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Tutto sull’aquascape, il giardinaggio acquatico

La tecnica per riprodurre paesaggi naturali all'interno di un acquario d'acqua dolce

Hai mai sentito parlare dell’aquascape? Si tratta di un ramo dell’acquariofilia molto affascinante e divertente, che permette di creare paesaggi naturalistici all’interno di una vasca piena d’acqua. Secondo un preciso layout, si vanno a disporre piante acquatiche, rocce, pietre e legni all’interno di un acquario. Oltre a realizzare un bel layout, è però importante conoscere anche molti aspetti tecnici in modo tale che l’acquario raggiunga un suo equilibrio stabile nel tempo.
Andiamo quindi a scoprire alcune nozioni di base e gli strumenti necessari.

Tutto sull’aquascape, il giardinaggio acquatico

Cosa vuol dire aquascape?

Il termine aquascape è un neologismo che vuol dire “paesaggio acquatico”. L’aquascaping è una tecnica con cui si realizzano paesaggi naturali – il più simili possibile al vero – all’interno di un acquario d’acqua dolce. L’aquascape è la forma più “naturale” di creare un paesaggio acquatico. Non si va infatti a creare un biotopo, ovvero la rappresentazione di un ambiente acquatico con piante, pesci, legni e materiali di uno specifico luogo geografico.

Fare aquascaping significa creare dei veri e propri paesaggi acquatici, arredare il proprio acquario con ambientazioni suggestive e di grande impatto scenico per gli occhi.

L’aquascape è una filosofia acquaristica che già da qualche anno sta avendo successo all’estero e, ora, sta prendendo sempre più piede anche in Italia.

Aquascape: origini e significato

Di origine giapponese, l’aquascape è una sorta di acquario Zen. Il paesaggio sommerso si ispira alla natura. L’insieme di rocce, piante e legni rende l’aquascape una composizione unica dove l’unica protagonista è la natura.

Aquascape Iwagumi

L’Iwagumi è uno stile di aquascape. Ad inventarlo fu Takashi Amano, il creatore dei primi acquari naturali.

Basato sul principio dei giardini di pietra giapponesi, in un acquario Iwagumi vengono ricreate formazioni rocciose naturali o paesaggi. Takashi Amano è riuscito ad applicare questi principi ad un acquario, dando vita ad una composizione dinamica e particolarmente naturale, tramite il posizionamento delle varie pietre all’interno della vasca.

aquascape iwagumi
Lo stile Iwagumi tende a ricreare formazioni rocciose naturali con uno stile minimalista che ricorda i giardini alla giapponese.

Lo stile Iwagumi ha un approccio puristico ed è caratterizzato da un design minimalista. Sulla base di questo criterio, si suggerisce di usare, come elemento decorativo, solo un particolare tipo di pietra. In questo tipo di layout vengono usate anche le piante acquatiche; tuttavia, l’attenzione è principalmente rivolta alle pietre. Non vengono utilizzate le radici.

Acquario Iwagumi: hardscape

Nello stile Iwagumi, molto valore è dato dal corretto posizionamento delle pietre. Di solito, per ottenere un risultato che sia il più naturale possibile, vengono utilizzate pietre di dimensioni diverse. La pietra principale (Oyaishi), è l’attrazione principale. Il Fukuishi è la pietra più piccola successiva, che forma un contrappunto visivo alla pietra principale. Dopodiché, pietre di Soeishi più piccole, supportano l’impressione data della pietra principale. Infine, i Suteishi sono i più piccoli elementi di pietra che formano i dettagli finali.

In questo tipo di allestimento vanno rispettati alcuni principi fondamentali. Conosciamoli meglio:

  • le rocce devono essere tutte dello stesso tipo per creare un effetto omogeneo e quindi più realistico
  • la grandezza delle rocce deve essere fra loro diversa
  • le rocce devono essere in numero dispari, così da bilanciare e dare armonia al layout
  • la roccia principale, ossia quella più grande, dev’essere posizionata ai 2/3 della lunghezza della vasca secondo la regola aurea; le restanti rocce vanno posizionate a scalare, cercando di dare la massima profondità e naturalezza possibili
  • nel posizionarle, orientare le rocce secondo lo stesso orientamento
  • il materiale di fondo va distribuito tra le rocce cercando di dare un senso di profondità. Si parte dalla parte anteriore (3-4 cm) per poi aumentare in maniera graduale fino ad arrivare al fondo (10 cm circa)

Aquascape Ryuboku

Il Ryuboku è un’altra tipologia di aquascaping. Traducibile in inglese con l’espressione “Driftwood”, cioè, “legno alla deriva”, indica gli acquari allestiti con i legni.
Takashi Amano prevede 3 tipi di composizioni:

