I Muscari appartengono alla famiglia delle liliacee: si tratta di bulbi perenni, presenti soprattutto in Europa e in Asia. Il fiore è generalmente di colore blu-azzurro e ben si presta per decorare un giardino anche con pochi spazi a disposizione.
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Questa è una pianta molto diffusa nei giardini rocciosi e può raggiungere i 20 cm in altezza. Queste le sue caratteristiche principali:
È un bulbo da piantare in autunno, tra settembre e dicembre, per fiorire tra aprile e giugno, a seconda della varietà.
Il genere comprende oltre sessanta specie. Sono tutte caratterizzate delle foglie strette e lunghe anche trenta centimetri. Tra le più note:
Questa pianta non teme né il freddo né il caldo e, per questo, non serve proteggerla dalle temperature rigide durante l’inverno o da quelle estreme dell’estate.
È buona norma metterla in una posizione soleggiata: in questo modo sbocceranno più fiori e meno foglie.
In autunno il bulbo va messa a dimora ad una profondità di 8 cm in terriccio drenato e ben smosso, e sempre, come tutte le bulbose, con l’apice (la parte aguzza) rivolto verso l’alto.
In un vaso di medie dimensioni, va invece posizionato su uno spesso strato di palline d’argilla espansa coperto da terriccio per piante da giardino o da fiore Potete anche interrare più bulbi, disponendoli ad almeno 5 cm tra loro.
Dopo di che, questi bulbi non necessitano di nessuna cura, ma se volete una fioritura più lunga e intensa, potete concimare con un concime liquido o granulare adatto a piante da fiori.
Si tratta di un bulbo molto rustico, che se trova un terreno e un clima adatto, facilmente si riproduce da solo. Tuttavia, la moltiplicazione si può fare con i suoi bulbilli, da prelevare in inverno, quando la pianta è in riposo vegetativo, facendo attenzione prima che la varietà sia prolifera, ovvero produca semi.
Si dovrà togliere il bulbillo dal terreno e conservarlo in un luogo fresco, ma asciutto, per poi metterlo a dimora in autunno, e già marzo, se in zone più calde, potrebbe cominciare a fiorire.
Tra le varietà di queste bulbose c’è anche il lampascione, (noto anche come Cipollaccio o cipolla selvatica), nome botanico Muscari comosum, molto usato nella cucina italiana meridionale.
Molto ricco di sali minerali, cresce a 12-20 cm circa nel sottosuolo, ed è simile a una piccola cipolla di sapore amarognolo. È consumato in Italia meridionale, particolarmente in Basilicata e Puglia.
Sia i fiori che i boccioli possono essere messi sott’aceto. In Italia meridionale, è largamente utilizzato in molte ricette tradizionali, per preparare diversi piatti in combinazione con uova, zucchine, patate, formaggio e olio.
In cucina il bulbo sotterraneo di questa pianta trova gli stessi impieghi delle cipolle: crudo nelle insalate o cotto come componente di sughi o bolliti in agrodolce, e viene anche conservato sottaceto per antipasti o contorni.
Si tratta di un prodotto agroalimentari tradizionale della Puglia e della Basilicata: fa parte dei prodotti agroalimentari tradizionali lucani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
I bulbi del Muscari comosum sono consumati fin dall’antichità. Vengono messi a bagno in acqua e poi bolliti e consumati con olio d’oliva e aceto, sono amari ma molto apprezzati. Sia fritti che conservati in olio con aglio e peperoncino.
Tuttavia, molte altre varietà sono velenose, come quasi tutte le bulbose della famiglia delle Liliaceae (Giglio,Mughetto, Tulipani e Narciso). E sono piante tossiche sia per noi che per i nostri amici a quattro zampe. Tanto che se il cane le mangia, gli possono essere fatali.
Se ingeriti, possono dare sintomi come vertigini, vomito e diarrea, fino al coma.
Tra le sue proprietà officinali le più importanti sono le proprietà diuretiche ed emollienti e tra i suoi principio attivi sono zuccheri e mucillagini.
Si tratta di una pianta con proprietà molto vicine a quelle della cipolla, e viene usata per stimolare le secrezioni urinarie e, per uso esterno, come emolliente e rinfrescante su pelli irritate, pelli secche e foruncolose.
In particolare è utile nelle infiammazioni intestinali e della vescica. Le sue qualità curative sono state confermate anche dalla medicina contemporanea.
Per chi volesse piantarli, ecco dove acquistare alcuni bulbi:
Nella tradizione popolare pugliese viene utilizzato anche per riparare gli oggetti di terracotta. Se un utensile di terracotta, a causa del fuoco, si crepa, viene strofinato a lungo nella parte incrinata con un bulbo tagliato a metà: una volta essiccate la mucillagine secreta cicatrizza l’argilla.
Il termine è usato nel linguaggio popolare di alcune regioni del sud per indicare persona sciocca.
Fu Carolus Clusius (1526 – 1609), botanico francese naturalizzato olandese a dare il nome alla pianta. Deriva dalla parola greca musk che significa ‘muschio’ perché alcune specie hanno un profumo che ricorda quello del muschio.
In altri paesi del mondo viene chiamato Grape hyacinths, che significa giacinto a grappolo, per la sua somiglianza con il giacinto. Nel linguaggio dei fiori e delle piante simboleggia l’utilità.
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