Ambiente

Barriere coralline a rischio d’estinzione: è la più grave minaccia ambientale?

Cause, conseguenze, prospettive future e pratiche per la salvaguardia

Barriere coralline a rischio d’estinzione! È stato stimato che, solo a causa del cambiamento climatico, la vita di metà degli ecosistemi corallini è destinata a scomparire entro il 2035.
Forse non tutti lo sanno, ma i coralli ricoprono una grandissima importanza nell’ecosistema marino.
Andiamo quindi a capire com’è la situazione, quali sono le prospettive e cosa possiamo fare per arginare il problema

Barriere coralline a rischio d’estinzione: è la più grave minaccia ambientale?

Cosa sono le barriere coralline

Diffuse in particolar modo nelle calde e basse acque tropicali e subtropicali, le barriere coralline sono ecosistemi sottomarini complessi costituiti dall’accumulo di carbonato di calcio secreto dai polipi dei coralli.

Costituiscono l’habitat per varie forme di vita marina, tanto da essere soprannominate le ‘foreste pluviali del mare’.

Perché sono importanti le barriere coralline

Per la loro stessa natura, queste lunghe praterie di coralli svolgono un ruolo di vitale importanza nella biodiversità globale e contribuiscono al tempo stesso alla protezione delle coste.

Seppure coprano soltanto l’1,2% della superficie terrestre, si stima che i coralli siano degli ecosistemi così sofisticati da ospitare la maggior parte del patrimonio di biodiversità marina: sarebbero da 1 a 3 milioni le specie marine di casa nell’ambiente offerto dalle barriere coralline e quasi un quarto di quelle che dipendono dalle barriere.

Basti pensare che un’estinzione dei coralli porterebbe oggi a privare delle risorse alimentari centinaia di migliaia di persone, in gran parte in Asia, con un danno economico, oltre che umano ed ambientale incalcolabile.

Cancellare il corallo dalla faccia della terra porterebbe quindi alla creazione di una nuova tipologia di “profughi ambientali”, costituita da diverse decine di milioni di persone.

Le previsioni sulla scomparsa delle barriere coralline

Presupponendo stabile uno scenario come quello attuale, il 2050 è l’anno in cui le condizioni ambientali saranno inadatte per le barriere del mondo.

La notizia proviene dall’Università delle Hawaii ed è il frutto di un lavoro di ricerca sostenuto dal National Science Foundation Graduate Research Fellowship Program americano.

Sulla base di tali studi, si tratta quindi di un disastro preannunciato ben difficile da prevenire.

A causa della gravità della situazione, l’UNESCO ha raccomandato l’inserimento della Grande Barriera nell’elenco dei Siti in Pericolo, riconoscendo come minaccia principale del problema il cambiamento climatico.

barriere coralline

Perché la barriera corallina sta scomparendo: le principali cause

Premesso il problema, entriamo più a fondo della questione e andiamo a vedere più nel dettaglio quali sono le minacce e i pericoli che porteranno alla scomparsa della barriera corallina.

I fattori che minacciano l’ecosistema marino sono infatti vari e numerosi, gran parte dei quali provocati dalle attività umane.

Cambiamento climatico e sbiancamento dei coralli

Nell’estinzione, il cambiamento climatico ricopre un ruolo di grande rilievo. Infatti, il cambiamento climatico, unito all’aumento della temperatura delle acque del mare, provoca lo sbiancamento dei coralli, un processo che rende i coralli fortemente vulnerabili a stress e malattie.

Le tipiche tonalità arancioni-rossastre di questi organismi marini, che tanto amiamo ammirare facendo snorkeling o immersioni, sono prodotti dalle zooxantelle, particolari alghe unicellulari che vivono in simbiosi con i coralli. Queste alghe brune, oltre a conferire ai coralli le meravigliose tinte che colorano i fondali, costituiscono al tempo stesso anche una fonte di energia molto importante per i coralli stessi grazie al processo di fotosintesi.

In presenza di particolari condizioni ambientali, come i cambiamenti climatici, l’innalzamento della temperatura delle acqua marine e l’inquinamento, i coralli reagiscono espellendo questa alga.

Di conseguenza, perdono le loro vivaci tinte e diventano bianchi. Oltre al problema estetico, la mancanza delle zooxantelle crea difficoltà anche nella riproduzione in quanto viene meno il processo di fotosintesi. I coralli quindi non hanno più né il tempo né il modo per rigenerarsi o per riprodursi.

Il surriscaldamento delle acque, fa sì che i coralli espellano queste alghe zooxanthellae che vivono nei loro tessuti, e se le temperature non tornano alla normalità entro 6-8 settimane, i coralli finiscono perfino per morire. Ad aggravare la loro situazione il fatto che gran parte della barriera corallina si trovi spesso a pelo d’acqua, proprio dove si verifica il maggiore aumento delle temperature.

