Si può vietare ai bambini di giocare nel cortile condominiale? Vediamo cosa dice la legge
Il gioco all'aria aperta è uno svago naturale e sano che spinge al contatto con il verde e la natura in città
Emblematica una recente delibera approvata dal comune di Milano che ha dovuto riconoscere con un’ordinanza ufficiale ‘il diritto al gioco’ nei cortili condominiali. Una decisione che fa sorridere se pensiamo che molti vogliono sapere se si può vietare ai bambini di giocare nel cortile condominiale e nei giardini comuni. Il gioco all’aria aperta è la più naturale e sana forma di libertà e svago dei ragazzi.
Sommario
- Si può vietare ai bambini di giocare nel cortile condominiale?
- Cosa dice la legge sul gioco nel cortile condominiale
- Codice civile e utilizzo delle Parti comuni
- Regolamento condominiale
- Giurisprudenza e sentenze rilevanti
- Regolamenti e Decreti comunali
- Controversie sul gioco in cortile
- Un regolamento comunale permette di giocare in cortile
- Perchè lasciare giocare i bambini nel cortile è importante
- Un decreto che permette di lasciare le bici in cortile
- Altro sui bambini
Si può vietare ai bambini di giocare nel cortile condominiale?
Giocare, ridere, saltare, correre, gridare. In una parola: infanzia, quella che tutti i bimbi (compresi i bimbi di città) dovrebbero avere diritto di vivere liberamente negli spazi destinati al gioco e al divertimento. Eppure non sempre è così e in molti parchi, cortili condominiali e spazi pubblici capita di incappare in ogni sorta di divieto e interdizione, che di fatto limitano le attività ricreative dei più piccoli.
Ma quante volte ci siamo trovati davanti a un cartello che recava l’odiosa scritta che risale almeno agli anni ’30: ‘Vietato il giuoco del pallone’? E oggi, si può veramente ancora vietare ai bambini di giocare nel cortile condominiale e negli spazi verdi comuni?
Cosa dice la legge sul gioco nel cortile condominiale
In Italia, la regolamentazione del gioco dei bambini nei cortili condominiali varia in base alle norme del codice civile, ma i regolamenti condominiali possono regolamentare la situazione. In più, si deve far riferimento anche ad eventuali sentenze giurisprudenziali e i decreti o regolamenti comunali.
Di seguito una panoramica dei vari casi e dei riferimenti normativi rilevanti.
Codice civile e utilizzo delle Parti comuni
L’art. 1102 del Codice civile stabilisce che ciascun condomino può utilizzare le parti comuni (come i cortili), purché non impedisca agli altri di farne un uso paritario e non ne alteri la destinazione d’uso.
Il cortile condominiale è considerato un’area comune destinata a molteplici utilizzi, inclusi svago e socializzazione. Pertanto, il gioco dei bambini può rientrare in questo utilizzo, a meno che non crei disturbo o danni rilevanti.
Regolamento condominiale
Il regolamento di un condominio può avere limitazioni o clausole specifiche sull’uso del cortile, inclusi i giochi dei bambini. Ci sono i casi di un Regolamento deciso in assemblea che vieta il gioco in determinate fasce orarie per evitare rumori molesti (art. 1138 del Codice Civile), oppure un regolamento inserito nel contratto di acquisto, che vieta completamente il gioco dei bambini nei cortili, purché tale disposizione non violi norme imperative o principi di buona fede.
Giurisprudenza e sentenze rilevanti
La giurisprudenza italiana ha spesso affrontato controversie legate al gioco dei bambini nei cortili condominiali, con orientamenti variabili dal permesso del gioco come diritto tutelato ed espressione di un uso legittimo delle parti comuni, al cercare di bilanciare gli interessi tra chi ha il diritto al gioco e chi vuole il diritto alla tranquillità, ordinando limitazioni di orario o divieti per attività particolarmente rumorose (come il gioco a palla).
Regolamenti e Decreti comunali
Alcuni comuni italiani hanno deciso di occuparsi della questione emettendo dei decreti specifici per favorire il gioco dei bambini o disciplinare l’uso delle aree pubbliche e comuni, anche all’interno di contesti condominiali.
Alcuni Comuni hanno imposto il rispetto di determinate fasce orarie per giochi rumorosi, altri sono più orientati a sancire il diritto al gioco come parte dell’attenzione al benessere dell’infanzia (vedi ad esempio la Carta dei diritti del bambino dell’UNICEF, recepita in alcune normative locali).
Altri ancora hanno deciso di andarci giù duri, vietando qualsiasi gioco, altri ancora limitando le attività che possono causare rischi alla sicurezza o intralciare il normale uso delle aree.
Le ordinanze comunali spesso sono più forti dei divieti condominiali.
Controversie sul gioco in cortile
In alcuni casi possono insorgere delle controversie, ecco quali sono le più comuni e come è possibile provcedere:
- Rumore molesto. Se il gioco dei bambini genera un disturbo intollerabile (ad esempio, urla eccessive o utilizzo continuo di palloni), i condomini possono chiedere all’amministratore di intervenire. In assenza di un regolamento, il giudice può stabilire limitazioni.
- Danni alle proprietà comuni. Il regolamento condominiale può imporre restrizioni per evitare che attività di gioco danneggino muri, pavimenti o altre strutture.
- Assenza di regolamento condominiale. In mancanza di disposizioni specifiche, prevale il principio generale di uso paritario e non esclusivo delle aree comuni.
Un regolamento comunale permette di giocare in cortile
A Milano è stato invece approvato un regolamento della polizia urbana che, alla voce ‘Giochi dei bimbi nei cortili’ (art. 83 bis) cancella il monito (almeno nei cortili meneghini) di non giocare.
I regolamenti condominiali si devono adeguati alle nuove disposizioni.
Perchè lasciare giocare i bambini nel cortile è importante
Anche l’articolo 24 della Carta dei Diritti Umani afferma che ‘il diritto al gioco e all’attività ludica è un valore da tutelare per le importanti funzioni sociologiche e psicologiche nella crescita e formazione del bambino’. E cosa c’è di meglio che poter esercitare questo diritto all’aria aperto, in spazi verdi e in contesti socialmente stimolanti, invece che tra le mura domestiche, magari davanti all’ennesimo videogame?
Visto che la vita in città comporta inevitabilmente la compressione degli spazi verdi e quelli idonei al gioco dei bambini, non sarebbe opportuno tutelare quelli rimasti e valorizzarli con attività propositive?
Il valore sociale e culturale del gioco infantile migliora la qualità della vita della comunità.
Ed è questo il principio da difendere. Un principio dal valore anche ambientale, visto che permettere ai bimbi di giocare nel parco più vicino significa il più delle volte avvicinarli alla natura e far sì che possano viverla in libertà e spensieratezza, il modo più efficace per istruirli all’amore e al rispetto per l’ambiente. Con buona pace di chi di giochi a palla e schiamazzi ai giardini e nel cortile non vuol proprio sentirne parlare.
Un decreto che permette di lasciare le bici in cortile
Forse non tutti sanno che sebbene il regolamento condominiale lo escluda o lo vieti, oggi in molte città sono venuti meno anche i divieti di transito e ricovero delle biciclette per i residenti.
E dunque si può lasciare la propria bici in cortile o negli spazi verdi condominiali perché un decreto comunale è più forte di quello condominiale.
E voi che ne pensate?
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Ultimo aggiornamento il 13 Gennaio 2025 da Rossella Vignoli
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