Pesce gatto: tutto quello che c’è da sapere sul pesce coi baffi
Il pesce gatto è un pesce d’acqua dolce che mangia tutti i residui lasciati dagli altri animali. Vediamo quali sono le caratteristiche di questo “pesce con i baffi” cui spesso sono associate storie ricche di esagerazioni.
Sommario
Originario degli Stati Uniti, fu introdotto in Italia e in Europa nei primi del Novecento, tant’è che viene spesso erroneamente chiamato anche pesce gatto nostrano. Ama vivere nei laghi e negli stagni, ed ha la caratteristica di essere particolarmente resiliente.
Pesce gatto: caratteristiche fisiche
Noto per i suoi barbigli, come altri diversi esemplari della famiglia dei Siluriformes, l’Ameiurus melas possiede anche una pinna dorsale con un grosso aculeo velenoso, presente anche nella zona pettorale.
I ‘baffi’, che sono detti barbigli, oltre ad ospitare gli organi di senso e le papille gustative, sono utili in fase di corteggiamento.
In grado di raggiungere anche i 60 cm e i 3 kg di peso, ha pertanto un corpo robusto e tozzo, rappresentato per circa un terzo dalla sua testa. È caratterizzato da grosse labbra carnose.
Non presenta squame e ha una colorazione scura, che gli è valsa il nome alternativo di ‘pesce gatto nero’.
Il comportamento
Il pesce gatto è un vorace predatore. Infatti la sua introduzione in Italia ha messo in serio pericolo barbi, tinche e lucci, portando alla quasi estinzione delle specie autoctone a grande discapito dell’ecosistema nostrano.
Questo pesce è infatti anche capace di sopravvivere in ambienti fortemente inquinati e con poco ossigeno, ed è conosciuto anche con il soprannome di “pesce spazzino” per merito della sua dieta particolarmente varia che va dalle larve ai vermi a veri e propri pesci (sia vivi che morti), in età adulta.
Il corteggiamento avviene per strofinio dei barbigli. La femmina prepara il nido liberando il tratto di fango del fondale dai detriti, ma anche il maschio si prepara a difendere ed ossigenare le uova.
Il pesce gatto cosa mangia?
Si nutre di tutto ciò che trova in acqua e che gli altri pesci lasciano perdere: uova, avannotti, larve, crostacei, invertebrati. Per questo sopravvive benissimo.
Ha pochissimi predatori, il pesce persico ed il luccio, che sono due varietà d’acqua dolce più grandi di lui, non lo apprezzano.
Nell’acquario
Nell’acquario il pesce gatto si riconosce subito, è quello che resta sul fondo, non si preoccupa degli altri pesci, ma è in continuo movimento perché in cerca di cibo. A causa della sua vivacità può disturbare alcune specie più tranquille, di cui non se ne cura, perché comunque è un solitario.
Alcune varietà sudamericane come la Pimelodella picta, chiamato anche pesce gatto macchiato, sono più piccole e adatte a vivere in un acquario. Misurano infatti dagli 8 ai 12 cm. Hanno corpo bianco argenteo e presentano macchie nere di varie dimensioni, che li rendono simili ad un dalmata.
A volte i suoi grandi barbigli possono accidentalmente tagliarsi, ma ricrescono sempre. Ama una temperatura dell’acqua piuttosto calda, compresa tra 24° ed i 26°. Si nutre in autonomia di tutti i residui che si trovano sul fondo dell’acquario.
Può vivere dai 2 ai 6 anni e non se è mai osservata la riproduzione in cattività.
Pesce gatto: ricette e utilizzi in cucina
Il pesce gatto è apprezzato per le sue carni, color giallo-ocra, saporite e molto grasse. Soprattutto in Emilia, e, più in generale, nella zona dal Po, dove viene cucinato sia fritto che in umido, al forno e al cartoccio.
Nonostante non abbia un grande valore commerciale, è tenera e dolce e può essere gustata anche in salamoia. Viene pescato di notte, quando si alimenta. Dev’essere allevato in acque calde, ed essere venduto vivo.
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Alcune curiosità sul pesce gatto
In Vietnam, dal grasso di pesce gatto, si ricava un tipo di biodiesel (1 kg per circa 1,13 l).
Per i giapponesi, il Namatzu è un animale sacro capace di generare terremoti; infatti un suo disegno viene utilizzato come simbolo in caso di allerta.
Leggenda vuole che la sua lunga coda risieda sotto la crosta terrestre in corrispondenza dei territori di Shinosa e Hidachi, mentre il resto del corpo sotto l’arcipelago.
In inglese il nome “catfish” viene oggi utilizzato per definire coloro che su Internet creano una falsa identità per addescare gli internauti in cambio di soldi.
L’apposizione deriva dal fatto che tradizionalmente, per far sì che il merluzzo del Canada arrivasse in Giappone ancora fresco, i pescatori si affidavano a degli esemplari di pesce gatto che lo tenessero vivo e attivo fino all’attracco.
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Ultimo aggiornamento il 21 Giugno 2018 da Rossella Vignoli