  • centrale, in cui i legni sono posizionati perfettamente al centro della vasca, formando un triangolo con il vertice orientato verso l’alto
  • laterale, con i legni disposti in uno dei due lati orientati verso il centro per dare dinamismo
  • a V, in cui i legni sono sistemati lungo entrambi i lati, lasciando uno spazio vuoto al centro, per aumentare il senso di profondità

aquascape

Dimensioni acquario

Per l’aquascape non è necessario avere a disposizioni acquari enormi. Soprattutto per iniziare, si possono usare anche vasche dalle dimensioni contenute. Tuttavia, indipendentemente dalle misure, ci sono alcuni criteri generici da conoscere e tener presente. In genere, per la realizzazione di vasche di aquascaping, si utilizzano acquari aperti, con tutti i lati di vetro e senza alcuna parte in plastica. L’ideale è una vasca avente una larghezza che sia almeno la metà della lunghezza, e un’altezza almeno uguale alla larghezza. Tali dimensioni consentono infatti di disporre gli elementi su piani diversi in modo da andare a creare un senso di profondità. Al contrario, è fortemente consigliato l’utilizzo di acquari troppo alti o stretti.

Aquascape piante

Le piante acquatiche preferite da chi pratica l’aquascaping sono le Epifite perché offrono svariati vantaggi. Vediamoli qui di seguito.

  • Sono eccezionali dal punto di vista estetico perché ricreano gli ambienti naturali in maniera insostituibile donando al tempo stesso una magnifica naturalezza al layout
  • Sono facili da coltivare
  • Si adattano a diverse condizioni di luce e CO2
  • Una volta legate a radici e legni, si possono spostare così da modificare il layout
  • Possono essere inserite in qualsiasi zona dell’acquario (in primo piano, sullo sfondo, in basso vicino al substrato, in alto legate ai legni…)

Caratteristiche delle piante epifite

Le piante epifite hanno radici particolari, costituite da sottili capillari. Per questo motivo, per poter essere coltivate in acquario, vanno ancorate a dei supporti, come rocce o legni. Esattamente come accade per i muschi acquatici.

aquascape

Piante epifite: le specie più utilizzate per l’aquascape

Scopriamo quindi ora quali sono le specie più amate dagli acquariofili e coltivate nell’acquario.

Anubias

Le Anubias vengono usate molto spesso sia per i layout di aquascaping ma anche negli acquari tropicali. Sono tra le specie più facili da coltivare perché si adattano a svariate condizioni dell’acqua. In particolare, riescono a crescere ad una temperatura compresa tra i 20° e i 35°, un PH tra 6 e 8 ed un KH tra 3 e 15. Inoltre, le anubias possono essere sistemate in varie zone dell’acquario, sia all’ombra che sotto luce intensa.
La varietà Bonsai, con le minuscole foglioline, è una delle piante preferite dagli aquascaper. Spesso, infatti, la utilizzano alle basi dei legni e in zone ombreggiate dove altre specie farebbero fatica a crescere.

Bolbitis

Le Bolbitis, originarie dell’Africa occidentale, vengono spesso usate dagli aquascape che vogliono ricreare paesaggi acquatici ispirati a foreste e rive di fiume. Si tratta di felci con foglie che possono arrivare a 30 cm. La Bolbitis si adatta a vivere e crescere in acque con temperatura tra i 15 e i 28 gradi, PH tra 6 e 7,5 e KH compreso tra 3 e 10.
Con un buon movimento d’acqua, cresce più velocemente. Sotto luce intensa, le foglie e tendono ad assottigliarsi e assumono una colorazione più chiara.

Microsorum

Piante originarie del sud est asiatico che nell’acqua si propagano con facilità. Le varie specie di Microsorum sono facili da coltivare e si adattano a svariate condizioni. Crescono bene in acque con temperatura compresa tra i 15 e i 28 gradi, PH tra 6 e 7,5 e KH tra 3 e 10. Molto amate dagli aquascaper sono le cultivar dalle foglie più sottili. Sono molto utili quando si vuole rappresentare una fitta vegetazione o quando è necessario avere cespugli folti in mezzo alle ramificazioni dei legni. Le foglie più vecchie spesso tendono ad annerirsi; per questo, vanno potate con regolarità.

microsorum per aquascape
Un esempio di utilizzo di una piantina della specie Microsorum per aquascape

Piante per aquascape in stile giapponese

Per lo stile giapponese, oltre al muschio di Giava, vengono principalmente utilizzate piante come l’Eleocharis acicularis, l’Eleocharis parvula, l’Echinodorus tenellus, la Glossostigma elatinoides, l’Hemianthus callitrichoides, la Riccia fluitans e lo Staurogyne.

