Il cappotto termico è uno dei migliori sistemi per l’isolamento termico delle pareti e per migliorare l’efficienza energetica di un edificio.
Scopriamo che cos’è, quali tipologie esistono, quali i vantaggi e gli svantaggi, le condizioni ideali per la sua installazione e i vari materiali tra cui poter scegliere.
È bene inoltre sapere che questo intervento rientra tra gli interventi di efficientamento energetico che danno diritto di accedere al Superbonus.
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Chiamato anche isolamento a cappotto, il cappotto termico consiste in una serie di strati isolanti applicati esternamente o internamente agli edifici in modo da garantire un isolamento completo, ovvero termico e acustico.
Se applicato correttamente consente un notevole risparmio energetico perché mantiene alte le temperature interne durante l’inverno ed impedisce al calore dei raggi solari esterni di penetrare negli ambienti durante i mesi estivi. Infine, dotare una casa di cappotto termico significa anche aumentarne il suo valore nel mercato immobiliare.
Esistono due tipologie. Andiamole a conoscere più nel dettaglio.
Molto diffuso, l’isolamento con il cappotto termico esterno viene spesso utilizzato per piccoli edifici, villette unifamiliari e per le facciate dei condomini.
Può risultare piuttosto costoso specie se l’edificio è alto poiché richiederà tempi più lunghi ed inoltre sarà necessario un quantitativo di materiale maggiore per coprire le superfici esterne.
Posare un cappotto termico interno vuol dire disporre dei pannelli isolanti – più sottili rispetto a quelli esterni – sulle pareti interne delle abitazioni.
Si tratta di una pratica molto usata all’interno di edifici urbani in cui è difficile intervenire sulle pareti esterne o per la coibentazione del tetto. Rispetto al cappotto esterno, l’isolamento interno comporta vantaggi quali, un costo inferiore ed un minor tempo di posa.
Tuttavia, poiché i pannelli vengono posizionati all’interno della casa, gli spazi ne risulteranno ridotti in volume e in alcuni punti l’applicazione potrà essere un po’ difficoltosa.
Per la realizzazione di un cappotto termico è possibile scegliere tra svariati materiali. La scelta dipende da vari fattori di tipo:
Per essere sicuri di fare la scelta più giusta, è bene rivolgersi ad esperti del settore che sono in grado di valutare con precisione i parametri suddetti per determinare sia il tipo di intervento da applicare che il migliore materiale isolante.
Vediamo quali sono le caratteristiche che deve avere un buon materiale isolante.
A questo punto, vediamo quali sono i vari materiali tra cui poter scegliere.
Molto diffusi, i materiali isolanti sintetici sono anche fra i più economici. Oltre al basso costo, garantiscono un ottimo isolamento termico, resistenza all’acqua e all’umidità, e facilità di posa. Hanno una durata variabile tra i 30 e i 50 anni. Con un adeguato trattamento protettivo possono durare anche più a lungo perché si andrebbero a deteriorare più lentamente.
Vanno sottoposti ad un adeguato trattamento ignifugo altrimenti potrebbero essere pericolosi in caso di incendio. Inoltre, nel caso si usasse un isolante espanso, i locali vanno ben areati dopo l’applicazione in modo da volatilizzare le sostanze potenzialmente dannose.
Si trovano sia in pannelli prefabbricati che in versione schiumata. Quest’ultima versione è ideale per quegli interventi di isolamento che prevedono l’inserimento del materiale isolante nelle intercapedini dell’edificio.
I principali materiali isolanti sintetici sono:
I materiali isolanti di origine minerale vengono spesso usati in edilizia perché garantiscono prestazioni elevate anche in caso di umidità in casa. Inoltre, oltre a presentare un ottimo livello di isolamento termico, risultano anche essere durevoli, traspiranti, resistenti alle muffe, biodegradabili e ignifughi. In commercio sono disponibili in lastre o pannelli. Costano un po’ di più rispetto agli isolanti sintetici e richiedono maggior attenzione durante la posa perché sono costituiti da materiali che possono risultare nocivi a contatto con la pelle o le vie respiratorie. Andiamo a scoprire quali sono.
Ovviamente si tratta di una scelta ecosostenibili. I materiali isolanti naturali nascono da processi di produzione non dannosi né per l’uomo né per l’ambiente. Inoltre, sono totalmente riciclabili e biodegradabili.
Proprio per le caratteristiche che gli sono proprie, risultano essere più costosi rispetto agli isolanti di origine sintetica. Dal canto loro, presentano però enormi vantaggi. Sono infatti:
I principali isolanti naturali sono i seguenti.
Il cappotto termico costituisce una tecnica edilizia molto sicura che viene ormai praticata in Italia da più di cinquant’anni. Tra l’altro, col passare del tempo, sono state introdotte tecnologie sempre più moderne per le rifiniture e quindi la libertà di progettazione è molto ampia.
Fondamentalmente, il cappotto termico porta indiscutibili vantaggi in termini di risparmio energetico (e di conseguenza economici) in tutte le stagioni. In inverno, il calore generato dai sistemi di riscaldamento non viene assorbito dalle pareti ma rimane intrappolato tra le mura di casa. D’estate, invece, il calore dei raggi solari non riesce a penetrare attraverso le pareti perché il materiale isolante protegge l’edificio dalla trasmittanza termica.
