Il Platycodon (Platycodon grandiflora, syn. Platycodon grandiflorus) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Campanulacee.
Originaria dell’Asia, in particolare di Giappone, Cina, Siberia e Corea, cresce spontaneamente. La sua diffusione va dal mare all’alta montagna. La si può trovare nei prati, sulle rupi, nei pascoli e in qualche sottobosco.
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Il nome Platycodon deriva dal greco “platys” che vuol dire “largo, ampio” e da “codon” che significa “campana”. La fusione dei due termini è un chiaro riferimento ai suoi fiori a campanula.
Somiglia moltissimo alle campanule, ma con i fiori che assumono dimensioni davvero eccezionali.
Alta in media 50/60 cm, la pianta presenta fusti eretti, ricchi di foglie ovali o lanceolate, di un bel colore verde. Nel periodo della fioritura (da giugno ad autunno inoltrato) fanno la loro comparsa numerosi fiori a stella, con 4 o 5 lobi, raggruppati a grappolo. Il colore predominante dei fiori è blu/viola scuro, ma esistono anche le versioni in bianco e rosa.
I boccioli sono molto interessanti: diventano così gonfi da assomigliare a dei palloncini. Non a caso in Gran Bretagna il Platycodon è soprannominato Baloon Flower.
Esistono varietà a fiore semplice e doppio.
In autunno maturano anche i frutti, capsule sporgenti che contengono numerosi semi molto fini.
Le principali varietà note di Platycodon sono:
Si coltiva con facilità sia in giardino che in vaso.
Ora vediamo quali sono i fattori per garantire la buona crescita della pianta.
Luogo soleggiato o a mezz’ombra.
Posizioni eccessivamente ombreggiate possono causare una scarsa fioritura. Nelle zone con estati eccessivamente calde, le piante vanno riparate dal sole diretto perlomeno nelle ore più calde della giornata. Il Platycodon sopporta bene le temperature molto rigide dal momento che va in riposo vegetativo durante i mesi invernali.
Il Platycodon ama il terreno profondo, ricco, ben drenato, neutro o subalcalino.
Le irrigazioni devono essere frequenti nelle prime due settimane dalla messa a dimora, facendo attenzione a non lasciare ristagni. Dopo tale periodo le piante sono praticamente autonome e si deve intervenire nel caso di lunga siccità e/o grande caldo.
Da aprile a settembre il Platycodon va annaffiato regolarmente – ma mai troppo abbondantemente – in particolare nei mesi di luglio e agosto.
Durante il periodo vegetativo, mescolare all’acqua dell’annaffiatura del concime per piante da fiore, ogni 15-20 giorni.
Il terreno deve rimanere umido ma non devono esserci ristagni.
Dalla ripresa vegetativa, va somministrato un fertilizzante liquido, specifico per piante da fiore diluito nell’acqua delle annaffiature, una volta al mese.
In alternativa, ogni 3-4 mesi, si può cospargere attorno alla piante un concime granulare a lenta cessione.
Preferire prodotti in cui prevale il potassio rispetto all’azoto, in modo da non stimolare troppo la crescita vegetativa a scapito della fioritura.
Durante queste operazioni, fare attenzione a non danneggiare le radici.
Provvedere regolarmente ad eliminare gli steli secchi.
Anzitutto bisogna lavorare il terreno in profondità eliminando tutte le infestanti e le radici presenti. Inglobare una buona quantità di stallatico o compost ben decomposto.
Se il terreno risultasse ancora pesante, si può aggiungere qualche manciata di sabbia. Inserire le piantine ad una distanza da 20 a 40 cm una dall’altra.
Le piantine di Platycodon sono in commercio a inizio primavera, il periodo perfetto per la messa a dimora nelle zone dove gli inverni sono molto freddi.
Al centro-sud è possibile eseguire l’operazione in autunno.
Scegliere un contenitore più profondo che largo. Creare sul fondo uno spesso strato drenante con ghiaia, argilla espansa o biglie di vetro. Inserire la piantina e bloccarla con del terriccio per piante fiorite, mescolandovi un 20% di sabbia. Compattare bene e irrigare.
In autunno le piante di Platycodon possono essere seminate in serra, ma anche essere riprodotte per talea in estate o divisione dei cespi e foglie in primavera.
Da praticare solo se la pianta perde vigore e fiorisce di meno.
Procedimento molto semplice. Basta raccogliere i semi a fine estate e mantenerli freschi fino a primavera. In aprile si può procedere con la semina in terriccio speciale, coprendo i semi leggermente. Annaffiare fino al sollevamento in tre o sei settimane.
È una pianta molto sana. In genere il Platycodon non viene colpito da parassiti o malattie. Al massimo, in primavera chiocciole e lumache possono danneggiare le foglie giovani. Se la situazione si fa grave, agire con dei lumachicidi.
I composti estratti e purificati dalle radici di Platycodon presentano proprietà:
Tali effetti sono stati documentati sia in vitro sia con esperimenti sui topi.
La mancanza di efficacia e i limiti di sicurezza per l’utilizzo sull’uomo richiedono tuttavia ulteriori ricerche.
È il fiore simbolo dell’Asia Orientale.
In Giappone, dove è chiamato kikyō, è il simbolo della tradizione dell’intera nazione. Rappresenta inoltre uno dei “sette fiori dell’autunno”.
In Corea la campanula bianca (doraji) è cantata nelle canzoni popolari tradizionali.
I fiori e le radici del Platycodon sono commestibili. La radice, fresca o essicata, è un ingrediente molto comune nelle insalate della cucina coreana tradizionale.
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