Consigliate anche piante dalle foglie lineari e nastriformi, come l’Eleocharis vivipara o la Vallisneria nana.

Potrebbe essere utile sapere che Takashi Amano, per la maggior parte dei suoi allestimenti, utilizza pochi tipi di piante. È consigliato scegliere 5/6 tipologie di piante diverse e che, soprattutto, richiedano i medesimi valori.

Aquascape rocce

In acquariofilia, le rocce, intese come elemento decorativo, sono sempre state utilizzate. Con il progredire dell’aquascaping, la richiesta si è fatta più ricca, soprattutto per quanto riguarda forme e qualità. Per allestire un acquario è fondamentale conoscere le caratteristiche delle varie pietre per sapere – o quantomeno riuscire ad immaginare – l’effetto estetico che andremo a realizzare. È altresì fondamentale conoscere anche le caratteristiche chimiche delle varie rocce all’interno del biosistema.

Che tipo di roccia si mettono in acquario?

Ecco quali sono le principali classi di rocce:

  • sedimentarie
  • ignee
  • basaltiche
  • metamorfiche

Vediamo qui di seguito quali sono le più famose e comuni pietre da allestimento.

Dragon stone

Con un colore che va dal marrone al giallo scuro, con riflessi rossi o verdi, è una pietra molto leggera perché ricca di fori e insenature. Takashi Amano utilizzava spesso la Dragon stone, insieme con le Seiryu stone e le Mountain stone. La Dragon stone è perfetta per le piante epifite che si attaccano molto rapidamente ad essa. Inoltre, poiché non rilascia carbonati, non va ad alterare i valori dell’acqua.

Seiryu stone e Mountain stone

Rocce di origine calcarea tra le più usate negli allestimenti di Takashi Amano. Il colore va dal grigio scuro al grigio chiaro, con venature bianche. Ricche di insenature e pertugi, ricordano paesaggi rocciosi. Entrambe queste pietre sono ideali per le piante epifite e gli allestimenti in stile Iwagumi. Purtroppo, essendo di origine calcarea, rilasciano carbonati andando così ad alterare i valori dell’acqua. Per questo motivo, prima di procedere con la realizzazione del layout, si consiglia di immettere le rocce in soluzione di Hcl acido cloridrico al 30% con acqua, e lasciar agire per 3-4 giorni. In questo modo, la parte esterna della roccia rilascerà meno carbonati una volta in vasca.

Roccia lavica o vulcanica

Aggregazioni naturali di origine lavica, molto leggere e molto porose. Ovviamente, ciò va a vantaggio del peso totale sul vetro della vasca. Si tratta di rocce di ottima qualità anche perché non vanno ad alterare i valori dell’acqua.

Ardesia o Lavagna

Abbastanza leggera, questa roccia ha origine da sottili stratificazioni di limo. Dalla forma molto elegante, è principalmente composta in lastre, cosa che permette di offrire vaste superfici lisce. Il colore è molto scuro, di solito nero o verde cupo, con qualche venatura bianca. L’ardesia non rilascia carbonati e quindi non altera i valori dell’acqua.

Quarzo

Minerale che si presenta sotto varie forme. In genere, per gli allestimenti acquascape lo si preferisce sotto forma di piccoli ciottoli o ghiaia, per comporre il substrato. Non rilascia carbonati e quindi non va a modificare i valori dell’acqua. Esteticamente, ha un effetto un po’ “finto”.

Roccia Arcobaleno

Dalla colorazione molto vivace, di solito bianco e arancione o bianco e rosso, si tratta di pietre di origine sedimentaria e che derivano dal Messico. Talvolta vengono bucate in maniera artificiale per favorire l’attaccamento delle piante epifite. Sono rocce ideali per gli allestimenti in quanto non rilasciano carbonati.

Roccia Pagoda

Dall’ottima resa estetica, questo tipo di roccia è costituita da più strati di colore grigio e marrone. Ricorda quasi il legno. Anche la roccia Pagoda non rilascia carbonati in acqua.

Roccia Sodalite

Nota anche come “pietra silicata”, è molto colorata (in genere blu, rosso e giallo). Non altera i valori dell’acqua perché non rilascia carbonati. Per la sua vistosa colorazione, per qualcuno può creare un effetto un po’ troppo eccessivo. Ma, ovviamente, tutto dipende dai gusti personali e dal risultato finale che si vuole ottenere.

aquascape
Le pietre sono fondamentali per creare un paesaggio unico.

