Bulimia: cause, sintomi, conseguenze e come guarire
Alla scoperta di uno dei disturbi alimentari più diffusi soprattutto tra le donne
Oggi parliamo di bulimia, un disturbo dell’alimentazione molto diffuso ma spesso difficile da riconoscere in quanto in genere le persone affette presentano un peso corporeo nella norma.
Sommario
Bulimia: cos’è
Denominata anche bulimia nervosa, è un disturbo del comportamento alimentare che induce la persona affetta a fare grandi abbuffate di cibo, seguite da sensi di colpa e comportamenti anomali per “neutralizzare” l’ingente apporto calorico ingerito.
I comportamenti anomali più frequentemente adottati dal soggetto bulimico sono:
- vomito autoindotto
- assunzione impropria di lassativi e diuretici
- adozione di un dieta restrittiva
- esercizio fisico strenuo
Etimologia della parola bulimia
La parola deriva dal greco boulimía che vuol dire ‘fame vorace’. In inglese il disturbo è chiamato anche binge eating, cioè disturbo da alimentazione incontrollata.
Quanto è diffusa la bulimia
Colpisce circa l’1-2% della popolazione femminile, in particolare nella fascia di età compresa tra i 15 e 25 anni.
Bulimia e anoressia
Costituiscono i più noti e diffusi disturbi alimentari e condividono alcune caratteristiche:
- ossessione per il peso corporeo
- perfezionismo clinico
- bassa autostima
- alterato rapporto con il cibo
- difficoltà nel riconoscere e comunicare le proprie emozioni
La differenza sostanziale sta nel fatto che l’anoressico ha un peso al di sotto della norma, il bulimico, invece, può essere normopeso o addirittura in sovrappeso.
Sintomi della bulimia
Analizziamo quali sono i comportamenti che possono destare sospetto. Il soggetto bulimico:
- in presenza di altri ha un comportamento alimentare controllato
- si preoccupa per la propria forma fisica e il proprio peso in maniera esagerata
- ha una paura di ingrassare in maniera patologica
- predilige prodotti light e a basso contenuto di grassi
- acquista grandi quantità di cibi di scarsa qualità e facile da consumare per le abbuffate
- si abbuffa o consuma una quantità di cibo eccessiva in un lasso di tempo limitato
- non ha orari regolari per i pasti
- pratica molta attività sportiva a livelli anche estremi
- si isola, trascura i propri interessi, ed è spesso di umore depresso
Abbuffata, tipica della bulimia
Almeno due volte a settimana il bulimico si abbuffa, cioè ingurgita molto velocemente grandi quantità di cibo, in genere molto ricchi di calorie e facili da consumare.
In seguito mette in atto delle strategie per annullare questo surplus calorico:
- inducendosi il vomito
- assumendo lassativi e diuretici in maniera incontrollata e fuori dal controllo medico
- seguendo una dieta ferrea o addirittura periodi di digiuno intermittente o totale
- facendo un esercizio fisico eccessivo
Tutti questi atteggiamenti possono comparire singolarmente o in parallelo.
Livelli di gravità
Sono stati riconosciuti differenti gradi di gravità:
- Lieve: media di 1-3 episodi a settimana di abbuffate
- Moderato: dalle 4 alle 7 abbuffate a settimana
- Grave: media di abbuffate settimanali compresa tra 8 e 13 episodi
- Estremo: 14 o più episodi di condotte compensatorie per settimana
Cause della bulimia
Da decenni sono in corso dibattiti e discussioni tra gli esperti in materia per comprendere le cause di questo disturbo alimentare.
Sicuramente, alla base dei comportamenti del bulimico, c’è una percezione distorta del proprio peso e della propria immagine corporea.
Ma non il discorso non è così semplice e riduttivo.
Fattori biologici
Alcune ricerche hanno rilevato che i parenti stretti di persone affette da bulimia hanno una spiccata tendenza a sviluppare il medesimo disturbo (4 volte di più di un individuo che non ha parenti bulimici).
Ciò fa pensare ad una predisposizione genetica.
Fattori psicologici
È stato riscontrato che i soggetti bulimici sono accomunati da personalità e tratti comportamentali ben specifici. Eccoli:
- tendenza a soffrire di ansia o depressione
- difficoltà a gestire lo stress
- bassa autostima
- preoccupazione per il futuro eccessiva
- disturbi ossessivo-compulsivi
- disturbi post-traumatici da stress
- disturbi di personalità
Fattori ambientali
In questa categoria rientrano fatti, eventi e circostanze che possono condizionare la vita di un individuo. Nel caso specifico, i fattori incriminati sono:
- costante esposizione ed esaltazione mediatica del mito ‘magro è bello’
- pratica di sport o attività lavorative in cui è importante avere un fisico estremamente magro: danza, ginnastica artistica, modelle etc…
- stress emotivo a seguito di grandi cambiamenti (perdita del lavoro, lutto importante, separazione etc…)
- cambiamenti anatomici durante la pubertà che possono rappresentare un profondo disagio
- essere donne
- presenza in famiglia di persone bulimiche o anoressiche può portare ad un coinvolgimento emotivo così forte da indurre a sviluppare le medesime problematiche
- aver subito abusi sessuali o violenze fisiche
Bulimia: significato psicologico
Non si può ridurre la bulimia ad un mero problema di alimentazione.
