Lo zigolo, noto anche come mandorla di terra, è una pianta erbacea rustica molto comune in Europa, che produce un tubero commestibile dal sapore dolciastro e dai sentori di mandorla e noce. Grazie ai suoi notevoli valori nutrizionali, può essere considerato a tutti gli effetti un superfood, nonché un valido alleato nelle diete ipocaloriche e nei regimi alimentari vegani, vegetariani e per soggetti celiaci. Scopriamo le proprietà e caratteristiche di questa pianta.
Considerato a lungo, a torto, tra le piante infestanti, oggi è iscritto all’elenco europeo delle piante che hanno ottenuto la denominazione DOP, lo zigolo è un’erba commestibile conosciuta in tutto il mondo con i nomi più stravaganti e curiosi. Per alcuni è la mandorla di terra, lo zigolo dolce, il cipero o zizzola.
Gli spagnoli lo chiamano chufa, tigernut o xufa. Per altri ancora è la zizzola di terra, bagigi, bacicci, babbagigi, o dolcichini. Insomma, l’elenco dei nomi e dei nomignoli di questa pianta e dei suoi tuberi è lungo almeno quanto la sua tradizione, visto che le prime piantagioni risalirebbero a 4.000 anni fa.
I nostri cugini spagnoli lo conoscono meglio per la sua versatilità in campo alimentare. A Valencia, lo zigolo è noto come chufa dai cui tuberi si ricavano pesto, liquori e bevande rimineralizzanti.
Si tratta di una erba spontanea appartenente al genere Cyperus, dal termine greco Kyperos con cui un tempo si indicava proprio il Cyperus esculentus L. Qualcuno assimila l’etimologia di questo nome al latino Cypris, Venere, ed altri ad un antico termine che designava un grande vaso concavo o una pentola di terracotta.
In generale, si tratta di una pianta a fusto eretto e robusto, alta fino a 40 cm, con foglie basali rigide di colore verde chiaro. Rispetto ad altre specie della stessa famiglia, la varietà esculentus si distingue facilmente per la presenza di tuberetti radicali, grandi poco meno di una nocciola, localizzati alla fine delle radici che si possono raccogliere estraendo delicatamente la pianta dal terreno.
Cresce spontaneamente a latitudini tropicali e sub-tropicali, ma è diffuso in gran parte delle pianure e delle basse coste del Mediterraneo, Italia compresa. Sebbene in alcuni paesi sia considerata una temibile infestante, in Spagna è coltivata su vasta scala. Il periodo di raccolta è l’autunno.
In Italia lo zigolo è poco conosciuto, ma è molto utilizzato in cosmesi per il suo profumo simile alla viola, per il potere idratante, nutritivo ed antiossidante che fa dello zigolo un ottimo alleato di bellezza. Lo si trova, infatti, come ingrediente-base di molte creme e oli per il corpo, saponi esfolianti e preparazioni cosmetiche adatte a nutrire e purificare la pelle.
In fitoterapia è considerata una pianta dalle spiccate proprietà diuretiche, digestive, stimolanti, toniche, diuretiche ed emmenagoghe. Il suo consumo regolare, infatti, stimolerebbe l’afflusso di sangue nell’area pelvica e nell’utero.
Oltre a queste virtù, i principi attivi contenuti nelle parti aeree e radicolari della pianta svolgono un’azione carminativa, ovvero aiutano a ridurre l’aria che si accumula nello stomaco e nell’intestino.
A questo tubero vengono attribuite anche proprietà nutritive e terapeutiche davvero eccezionali, tra cui:
Molti nutrizionisti ed esperti concordano nel definirlo un alimento ‘completo’ proprio in virtù dei macro e micronutrienti che è in grado di apportare.
Dal punto di vista nutrizionale, lo zigolo dolce presenta un notevole contenuto in fecola, zucchero e un olio eccellente simile in tutto e per tutto all’olio di mandorle dolci e di oliva. Il ridotto contenuto in grassi, l’assenza di glutine, sodio e colesterolo, l’alto contenuto in minerali, ne fanno un alimento davvero straordinario.
La farina di chufa può essere aggiunta al muesli, allo yogurt o ad alimenti cotti come zuppe, budini, creme.
Il derivato più noto dello zigolo rimane la horchata de chufa, una bevanda rinfrescante che sembra latte ed è molto consumata nel sud-est della Spagna. Sbagliando viene tradotta con il nostro corrispettivo ‘orzata’. Si può preparare anche in casa:
Preparazione. Lavate accuratamente i tuberi e poneteli in ammollo per almeno 12 ore. Sciacquate nuovamente in acqua pulita e sgocciolare bene. Schiacciate i tuberi in un mortaio fino a ridurli in poltiglia. Aggiungete l’acqua e lasciate al fresco per circa 3 ore.
Passate al setaccio premendo bene al fine di estrarre tutto il succo. Aggiungete lentamente lo zucchero, senza mescolare. Una volta sciolto lo zucchero, filtrate con un pezzo di tela o un colino fine ottenendo così l’horchata. Lasciate raffreddare in frigorifero e mettete nel freezer per servire la bevanda quasi ghiacciata.
Ci sono diverse piante che producono superfood e sono anche usati in cosmetica per il profumo e le molteplici virtù idratanti, nutritive ed antiossidanti, oltre che in cucina, vediamone alcune schede:
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