Aquascape: trattamento delle rocce

Ora che abbiamo visto le principali tipologie di roccia usate per l’aquascape, andiamo a spiegare il trattamento a cui sottoporle prima di immergerle in vasca.

Per prima cosa, è necessario sapere con certezza il grado di alcalinità delle rocce e l’eventuale rilascio di elementi in quanto potrebbero andare ad influenzare e compromettere i valori dell’acqua in vasca. Nel dubbio, effettuare la prova carbonatica in maniera autonoma. Basterà semplicemente mettere una goccia di anticalcare o acido muriatico e vedere cosa succede. Osservare quindi l’eventuale reazione “sfrigolamento”. Più questa sarà forte e più la pietra sarà alcalina, e quindi rilascerà in acqua carbonati che andranno ad innalzare i valori di pH, GH (durezza dell’acqua) e KH (durezza carbonatica).

Dopodiché, procedere con un lavaggio accurato sotto l’acqua corrente, magari aiutandosi con una spazzola, per eliminare detriti o eventuali animali al loro interno.

Infine, le rocce vanno fatte bollire in acqua per almeno mezz’ora, così da eliminare tutti gli eventuali elementi patogeni, come batteri o minuscoli insetti.

Quanto tempo bollire pietre acquario?

Se lo scopo è quello di sterilizzarle, bisogna far bollire le rocce per minimo 30 minuti. Tempistiche minori non garantiscono la sterilizzazione.

Cosa mettere sotto le rocce in acquario?

In caso di rocce molto grosse e pesanti, bisognerebbe mettere qualcosa sotto la sabbia, come una lastra di plexiglass, del polistirolo o delle argille inerti. Da una parte, si va ad aumentare lo spessore totale del fondo dell’acquario e inoltre si evita che le rocce stiano a diretto contatto col vetro.

Come si puliscono le rocce dell’acquario?

Nel caso di rocce tenere o molto porose, basta sciacquarle in acqua corrente scuotendole spesso. Altrimenti, lasciarle a bagno per qualche giorno così che gli eventuali agglomerati di argilla o terra si scioglieranno, divenendo più facili da eliminare.

Aquascape olandese

L’acquario olandese è uno stile di aquascape che affonda le sue origini in una associazione di acquariofili, la NBAT – the Dutch Society for Aquarists, fondata in Olanda nel 1930, e che ne ha dettato le linee guida precise. Al suo apice di interesse, tale associazione ha avuto oltre 24.000 membri appassionati!
Oggi, lo stile olandese è molto praticato dagli aquascaper di tutto il mondo.

Le caratteristiche dell’aquascape olandese

In genere, gli acquari olandesi sono paragonati a giardini sottomarini. L’attenzione principale, infatti, è posta alla crescita e alla disposizione delle piante acquatiche. L’aquascape olandese non prevede infatti l’uso di legni, rocce né di altri materiali per l’hardscape.
L’intricato posizionamento e raggruppamento delle piante serve per creare una prospettiva approfondita all’interno dell’acquario.

Piante per l’aquascape olandese

Per avvicinarsi allo stile dell’acquario olandese è necessario – per non dire fondamentale – avere una conoscenza approfondita delle piante acquatiche poiché rappresentano – come poco fa accennato – i principali materiali utilizzati nell’aquascaping olandese. Oltre a conoscere e saper scegliere le piante giuste, è quindi altrettanto importante sapere come piantarle, raggrupparle e combinarle tra di loro, così da creare una composizione finale gradevole ed equilibrata.

In genere, la maggior parte degli acquari olandesi sono caratterizzati da tante piante che danno vita ad un ricco contrasto cromatico.

Le piante più utilizzate per un acquario olandese sono:

  • Hygrofilia corymbosa e Limnophila aquatica: grandi piante a stelo che crescono rapidamente
  • Lobelia cardinalis e Saurus cernuus: piante a crescita bassa
  • Cryptocoryne (lucens, walkeri, wendtii, lutea e becketii): usate nelle prime due file dell’acquario e che danno un buon contrasto
  • Muschio di Java: spesso sistemato tra gruppi di piante così da creare contrasto

Per le zone focali, si possono usare piante come Alternanthera reineckiiAmmania gracilis ‘golden’ (Nesaea) e Rotala di tutte le varietà. Vanno bene anche piante di grandi dimensioni come Aponogetons o Lotus tiger.