Lo scorso anno il 93% dei coralli della Grande Barriera Corallina è stato soggetto a sbiancamento, e il 22% di questi è morto. Ciò significa che, se è vero che la gran parte dei coralli resiste, almeno 1 su 5 muore. E alla lunga, questo fenomeno provocherà la loro definitiva estinzione.

Inquinamento e acidificazione degli oceani

Anche l’inquinamento delle acque si riverbera direttamente sulla sopravvivenza dei coralli. Il deflusso che proviene dalle industrie, dall’agricoltura e dalle aree urbane, riversa nelle acque sostanze chimiche e sedimenti di vario genere nelle acque costiere. Ciò va a compromettere la qualità dell’acqua del mare, aumentando la suscettibilità delle barriere coralline alle malattie e favorendo la proliferazione di alghe dannose.

Sempre in tema inquinamento, un altro grave problema è l’acidificazione degli oceani, provocato dall’elevata concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, che porta ad un maggior assorbimento di CO2 da parte degli oceani. Tale fenomeno porta ad una acidità delle acque, condizione che ostacola la capacità dei coralli di formare i loro scheletri di carbonato di calcio.

Pesca eccessiva e distruttiva

La pesca eccessiva porta all’esaurimento delle popolazioni ittiche, andando così a creare un forte squilibrio in quello che è il delicato equilibrio interno degli ecosistemi della barriera corallina. Senza poi dimenticare le pratiche di pesca distruttive, come l’impiego del cianuro o la pesca con esplosione, tecniche che danneggiano l’ambiente marino.

Urbanizzazione delle aree costiere

L’urbanizzazione e lo sviluppo di infrastrutture lungo le coste ha un impatto negativo sulla salute delle barriere in quanto provoca la distruzione di tali habitat.

Turismo mal gestito

Sono sempre di più il turismo di massa arriva anche nelle mete più esotiche ed irraggiungibili, perchè sempre più persone scelgono come meta vacanziera i mari tropicali, anche per ammirare i meravigliosi fondali. Tuttavia, in tal senso, è necessaria una educazione ad un turismo sostenibile.

Difatti, molte attività sono mal gestite e poco controllate. Calpestare i coralli e raccoglierne alcuni pezzi come souvenir sono gesti che provocano danni molto gravi, che ne accelerano la morte.

Quali sono le conseguenze dell’estinzione delle barriere coralline

La progressiva perdita di barriera corallina porta a varie conseguenze: sull’ambiente marino, sugli ecosistemi, così come anche sulle economie e sulle comunità. Nello specifico:

  • Perdita della biodiversità in quanto moltissime specie dipendono dalle barriere coralline, dove possono trovare cibo, rifugio e terreni dove riprodursi
  • Distruzione di catene alimentari marine
  • Drastica riduzione dei prodotti ittici con conseguenti perdite economicheper le comunità che si basano sul settore della pesca
  • Calo del turismo, dal momento che le barriere coralline costituiscono, di per sé, importanti attrazioni turistiche che ogni anno attirano milioni di visitatori per fare snorkeling e immersioni, con dirette ripercussioni su tutto il comparto lavorativo investito nel settore turistico
  • Perdita di protezione per infrastrutture e proprietà costruite sulla costa: le barriere coralline sane, infatti, fungono da barriere naturali, proteggendo le coste dall’erosione e dall’innalzamento delle acque del mare
  • Declino delle scoperte medico-scientifiche: molti organismi marini che vivono nelle barriere coralline producono sostanze chimiche dalle potenziali proprietà medicinali

Cosa fare per salvaguardare la barriera corallina

Per salvaguardarle sono necessari sforzi concertati a livello globale e collettivo, che implicano un certo impegno da parte delle comunità e anche iniziative sul fronte politico. Ecco alcune delle best practice da mettere in atto.

  • Ridurre l’inquinamento, optando tutte le volte che si può per le pratiche del riutilizzo e il riciclo
  • Regolamentare le pratiche di pesca
  • Promuovere uno sviluppo costiero sostenibile bloccando la cementificazione delle coste e limitando l’espansione urbana
  • Combattere il riscaldamento globale, riducendo in maniera drastica le emissioni di gas effetto serra
  • Utilizzare di più le energie rinnovabili
  • Sviluppare e promuovere attività sostenibili che nello tesso tempo rispettino le barriere coralline e creino posti di lavoro in settori come la pesca, il turismo, il trasporto marittimo, l’acquacoltura…
  • Limitare il numero di subacquei
  • Evitare l’uso di pesticidi in agricoltura
  • Creare aree marine protette (MPA), in buone condizioni e ricche di specie, dove le attività umane sono regolate
  • Ripristinare le scogliere degradate a causa delle attività umane, coltivando in loco il corallo o trapiantandolo da un altro sito in modo che possa riformare una nuova colonia

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