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Tassare le bibite zuccherate: cosa dicono gli studi recenti sul consumo di soft drink

Le sugar tax sono veramente efficaci sul consumo di soft drink?

Certe bibite fanno male alla salute e c’è scientificamente un collegamento a malattie quali l’obesità e il diabete di tipo 2. A questo proposito, l’esperimento di tassare le bibite riduce realmente il consumo di soft drink? Vediamo i risultati di diverse iniziative in vari paesi.

Tassare le bibite zuccherate: cosa dicono gli studi recenti sul consumo di soft drink

Le bibite zuccherate fanno bene?

I cosiddetti soft drink sono bevande a base d’acqua, a volte gasata che, come evidenziato da molti studi, fanno venire la cellulite, causano gonfiore e, a lungo andare, bruciore di stomaco; contengono inoltre un dolcificante, e spesso anche un aromatizzante.

Normalmente il dolcificante è la saccarina, ma molto spesso viene anche utilizzato lo sciroppo di glucosio, il fruttosio e, nel caso di bevande dietetiche o light, l’aspartame o altri edulcoranti. Le bibite dolcificate contengono inoltre dosi di caffeina, coloranti alimentari, conservanti.

La caffeina ad esempio, causa ansia ed insonnia, i coloranti possono causare allergie e gravi patologie.

Secondo i ricercatori dell’Università di Sheffield, in Inghilterra, il benzoato di sodio è stato stabilito essere causa di iperattività, e di danni di grave entità alla molecola del DNA.

Cosa fare? Bere il più possibile bibite che facciano bene e che soprattutto, dissetino davvero, come il succo di frutta, il té con moderazione, e l’acqua, che aiuta anche a combattere la carie.

Effetti delle sugar tax sulle bibite zuccherate

Negli Stati Uniti, dove è stato provato a imporre un incremento del prezzo, sia a livello governativo che locale, proprio per diminuirne il consumo, il National Center for Biotechnology Information ha poi realizzato uno studio sull’esperienza, da cui è emerso che un aumento del 35%, nel prezzo delle bibite abbia causato una diminuzione di circa il 26% nelle vendite al bar di alcuni ospedali.

Uno studio olandese, pubblicato su Science Direct, si è avvalso dell’uso di un simulatore di spesa. Circa 100 volontari hanno così potuto ‘fare la spesa’ solo di bevande gasate ma tra più di 500 proposte.

La ricerca ha mostrato che il 6% dei volontari ha acquistato bevande arricchite di zuccheri, mentre solo la metà ha continuato ad acquistarne dopo il loro aumento di prezzo del 19%: una diminuzione delle vendite di quasi 1 l, a famiglia, a settimana!

E non si sono riscontrate spese in alimenti e bevande sostitutivi quali snack, alcol e drink dietetici. Forse ciò significa che, per quanto piacevoli, pochissimi di noi sarebbero disposti a spendere così tanto per una bibita gasata.

E in Italia?

Da noi la tassa sui soft drink ci sarà, ma non è ancora operativa, e molti dettagli sono già definiti ma potrebbero cambiare.

Dal 1° gennaio 2026 le bevande analcoliche zuccherate che superano alcune soglie di zucchero pagheranno un sovrapprezzo stabilito, che mirerà a disincentivarne il consumo. Tuttavia, l’impatto dipenderà da quanto sarà percepibile sul prezzo, quanto sarà accettata la misura, e quanto verranno accompagnate da misure informative e sanitarie.

Studi preliminari sull’efficacia attesa da questa tassa in Italia sono stati stimati da uno studio (A case Staudy on Italian Sugar Tax, G Tiboldo, 2024) che evidenzia come la tassa potrebbe ridurre il consumo di bevande zuccherate in Italia mediamente del 18%, ed il contenuto totale di zuccheri consumati mediante queste bevande del 24%. 

Tuttavia, l’Istituto Mario Negri ha espresso dubbi sull’impatto reale, osservando come per avere effetti significativi serva che il balzello sia sufficientemente forte (percentuale non bassissima) e abbia unaprogressività in base allo zucchero.

Tabella: tempi reali provati e risultati in alcuni Paesi

Ecco una tabella con dati concreti: quanto tempo è passato dall’introduzione della tassa, e cosa è cambiato nei consumi/vendite:

Paese / Località Tasso / Descrizione della tassa Intervallo di tempo dall’implementazione Risultato osservato sul consumo / vendite
Stati Uniti (5 città: Philadelphia, Oakland, Seattle, San Francisco, Boulder) Tassa locale sui sugary beverages 2 anni Aumento prezzo ≈ +33%; vendite/bibite acquistate ≈ -33%}
Europa (8 Paesi con tasse a scaglione: es. Regno Unito, Francia, Ungheria, Portogallo…) Tassa a scaglione per intensità di zucchero (tiered excise tax) 1-3 anni dopo introduzione Riduzione del contenuto zuccherino medio delle bevande; calo moderato delle vendite di bevande con zucchero alto
Messico Imposta nazionale sulle bevande zuccherate (dal 2014 / aumento progressivo) 1 anno iniziale + anni successivi Calano gli acquisti di bevande zuccherate, soprattutto nelle fasce socio-economiche più basse; passaggio a bevande non tassate. :contentReference[oaicite:6]{index=6}
Ungheria Imposta su prodotti con elevati zuccheri/sale introdotta nel 2011 diversi anni Riduzione dell’uso di energy drink e soft drinks; effetti persistenti nel comportamento di acquisto

Limiti & questioni aperte

Questi esperimenti di tassare le bibite gassate in lattina hanno riscontrato comunque dei limiti. Vediamoli.

  • Alcuni studi non trovano cambiamenti sostanziali nell’obesità o nel BMI su scala nazionale a breve termine. Serve osservare per periodi più lunghi e controllare altri fattori (alimentazione generica, attività fisica).

  • L’effetto può variare molto a seconda dell’intensità della tassa, se è flat o ‘a scaglione’, quanto zucchero è coinvolto, quali bevande sono escluse, e quanto è ben comunicata la politica.

  • Possibile impatto regressivo: le fasce di popolazione con reddito basso possono soffrire di più l’aumento del prezzo. Anche se questo può essere mitigato se i proventi della tassa vengono usati per sostenere salute pubblica, accesso a bevande e alternative salutari, educazione alimentare.

Studi scientifici sulla sugar tax

Ecco le evidenze più recenti su come le sugar-tax (chiamate anche così queste tasse sulle bevande zuccherate) abbiano influito sul consumo di soft drink, sull’obesità, sul diabete, e sugli acquisti:

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Ultimo aggiornamento il 19 Settembre 2025 da Rossella Vignoli

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La Ica

Web editor freelance per portali e siti che si occupano di viaggi, lifestyle, moda e tecnologia. Districatrice di parole verdi per TuttoGreen dal maggio 2012, nello stesso anno ha dattiloscritto anche per ScreenWeek. Oggi, pontifica su Il Ruggito della Moda, scribacchia di cinema su La Vie En Lumière, tiene traccia delle sue trasvolate artistiche su she)art. e crea Le Maglie di Tea, una linea di magliette ecologiche.

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