Ne consegue, quindi, che diminuiscono i tempi di accensione degli impianti termici di climatizzazione, e si può risparmiare sul riscaldamento domestico e alleggerire così le bollette di luce e gas.
Riassumendo, possiamo quindi dire che i vantaggi che possiamo ottenere con la posa di un cappotto termico sono:
Uno dei principali svantaggi del cappotto termico è il costo elevato. Tuttavia, i costi di installazione variano a seconda delle dimensioni delle pareti da trattare, delle eventuali difficoltà strutturali e dei materiali scelti. Inoltre, non va dimenticato che la spesa può essere ammortizzata grazie alle detrazioni fiscali e al risparmio energetico degli anni a seguire.
All’interno dei centri urbani non è sempre possibile installare il cappotto esterno per la presenza di vincoli comunali oppure perché manca il consenso di tutti i condomini. In questi casi, l’alternativa è il cappotto interno che, però, comporta una riduzione del volume delle stanze.
Analizziamo ora la situazione tipo in cui si rende necessario la posa di un cappotto termico. Se in inverno la temperatura interna è superiore ai 22°C e ai piani alti manca il comfort, va presa in seria considerazione l’ipotesi di posare un cappotto termico isolante e, se ciò non fosse possibile, anche un isolamento termico interno.
Bisogna infatti tener conto che la temperatura ottimale è attorno ai 20°C. Temperature interne più elevate comportano un aumento dei consumi energetici stimabile in un 7% annuo per ogni grado di differenza. Inoltre, una temperatura interna elevata e disomogenea non contribuisce al benessere abitativo.
Altro caso tipo. Se l’edificio in questione è stato realizzato prima del 1976 e negli anni seguenti non sono mai stati fatti interventi straordinari di manutenzione volti all’isolamento delle pareti esterne e/o della copertura, con grande probabilità, ci troviamo di fronte ad un edificio dalla qualità energetica scadente. Prima del 1976, infatti, non esistevano leggi che obbligavano la verifica termica degli edifici. Anche in questo caso, può quindi risultare conveniente la posa di un cappotto termico.
Realizzando un cappotto termico esterno, le murature interne rimangono più calde e, di conseguenza, si riduce il rischio di condensa superficiale che provoca la formazione di muffa. D’altro canto, però, se non posizionato correttamente, e non di spessore adeguato, il cappotto può estremizzare il rischio muffa.
Se i muri sono umidi (es. umidità di risalita) è meglio non posare alcun tipo di cappotto, men che meno in materiali non traspiranti.
In genere, lo spessore del cappotto termico è ricompreso tra 6 e 12 centimetri. Bisogna tener presente che il grado di isolamento dipende sia dallo spessore del cappotto termico stesso che dal tipo di materiale utilizzato.
Un cappotto termico può durare 5 anni come 50 anni. Tutto dipende da come viene concepito e dalla corretta posa.
È fondamentale avere la certificazione dei materiali, unitamente alla garanzia per almeno 10 anni. La garanzia deve coprire eventuali difetti del materiale e difetti nella posa in opera.
Il prezzo di un cappotto esterno è estremamente variabile. I fattori da prendere in considerazione dipendono infatti da numerose variabili quali:
Qui di seguito proponiamo un elenco di prezzi indicativi del cappotto termico esterno in base a diverse tipologie di pannelli isolanti.
Si deve tener conto che questi prezzi sono ovviamente indicativi. A ciò, vanno poi aggiunti i costi di manodopera, che variano dall’azienda e dalla regione, e l’eventuale necessità di allestire un ponteggio.
Per quanto riguarda il costo di un cappotto termico interno, di base, vale il discorso generico fatto in premessa per il cappotto esterno.
Anche in questo caso, al costo variabile dei materiali, va aggiunta la manodopera (di media intorno ai 20,00 – 40,00 euro per mq). Significative differenze si possono poi riscontrare anche in base al tipo di posa.
Ecco i costi indicativi dei vari materiali:
La realizzazione del cappotto termico rientra tra gli interventi che possono beneficiare del Superbonus 110%, la detrazione fiscale prevista dal DL 34/2020 (il cosiddetto “Decreto Rilancio”), poi convertito dalla Legge 77/2020 per interventi di riqualificazione energetica. L’art. 119 ha previsto una detrazione fiscale del 110% per le spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, da ripartire in 5 quote annuali di pari importo.
Nello specifico, il cappotto termico rientra tra gli “interventi trainanti”, ovvero quelli che accedono direttamente al Superbonus. Tuttavia, per poterlo ottenere, è necessario coibentare almeno il 25% delle superfici opache verticali, orizzontali ed inclinate dell’involucro lordo dell’edificio, o dell’unità immobiliare situata all’interno di edifici plurifamiliari, che sia funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno.
Inoltre, i materiali isolanti utilizzati devono rispettare i Criteri Ambientali Minimi (CAM) e devono essere soddisfatti i requisiti di trasmittanza termica. Infine, l’intervento deve essere finalizzato a migliorare di due classi la certificazione energetica APE dell’edificio medesimo.
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