Blatte in casa, perché schiacciarle è una pessima idea anche se istintivo
Ricordiamoci sempre che anche loro fanno parte dell’ecosistema
Per quanto ci facciano ribrezzo, le blatte sono parte integrante dell’ecosistema urbano. Non sono solo “insetti da eliminare”, ma organismi che svolgono un ruolo nel ciclo naturale: smaltiscono rifiuti organici, si nutrono di materia in decomposizione e sono prede di altri animali, come lucertole e uccelli.

Trattarle solo come un fastidio da sterminare, senza distinguere contesto e conseguenze, rischia di portarci verso azioni impulsive e inefficaci. Se vogliamo davvero gestire la loro presenza, dobbiamo capirne la funzione e agire con più consapevolezza.
Sommario
Perché il nostro istinto ci inganna
Quando ci imbattiamo in una blatta in casa, la reazione istintiva è quasi sempre la stessa: schiacciarla. È una risposta automatica, veloce, quasi liberatoria. Ma in realtà, è un gesto che può peggiorare la situazione, sotto molti punti di vista.
Il problema non è solo etico o estetico. Le blatte, quando vengono schiacciate, rilasciano feromoni di allarme, segnali chimici che possono attirare altri esemplari nelle vicinanze. In pratica, mentre pensiamo di aver eliminato il problema, potremmo innescare una vera e propria chiamata a raccolta per altri insetti.
Inoltre, alcune specie possono rilasciare uova anche dopo la morte. Se l’esemplare schiacciato era una femmina gravida, il rischio è quello di spargere involontariamente le uova nell’ambiente domestico.
I rischi per la salute
Le blatte non sono solo sgradevoli da vedere: sono potenziali vettori di batteri, virus e allergeni. La loro presenza è spesso associata a condizioni igieniche critiche, ma non è raro trovarle anche in abitazioni pulite, specie in estate o in città densamente popolate.
Schiacciarle con forza significa spesso disperdere residui biologici: pezzi di esoscheletro, liquidi interni e cariche batteriche che, una volta nell’aria, possono contaminare superfici e alimenti. Questo rappresenta un rischio concreto, soprattutto per chi soffre di asma o allergie respiratorie.
In ambienti chiusi e poco ventilati, come bagni o cucine, questi microresidui possono restare sospesi per ore.
Cosa fare (e cosa evitare) se ne troviamo una
Schiacciarle è la scelta peggiore, ma anche ignorarle non è una soluzione. Serve agire in modo strategico e consapevole.
Ecco alcune alternative utili:
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Usare trappole adesive, da posizionare lungo i battiscopa o sotto i mobili.
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Sigillare le fessure, soprattutto in cucina e nei pressi degli scarichi.
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Evitare spray tossici se ci sono bambini o animali domestici.
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Prediligere repellenti naturali a base di alloro, aceto o oli essenziali come l’eucalipto.
L’ideale è intervenire in modo preventivo, riducendo le fonti di cibo (briciole, acqua stagnante, residui organici) e monitorando regolarmente le zone più sensibili della casa.
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Ultimo aggiornamento il 26 Maggio 2025 da Rossella Vignoli
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