Ambiente

Vestiti che fanno male alla salute e all’ambiente

Dite la verità, qualche volta è capitato anche a voi di avere una sensazione di fastidio vestendovi. Il reggiseno stringe troppo, i pantaloni non si chiudono… Beh, non è un mistero che molta della moda oggi sia un male per il nostro corpo e per la nostra salute.

Vestiti che fanno male alla salute e all’ambiente

Sono molti gli esperti, medici in prima fila, che puntano il dito sui nostri vestiti e accessori, causa di problemi per la salute e per l’ambiente. Un tacco molto alto danneggia la colonna vertebrale, i piedi, le ginocchia, e i nervi; delle scarpe strette causano l’alluce valgo.

Borse molto ampie con manici sottili, appesantite dalla miriade di oggetti che ci portiamo dietro, portano altri problemi di postura; cinture strette potrebbero causare torpore alle gambe, orecchini troppo pesanti lo slabbramento dei lobi e infezioni…

CONSULTA LA NOSTRA: Mini-guida alle eco-fibre

E per quanto riguarda i tessuti di cui sono fatti i nostri vestiti? Alcuni materiali come quelli sintetici, possono portare a infezioni a causa dell’umidità che trattengono.

Alcune delle tinte utilizzate per tingerli, infatti, possono contenere coloranti chimici che, oltre a scolorire in lavatrice, sbiadiscono sulla pelle al semplice contatto con la normale traspirazione. Alcuni accessori poi contengono metalli che possono portare a dermatiti da contatto e spesso è il nichel, una sostanza che causa pruriti, rash, allergie e infezioni. Stesso discorso sulle tinture per capelli, ovviamente, e sui cosmetici non a base naturale.

Come fare?

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Usate fibre il più possibile naturali, meglio se biologiche e vestitevi eco-sostenibile. Fondamentale è la fabbricazione di abiti e accessori con fibre ‘sane’, per l’uomo e l’ambiente, quali canapa, lino, e i derivati dell’ananas o del banano, la cui coltivazione deve prevedere l‘esclusione totale di pesticidi chimici, il rispetto della naturale rotazione delle colture, e l’utilizzo di metodi biologici per il controllo delle malattie e dei parassiti.

Importante è poi che queste fibre provenienti da coltivazioni biologiche non sia seguito da trattamenti con coloranti e additivi chimici, ma si prediligano tinture il più possibili vegetali, che non contengano tracce di metalli.

Se i nostri abiti sono prodotti seguendo queste linee-guida, anche noi saremo più tranquilli verso il nostro corpo e verso l’ambiente.

E anche l’aspetto etico ha la sua importanza nella scelta di cosa indossare. Forse quello a cui non si pensa, quando si parla di moda, è che ogni anno, migliaia di persone muoiono a causa della contaminazione delle falde acquifere causata dai fertilizzanti agricoli o per condizioni di lavoro massacranti con stipendi ridicoli, per produrre abiti veramente low cost e garantire alti profitti a chi li vende.

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In questo senso è utile la promozione dell’artigianato locale che utilizzi metodi di lavorazione nel pieno rispetto dell’ambiente e dei lavoratori, pagati il giusto e non la pura sopravvivenza. Un commercio equosolidale insomma, fatto di produzione in serie e non solo di pezzi unici, realizzati nel totale rispetto di chi li produce, come nel caso di Altromercato, ad esempio.

E’ importante anche sviluppare il riuso di materiali per produrre nuovi abiti e accessori nuovi, stando attenti comunque alla loro origine naturale, alle tinture utilizzate, per il totale rispetto di chi li indossa.

Oggi sia grandi stilisti che marchi popolari molto conosciuti stanno provando a sfornare abiti eco-friendly, per tutte le tasche, con vestiti che siano eco-sostenibili ma non stravaganti.

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La Ica

Web editor freelance per portali e siti che si occupano di viaggi, lifestyle, moda e tecnologia. Districatrice di parole verdi per TuttoGreen dal maggio 2012, nello stesso anno ha dattiloscritto anche per ScreenWeek. Oggi, pontifica su Il Ruggito della Moda, scribacchia di cinema su La Vie En Lumière, tiene traccia delle sue trasvolate artistiche su she)art. e crea Le Maglie di Tea, una linea di magliette ecologiche.

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