In questa breve guida potrete scoprire se correre a piedi nudi faccia veramente bene a noi e all’ambiente, come capita di leggere spesso.
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Correre a piedi nudi: dalle città neozelandesi ai prati di Central Park, tra i maratoneti come tra i runner della domenica in cerca di contatto con la natura, il barefoot running o corsa a piedi nudi è sempre più di moda, specialmente nel mondo anglosassone. Addirittura, in molte città esistono del MeetUp con centinaia di praticanti che si riuniscono periodicamente per praticare la corsa a piedi nudi.
Ma fa davvero bene, migliora le prestazioni sportive o al contrario aumenta i rischi di infortunio? Cercheremo di dare una risposta esauriente al quesito.
Per risolvere il dilemma ci vengono in aiuto alcuni studi recenti sull’argomento.
Gli esseri umani hanno corso scalzi per centinaia di migliaia di anni, dopodiché hanno imparato a correre con calzature leggere e sandali che non influenzavano sensibilmente la qualità della corsa: le moderne calzature tecniche per l’atletica leggera sono state inventate solo dopo il 1970.
Questo non vuol dire però che siamo tutti pronti a rinunciare alle scarpe, afferma Stuart Warden, ricercatore in fisioterapia presso l’università americana dell’Indiana.
Il fatto è che se siamo cresciuti calzando scarpe da ginnastica rinforzate, alcuni muscoli delle nostre caviglie e dei nostri piedi, in particolare quelli dell’arco plantare, possono essere poco sviluppati o poco allenati.
Le calzature moderne sostengono e proteggono il piede a tal punto che alcuni muscoli possono fare a meno di lavorare e finiscono per indebolirsi. In questi casi, correre a piedi nudi può essere rischioso. Il rischio di infortuni in questa situazione tende ad alzarsi drammaticamente.
Non solo: scegliere un paio di buone scarpe da corsa è la cosa fondamentale, specialmente se si pratica con costanza questo allenamento.
Daniel Lieberman, biologo evoluzionista dell’università di Harvard, è andato oltre e ha analizzato la corsa di persone abituate a correre scalze, comparandola con lo stile di corsa di tutti gli altri.
Ebbene i corridori scalzi tendono ad appoggiare a terra prima l’avampiede, poi il resto del piede: in questo modo ammortizzano il contatto con il suolo ed evitano forti contraccolpi.
I corridori abituati alle scarpe, invece, impattano il terreno direttamente con il tallone. Ne consegue che mentre i primi possono correre in tutta sicurezza lunghe distanze a piedi nudi, i secondi rischierebbero di sovraccaricare le articolazioni e di infortunarsi.
Siamo quindi condannati a usare per sempre le scarpe?
Niente affatto: correre a piedi nudi si può, basta abituarsi con gradualità. Lo stesso Lieberman, nel corso delle sue ricerche, ha deciso di provare di persona e si è velocemente adattato al nuovo stile di corsa: potete osservare le performance del Barefoot Professor sul canale di Youtube Nature Video!
Davvero molto chiaro e istruttivo.
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