Aquascape olandese: regola dei terzi

Gli aquascaper olandesi, appassionati dello stile olandese devono conoscere e applicare la “regola dei terzi”, una linea guida che riguarda la composizione di immagini visive. Secondo tali linee guida, un’immagine dovrebbe essere pensata come se fosse divisa in 9 parti uguali, da 2 linee orizzontali equidistanti e 2 verticali, sempre tra loro equidistanti.
Gli elementi compositivi più importanti dovrebbero essere collocati lungo queste linee o le loro intersezioni. In questo modo, si crea interesse ed energia per la composizione, più che andando a centrare semplicemente il soggetto principale.

aquascape all'olandese
Un bellissimo esempio di aquascape all’olandese.

Aquascape olandese: vasca

Come vale per l’aquascape in generale, anche per l’acquario olandese, si può usare sia un acquario chiuso che una vasca aperta, meglio se in vetro extra chiaro.

Per quanto riguarda le dimensioni, non ci sono regole precise. Tuttavia, è chiaro che, più la vasca è grande e più l’effetto sarà scenografico. Per chi è alle prime armi, si consiglia di cominciare con un acquario da 60 litri e poi passere a dimensioni più importanti, come 120 o 200 litri.

Aquascape: strumenti

Possedere un acquario naturale vuol dire dedicargli cure e tempo in modo costante e regolare.
Oltre quindi ad una buona dose di impegno e costanza, l’aquascaper avrà bisogno di attrezzi e strumenti specifici per svolgere le varie operazioni di “giardinaggio acquatico”, come piantumazione e potatura.
Vediamo più nel dettaglio quali sono gli strumenti imprescindibili che bisogna assolutamente avere.

Sand flattener

Indispensabile nelle prime fasi dell’allestimento in quanto serve per livellare il substrato donandogli le giuste pendenze e per adeguarlo agli arredi.

Pinzette per la piantumazione

Ne esistono di tutte le misure e di varie forme, da usare a seconda del tipo di pianta. Quelle con le punte piccole e appuntite sono per le piante da primo piano con apparato radicale molto esile; quelle con la punta più grande e arrotondata sono utili per la piantumazione di piante con apparati radicali più grandi; quelle con la punta inclinata sono utili per piantumare anche in prossimità di rocce e radici.

Forbici per la potatura

Devono essere robuste e affilate, così da effettuare un taglio netto e preciso. Ci sono forbici con lame più ampie, utili per le potature di formazione e di contenimento, e quelle a lama corta, da usare nei casi in cui serve una maggiore forza (es. per tagliare radici). La particolare forbice a forma di onda è indispensabile per la potatura delle piante da prato il primo piano e per raggiungere spazi altrimenti inaccessibili.

Le spring scissors, dal comodissimo sistema di taglio a molla, permettono di effettuare interventi veloci e precisi. Si usano per le potature dei muschi.

Come creare dislivelli in acquario?

Creare dei dislivelli è abbastanza semplice. Basta usare dei pezzi di plexiglas da sistemare in verticale e nascosti sul fondo. In alternativa, è anche possibile inserire delle rocce – parzialmente o completamente – nel fondo. Sicuramente, tra le due alternative, è meglio l’opzione delle rocce perché fanno parte del layout e si integrano molto bene con esso.

Come dare profondità a un acquario?

Per ottenere il senso di profondità bisogna usare molti gruppi di piante nella parte centrale e proseguire poi verso l’esterno impiegando piante molto sottili.

Quale fondo mettere in acquario?

Nel fondo dell’acquario vanno messi, principalmente, due componenti: la sabbia o della ghiaia, come supporto per fissare le piante e, al di sotto di essa, il substrato nutritivo che fornisce la giusta quantità di nutrienti utili per il buon mantenimento delle piante stesse.

Come calcolare quanto fondo serve in un acquario?

Il fondo, oltre a dare nutrimento e sostegno alle piante, è anche decorativo. Per creare un layout, è necessario creare un piano inclinato verso il fronte dell’acquario, mettendo quindi una maggiore quantità di materiali sul retro (10-12 cm circa) e meno sul fronte (6 cm circa o anche meno).
Per calcolare il fondo, tutto dipende dall’altezza di ghiaia che si vuol mettere.

Ecco il calcolo da fare:
Litri di ghiaia = (lunghezza in cm dell’acquario) x (profondità in cm dell’acquario) x (altezza in cm del ghiaino) / 1000. A questo punto, per sapere all’incirca i chilogrammi, moltiplicare il risultato ottenuto per 1,5.

Approfondimenti utili

Vi potrebbero interessare anche altre curiosità e informazioni sul mondo dell’acquario in generale:

Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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