Diatomee: sono alghe unicellulari con guscio di silice, visibile solo al microscopio.
Presenti in tutti gli ambienti acquatici, le diatomee sono suggestivi organismi unicellulari con uno scheletro esterno in silice.
Le diatomee sono degli organismi unicellulari dalla caratteristica struttura. Queste microalghe brune vivono sia in ambiente marino che in acqua dolce e possono essere considerate delle vere e proprie opera d’arte per la loro forma peculiare. Sono, infatti racchiuse da una sorta di guscio formato da silice, noto come frustulo.
Proliferano anche all’interno degli acquari e dal loro scheletro si ottiene una particolare e versatile farina fossile. Quest’ultima presenta versatili utilizzi sia come insetticida naturale sia in ambito cosmetico per la salute e la bellezza della pelle.
La principale peculiarità è legata alla presenza di uno scheletro esterno, una parete cellulare composta prevalentemente da silice amorfa idrata.
Questo particolare guscio è chiamato frustulo ed è formato da due valve, una superiore e una inferiore.
Questi organismi sono protisti eucarioti ed autotrofi ad affinità vegetale. Si tratta di microrganismi fotosintetici, cioè in grado di produrre energia dalla luce solare.
Queste microalghe unicellulari possono vivere come singole cellule in modo indipendente oppure riunirsi in colonie, racchiuse poi dal particolare scheletro esterno in silice.
Si presentano come alghe di colore bruno-marrone.
Si tratta solitamente di organismi microscopici e pertanto non visibili ad occhio nudo. Osservando queste alghe al microscopio ottico è possibile rilevare due viste principali. Si riconoscono, infatti, la superficie superiore o inferiore del frustulo e la vista di fianco.
Sono presenti in tutti gli ambienti acquatici, sia marini (mari e oceani) che di acqua dolce (sorgenti, ruscelli, fiumi, laghi). Si trovano, in particolar modo, nelle acque superficiali. Ciò consente loro di ricevere i raggi solari ed effettuare la fotosintesi.
Queste alghe unicellulari possiedono caratteristiche biologiche, sistematiche ed ecologiche tali da rendere degli ottimi indicatori dell’eventuale inquinamento delle acque correnti. La valutazioen della qualità dei corsi d’acqua si basa sull’osservazione dei limiti di tolleranza di tutte le specie di queste alghe unicellulari.
In base all’habitat in cui vivono possono essere distinte in bentoniche e planctoniche. Le prime tendono ad aderire a vari substrati e si trovano principalmente in ambienti litorali. Quelle planctoniche, invece, fanno parte del plancton oceanico.
Questa tipologia aderisce con maggiore facilità su rocce, sassi e ciottoli, quindi predilige i substrati duri sia naturali che artificiali.
Gli utilizzi della terra diatomacea sono svariati. In particolare rappresenta un utile insetticida naturale e un prodotto che può essere adoperato come ingrediente di vari prodotti cosmetici.
Dai resti fossili di queste alghe si ottiene una sorta di farina, nota come terra di diatomee. Si presenta come una terra bianca silicea con numerose possibilità d’uso.
Grazie alle sue proprietà e alla concentrazione di vitamine, minerali e sostanze antiossidanti, la farina fossile viene utilizzata anche come ingrediente cosmetico. Presente in alcune creme antirughe, viene impiegata anche per realizzare maschere peel-off con azione idratante e illuminante. Sulla pelle ha una notevole efficacia levigante ed è in grado di restituirne il naturale equilibrio.
Questa farina fossile ha una buona efficacia come antiparassitario per piante e animali. Aiuta, infatti, ad allontanare insetti, come le formiche, e a contrastare la presenza di parassiti, quali pulci e zecche, sui nostri amici pelosi.
Tali organismi possono essere presenti in acqua sia salata che dolce. Anche gli acquari possono diventare un loro habitat con rapida tendenza alla proliferazione.
Negli acquari che contengono acqua dolce è possibile notare una patina marrone difficile da eliminare. Tendono, infatti, ad appoggiarsi sulle pareti nel tentativo di ottenere il silice.
La loro proliferazione può essere contrastata dall’introduzione di batteri in forma liquida all’interno dell’acquario una volta a settimana. Inoltre, le zone colpite vanno pulite con l’utilizzo di appositi strumenti, quali aspirafango e puliscivetro per acquari.
Anche l’acquario marino può vedere la comparsa di questi microrganismi di colore bruno-marrone. Di solito si notano per la presenza di macchie scure sul vetro dell’acquario.
Per evitare un’eccessiva proliferazione, si consiglia di aumentare con gradualità l’esposizione della luce sia in termine di quantità che di intensità. Inoltre, anche in questo caso è utile l’aggiunta di batteri attivatori e di oligoelementi per sviluppare le alghe di barriera all’interno dell’acquario.
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