Oggi andiamo alla scoperta dell’Evonimo, una pianta da esterno facile da coltivare, ideale per la creazione di siepi e bordure. Ma nessuno vieta di metterla a dimora anche in vaso per la coltivazione di esemplari singoli. Si tratta di una pianta che cresce piuttosto rapidamente e che regala grandi soddisfazioni!
Andiamo quindi a scoprire insieme come coltivarla in vaso o in giardino.
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L’evonimo è una pianta arbustiva perenne che appartiene alla famiglia delle Celastraceae. Originaria di Asia, Europa, centro e nord America e Madagascar, ha portamento eretto e rami legnosi, su cui nascono foglie che possono avere forma ovoidale o lanceolata in base alla varietà.
Produce piccoli fiori rosati, cui seguono piccole bacche rosa, a volte con sfumature più scure. Principalmente coltivata per la bellezza delle sue foglie, viene in genere usata per realizzare siepi e bordature piuttosto compatte.
Questa pianta viene principalmente impiegata a scopo ornamentale e decorativo per la bellezza delle sue foglie, dando quindi forma a bordure o siepi di grande impatto scenografico.
Ci sono diverse varietà di questa pianta. Ecco quali sono le più note e coltivate:
Vediamo nel dettaglio i principali accorgimenti da tener presenti per una corretta cura e manutenzione.
Lo si può coltivare sia in piena terra che sia in vaso, come singolo esemplare. Le varietà sempreverdi vanno piantate in ottobre o in aprile; le specie decidue, invece, vanno messe a dimora nel periodo che va da ottobre a marzo.
In altezza può raggiungere un massimo di 80 cm circa.
In autunno, alla fine della fioritura, è bene procedere con le operazioni di potatura per mantenere una forma ordinata dell’arbusto o – ancora meglio – della siepe.
Di fatto, la potatura consiste fondamentalmente nella eliminazione di tutte le parti danneggiate, come le foglie secche e ormai rovinate.
Riesce a sopportare molto bene la siccità. Tuttavia, soprattutto durante i periodi più caldi e aridi, è fondamentale garantire una irrigazione costante e regolare.
Il terriccio deve rimanere sempre umido, ma non zuppo!
Durante i mesi invernali, il terriccio può restare tranquillante asciutto.
Durante il periodo vegetativo, ovvero dalla primavera fino all’autunno inoltrato, è bene annaffiare la pianta generosamente. Calmierare invece la somministrazione di acqua durante l’inverno. In ogni caso, evitare sempre i ristagni idrici.
La tecnica di moltiplicazione migliore, che garantisce risultati soddisfacenti, è quella per talea, da eseguire in primavera.
Occorre prelevare una porzione di ramo portante (8-10 cm circa) e interrarla all’interno di un terriccio composto da sabbia e torba, da mantenere costantemente umido all’interno di un contenitore coperto da plastica, e ad una temperatura di minimo 20°C. Una volta che la talea ha radicato e cominciano a compare le prime foglioline, la pianta va quindi scoperta e trasferita in un ambiente caldo e luminoso.
Nel mese di aprile o di ottobre bisogna mettere a dimora le specie sempreverdi. Per le specie decidue, si può procedere nel periodo che va da ottobre fino a marzo.
Per la realizzazione di siepi, le piantine vanno interrate ad una distanza di 40 cm circa l’una dall’altra.
Può subire l’attacco di acari, afidi e cocciniglie. Per questo, sarebbe bene non piantare gli arbusti eccessivamente vicini fra loro per favorire la circolazione dell’aria ed evitare un eccesso di umidità. Le cocciniglie possono essere rimosse manualmente utilizzando del cotone imbevuto di alcol. Se però l’infestazione fosse ormai diffusa, occorre agire utilizzando un antiparassitario specifico.
L’evonimo è anche soggetto a malattie fungine, come quella provocata dal fungo Phyllostycta evonymicola, che provoca la formazione di macchie scure sulle foglie fino a farle cadere. Altra malattia diffusa è l’oidio, che si riconosce facilmente per la formazione di muffa bianca sulle foglie.
Sì, ed è bene tenerlo presente se la si vuole acquistare come pianta da tenere in giardino. Per l’uomo, questa pianta è velenosa in ogni sua parte. Mangiare le bacche può essere letale. Al contrario, la maggior parte degli animali, resiste bene al suo veleno.
Il termine Euonymus deriva da 2 vocaboli greci: “éu”, che significa “bene”, “buono”, “vero” ed “ónoma”, che vuol dire “fama”, “nome”, “reputazione”.
In pratica, il nome della pianta vuol dire quindi che ha una buona reputazione. Ovviamente, si tratta di una denominazione ironica considerato il suo elevato tasso di tossicità.
Le piantine hanno un costo molto economico che parte, di media, da 4,50 euro.
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