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Per la moda si uccidono ancora struzzi e coccodrilli

Nel 2016 e nonostante una stagnazione economica diventata ormai atavica, siamo ancora costretti a parlare di questo genere di notizie. Già, perché ci sono ancora persone che indossano abiti o accessori fatti con pelli o pellicce di animali. Vittime privilegiate di questa carneficina sembrano essere soprattutto struzzi e coccodrilli, per opera di griffe molto stimate e quotate quali Hermes o Louis Vuitton. Ma non solo.

Per la moda si uccidono ancora struzzi e coccodrilli

Ancora una volta è stata l’associazione animalista statunitense Peta a denunciare in che modo sono trattati gli struzzi e gli alligatori, per il piacere nel vestire di lusso di qualcuno. I Paesi principali scenari di questo scempio sono il Sud Africa e lo Zimbabwe (dove Peta ha già pubblicato in passato un filmato crudo che vi invitiamo a visionare solo se non impressionabili). Ma gli alligatori vengono martoriati, perché è questo il termine giusto, anche nel civilissimo Texas.

Roba che farebbe impallidire anche l’eroe cinematografico lanciato proprio dalla fabbrica di sogni americana per eccellenza, Hollywood. Ossia Crocodile Dundee.

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Il nuovo filmato pubblicato da Peta porta la firma di Joaquin Phoenix, vegano convinto. Lui che gli animali non ama neppure mangiarli. Figuriamoci indossarli per mero capriccio. Ma anche l’Italia ha fatto la sua parte, per sei mesi. Come? Durante il tanto sbandierato Expo 2015 tenutosi a Milano, da maggio a ottobre dello scorso anno.

Qui, infatti, sempre lo Zimbabwe, tramite il suo stand ha pubblicizzato l’hamburger ricavato dalla carne di coccodrillo. E ha pure ammonito l’Italia, perché è l’unico Stato dell’Unione europea a non mangiare quel tipo di pietanza. Ma poi, per bocca sempre del suo console, ha ringraziato Expo per aver finalmente dato loro la possibilità di far provare quella che chiamano ‘propria specialità’.

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Da parte dei responsabili di Expo nessuna dichiarazione in merito, troppo presi come sono stati a cullarsi sui numeri positivi della kermesse internazionale (peraltro non esente da scandali giudiziari, ma questa non è purtroppo una notizia). In fondo, le loro sarebbero state, è proprio il caso di dirlo, lacrime di coccodrillo. Così, hanno preferito, sempre per restare in tema di metafore attinenti all’argomento, nascondere la testa sotto terra come fa uno struzzo.

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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