Le abbuffate possono essere dovute a diete sbagliate, stress, malessere psicologico ed emozioni negative, come ansia, angoscia, rabbia o tristezza.
Il vomito e le altre tecniche per evitare di ingrassare sono tutti modi per avere l’impressione di tenere meglio sotto controllo la propria vita.
I pensieri disfunzionali più diffusi che causano le abbuffate sono:
- perfezionismo e pensieri del tipo ‘tutto o nulla’
- paura di ingrassare in maniera intensa e pervasiva
- valutazione di sé centrata principalmente sul peso corporeo, sulla forma e sulla propria capacità di controllarli
- difficoltà a tollerare le emozioni negative
Conseguenze della bulimia
La bulimia ed i disturbi alimentari in genere possono causare gravi complicanze per la salute della persona affetta. Eccone alcune:
- disidratazione, che può portare a disturbi renali
- problemi cardiaci (irregolarità dei battiti)
- erosioni dentali dovute al passaggio di vomito
- alito cattivo
- infiammazioni della gola
- rigonfiamento delle ghiandole salivari
- arrossamenti delle nocche delle mani per il vomito continuamente provocato
- problemi del tratto digestivo: erosioni esofagee e rilassamento dello sfintere esofageo, ma anche alterazioni della funzione intestinale dovute all’assunzione continua di lassativi
- ansia e depressione
- assenza di ciclo mestruale
- abuso di alcol e droghe
- problemi d’infertilità
- assottigliamento e caduta dei capelli
- alterazioni della pelle, che diventa secca o assume una colorazione giallastra
- squilibri elettrolitici, relativi soprattutto alle concentrazioni di sodio, cloro e potassio, che provocano stanchezza ricorrente, debolezza generalizzata, anomalie del ritmo cardiaco e spasmi muscolari
Diagnosi di bulimia
Di fronte a un caso di sospetta bulimia, i medici generalmente ricorrono a un esame obiettivo scrupoloso, alcune analisi di laboratorio, una valutazione del profilo psicologico e ad alcuni esami strumentali per valutare la salute di certi organi vitali (cuore in primis).
Chi fa la diagnosi
Generalmente la diagnosi di bulimia richiede il coinvolgimento di un team di professionisti, tra cui psichiatri, psicologi, medici dietologi, medici esperti in disturbi del comportamento alimentare, infermieri con competenze specifiche etc…
Esame obiettivo
Si tratta della valutazione medica dello stato di salute generale del paziente. Oggetto di osservazione sono:
- indice di massa corporea
- aspetto della pelle e dei capelli
- ritmo cardiaco
- dentatura
- tono muscolare
- aspetto della gola
L’esame si completa con una serie di domande relative al ciclo mestruale (per le donna) o alla funzione erettile (nel caso di soggetto maschile).
Analisi di laboratorio per valutare la bulimia
Le analisi di laboratorio di solito richieste sono:
- emocromo completo
- livello dei vari elettroliti
Valutazione psicologica della bulimia
Consiste sostanzialmente in un questionario in cui lo specialista chiede al paziente di descrivere i propri pensieri, le proprie abitudini e il proprio rapporto con il cibo.
Diagnosi di bulimia in base al DSM
Secondo l’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, un individuo soffre di bulimia se:
- si è reso ripetutamente protagonista di abbuffate di cibo anomale
- perde il controllo durante le abbuffate
- ricorre a vomito autoindotto, esercizio fisico strenuo, lassativi, diuretici e altri farmaci, per neutralizzare l’apporto calorico appena ingerito
- è protagonista di ‘spurghi bulimici’ almeno una volta a settimana, per tre mesi
- il suo corpo è motivo di bassa autostima e depressione
- non è affetto da anoressia nervosa
Come si cura la bulimia
Avrete ormai capito che la bulimia è un disturbo multifattoriale che richiede terapie da più fronti. Ecco alcuni libri che parlano dell’argomento, danno consigli di auto-aiuto, offrono testimonianze di chi ne è uscito.
Psicoterapia per la cura della bulimia
Possono essere applicati diversi tipi di terapia:
- cognitivo-comportamentale, che prepara il paziente a riconoscere e a dominare i sintomi comportamentali, i cosiddetti ‘comportamenti disattivi’ o ‘pensieri distorti’.
- interpersonale, secondo cui le relazioni interpersonali e con il mondo esterno possono avere determinate influenze sulla salute mentale di una persona
- familiare, è un tipo di psicoterapia che interessa tutta la famiglia del malato, particolarmente indicata per i pazienti più giovani.
Trattamenti farmacologici
In alcuni i casi i medici possono ritenere opportuno prescrivere anche una cura farmacologica principalmente a base di antidepressivi.
Prevenzione della bulimia
In questo contesto non esiste una prevenzione oggettiva e scientificamente provata. La prevenzione dei disturbi dell’alimentazione è legata principalmente al contesto sociale e alle relazioni interpersonali.
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Ultimo aggiornamento il 12 Marzo 2024 da Rossella Vignoli