzare le mappe che richiamano puntualmente gli incidenti che coinvolgono ciclisti per comune e per province e regioni, grazie alle coordinate rilasciate da ISTAT per 2022 e 2023, si nota come Veneto Questo strumento è utile per individuare nodi critici, assi pericolosi e incroci ricorrenti in ogni territorio.

Perché gli incidenti (e i morti) restano alti in Italia

I motivi sono presto detti:, vedendo come il disegno urbano ed extra-urbano siano sempre sbilanciati sul traffico veicolare:

  • Disegno stradale e velocità. Gran parte della rete extraurbana è senza infrastrutture ciclabili separate, e dove la velocità media è alta, l’indice di mortalità è nettamente superiore.
  • Prevalenza urbana senza protezioni. La maggioranza degli incidenti nasce in città, su strade con sezioni strette, sosta a bordo strada e frequenti intersezioni (svolte a destra/sinistra, apertura della portiera, precedenze). I numeri urbani del 2023 lo confermano.
  • Mix di traffico sbilanciato verso l’auto. Il parco circolante e le abitudini di spostamento rendono le auto dominanti, così aumenta l’esposizione dei ciclisti a interazioni conflittuali con veicoli pesanti ed auto in manovra
  • Governance disomogenea. L’analisi dei dati provinciali di ACI-ISTAT mostra forti differenze territoriali nei progressi verso gli obiettivi 2030 e non tutte le province migliorano allo stesso ritmo.

Fattori comportamentali ricorrenti

Nell’ambito degli incidenti totali analizzati nel 2023 pesano fattori comportamentali sia del ciclista che dell’automobilista come disattenzione, mancato rispetto delle precedenze e, solo nel caso dell’auto,  velocità eccessiva.

Questi sono fattori che impattano anche altri utenti vulnerabili della strada come i pedoni.

Cosa funziona per prevenire (misure prioritarie e misurabili)

  • Reti ciclabili protette e continue. Predisporre delle corsie fisicamente separate (con barriere, cordoli) snelle strade a scorrimento e nelle intersezioni delle piste protette, sono azioni che riducono gli scontri tra auto e bici.
  • Città 30 credibili e controllo velocità. Ridurre la velocità effettiva (azioni di traffic calming, usare gli autovelox nelle zone e nei corridoi di traffico più critici) incide soprattutto sulla gravità degli esiti nelle aree urbane. Inoltre, l’indice di mortalità dimostra che la velocità è un elevato fattore di rischio.
  • Messa in sicurezza dei punti neri. Programmare interventi sugli incroci, come isole salvagente, l’arretramento dello stop, le svolte con un raggio stretto, di cicli temporali del semaforo dedicati ai ciclisti, con il verde anticipato per loro), ma anche delle rotatorie a raggio contenuto, e pensare delle porte urbane agli ingressi della città.
  • Gestione della sosta e dell’apertura portiera (il fenomeno del dooring). Eliminare la sosta in prossimità delle intersezioni, ideare delle fasce di sicurezza lungo le file di auto in sosta, fare delle campagne sull’attenzione all’apertura portiera con mano opposta.

Standard nazionali coerenti e monitoraggio

Sarebbe importante ai fini statistici e di studio del fenomeno allineare le linee guida locali agli obiettivi 2030 e pubblicare indicatori annuali.

Per esempio, km di rete protetta realizzati, numero di intersezioni protette, variazione incidenti/feriti gravi per tratto facendo riferimento ai monitoraggi annuali realizzati da ACI-ISTAT ed ai dati ISTAT.

Formazione e precedenze “pro-utenza vulnerabile

Alcune iniziative potrebbero aiutare a diminuire gli incidenti portando consapevolezza tra automobilisti e conducenti dei mezzi pesanti, ma anche tra i ciclisti stessi:

  • campagne mirate su angoli ciechi
  • sorpassi con adeguata distanza laterale
  • uso luci e posizione in carreggiata
  • formazione obbligatoria per mezzi pesanti in ambito urbano

Numeri chiave

Per un fact-checking rapido, ecco i numeri in breve:

  • 2014-2023: >164.000 incidenti con ciclisti; >3.000 morti; >150.000 feriti.
  • 2023: 212 ciclisti morti; quadro generale 166.525 incidenti, 3.039 morti, 224.634 feriti.
  • 2024: 185 ciclisti morti (stima ACI-ISTAT), quadro generale 173.364 incidenti, 3.030 morti, 233.853 feriti.Dove accadono (2023, generale): 73,3% degli incidenti su strade urbane; indice di mortalità molto più alto sulle extraurbane.
  • Mappe 2022-2023: geolocalizzazione incidenti ciclisti per comune, provincia, regione (dashboard CRAFT-DAStU).

Nota sul 2025: i dati ufficiali ISTAT non sono ancora disponibili; le rilevazioni parziali degli osservatori segnalano un aumento delle vittime nei primi mesi rispetto al 2024. Trattare questa informazione come provvisoria.

Fonti principali

Abbiamo preso spunto e numeri da fonti come:

  • ISTAT – Incidenti stradali 2023 e 2024 (report e comunicati)
  • ACI-ISTAT – Dati su vittime per tipologia d’utente (comunicati e sintesi 2023-2024)
  • Politecnico di Milano – Dipartimento Architettura e Studi Urbani – Progetto CRAFT-DAStU / MAUD: Atlante e dashboard 2014-2023, mappe 2022-2023
  • Approfondimenti stampa (riassunti dei numeri chiave 2014-2023)

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Ultimo aggiornamento il 31 Ottobre 2025 da Rossella Vignoli

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Rossella Vignoli

Fondatrice e responsabile editoriale, è esperta di bioedilizia, design sostenibile e sistemi di efficienza energetica, essendo un architetto e da sempre interessata al tema della sostenibilità. Pratica con passione Hatha yoga, ed ha approfondito vari aspetti dello yoga. Inoltre, è appassionata di medicina dolce e terapie alternative. Dopo la nascita dei figli ha sentito l’esigenza di un sito come tuttogreen.it per dare delle risposte alla domanda “Che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?”. Si occupa anche del sito in francese toutvert.fr, e di designandmore.it, un magazine di stile e design internazionale.

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