In questa guida scopriamo insieme la definizione di impronta ecologica ed il suo corretto significato. Impariamo a calcolarla usando uno strumento online e soprattutto vediamo come cercare di ridurla.
Sommario
- Cosa si intende per impronta ecologica
- Dove nasce l’impronta ecologica
- Come si fa il calcolo dell’impronta ecologica
- Come si calcolo l’impronta ecologica
- Perché ridurre la propria impronta ecologica
- Come ridurre l’impronta ecologica: le scelte importanti
- Come ridurre l’impronta ecologica: elenco
- Quale città possiede l’impronta ecologica più alta?
- Quale paese del mondo ha l’impronta ecologica più bassa?
- Qual è l’impronta ecologica media degli italiani?
- Guide utili per ridurre la propria impronta ecologica
Cosa si intende per impronta ecologica
Il Carbon Footprint – in italiano impronta ecologica – è un indicatore dell’impatto che le attività umane hanno sull’ambiente, con particolare riferimento ai cambiamenti climatici, sia esso di un singolo o della collettività.
Questo indicatore viene calcolato sulla base di comparazioni eseguite su determinati parametri. Si tratta di valutazioni inerenti le necessità che vengono richieste per condurre il proprio stile di vita, ma anche i consumi energetici.
Visto così, potrebbe parere un concetto un po’ astratto, ma in realtà le sue implicazioni sono assolutamente concrete: questo indicatore viene sempre più impiegato per valutare la pressione di un singolo, di una collettività, e anche di una nazione nei confronti dell’ambiente.
A stabilire i parametri e a calcolare l’impronta ci pensa la Global Footprint Network, punto di rifermento in tema ambientale che dialoga e collabora giornalmente con gli stati per misurare l’impronta e anche per cercare dei rimedi atti a ridurla.
Il Carbon Footprint in dettaglio rappresenta il totale dei gas serra (greenhouse gases) che produciamo giornalmente a livello di singolo individuo attraverso la combustione di combustibili fossili per l’elettricità, il riscaldamento, etc. Un concetto analogo a quello di Water Footprint, dunque.
Si misura in KG o tonnellate di anidride carbonica equivalente.
Dove nasce l’impronta ecologica
Furono William Rees e Mathis Wackernagel, ricercatori presso l’Università della British Columbia, a forgiare questa unità di misura nel 1990.
Come si fa il calcolo dell’impronta ecologica
È un indicatore che misura l’area biologicamente produttiva di terra e mare, utile per rigenerare le risorse consumate dalla popolazione e per assorbire i rifiuti creati.
Espressa in ettari, l’impronta ecologica esamina 6 categorie di superfici produttive:
- terreni coltivabili
- aree edificate
- zone di pesca
- aree boschive
- pascoli
- superficie terrestre necessaria per smaltire le emissioni di carbonio
Così come anche i consumi sulla base della seguente classificazione:
- abitazioni
- alimenti
- beni di consumo
- trasporti
- servizi
Il Global Footprint Network calcola l’impronta di ogni Paese e la mette a confronto con la biocapacità globale in modo da individuare l’Earth Overshoot Day.
Che cos’è l’Earth Overshoot Day
L’Earth Overshoot Day, il giorno del Sovrasfruttamento della Terra in italiano, è il momento in cui l’Umanità sarà costretta a cominciare ad utilizzare risorse non rinnovabili in quanto avrà ormai consumato tutte le risorse naturali disponibili che il Pianeta può rigenerare.
I dati non sono confortanti. Negli ultimi anni, infatti, questa giornata arriva sempre prima. Se nel 2000 l’Earth Overshoot Day era il 25 settembre, nell’anno appena trascorso (2022) è stato il 28 luglio. Nel 2023 si stima arrivi addirittura il 13 maggio!
Come si calcolo l’impronta ecologica
Il calcolo si ottiene mettendo in relazione la quantità dei vari bene consumati con una costante di rendimento espressa in chilogrammi per ettaro. Il risultato ottenuto è una superficie espressa in “ettaro globale”.
Si può eseguire questo calcolo individualmente, con misurazioni relative ai propri consumi personali, oppure applicato a comunità di persone, ricavando il consumo dei singoli a partire dall’analisi di dati statistici nazionali o regionali.
La formula è piuttosto complessa e implica l’uso di modelli matematici piuttosto sofisticati, dal momento che occorre prendere in considerazione numerosi fattori e molteplici variabili.
Tuttavia, sul sito web ufficiale footprintnetwork.org, il think thank Global Footprint Network ha messo ha a disposizione degli utenti un calcolatore di impronta ecologica.
Una volta che si è risposto a tutte le domande, poste in lingua inglese, viene decretata la propria impronta ecologica e vengono anche elargiti dei consigli per diminuirla nella vita di tutti i giorni.
Quali sono i principali indicatori usati per calcolare l’impronta ecologica individuale
Ci sono alcuni indicatori da prendere in considerazione per fare questo calcolo:
- Numero dei componenti del nucleo familiare
- Tipologia dell’immobile in cui si vive: dimensioni, materiali costruttivi, livello di efficienza energetica…
- Frequenza di consumo di prodotti alimentari di origine animale
- Percentuale di consumo di cibo non processato ovvero prodotto localmente e privo di imballaggi
- Quantità di rifiuti prodotti rispetto alla media locale
- Percentuale di energia elettrica consumata proveniente da fonti energetiche rinnovabili
- Distanza percorsa ogni settimana per effettuare gli spostamenti
- Forme di mobilità usate
- Ore di viaggio in aereo effettuate ogni anno
Per il calcolo dell’impronta ecologica: potete calcolare direttamente il vostro Carbon Footprint usando il calcolatore che trovate di seguito:
Perché ridurre la propria impronta ecologica
Questo indicatore dimostra anche un concetto molto importante, elaborato negli anni ’90 dai ricercatori della British Columbia University W.Rees e M. Wackemagel. Gli studiosi elaborarono questa idea per valutare il debito che la Terra ha nei confronti degli Uomini. E lo hanno fatto sia dal punto di vista teorico che in maniera pratica, da applicare alla vita quiotidiana.
Secondo dati recenti, la Terra è in overshoot, ovvero sono state consumate più risorse di quelle che effettivamente il nostro Pianeta può donare, già a inizio luglio.
Detto in altro modo, il pianeta avrebbe bisogno di un anno e quattro mesi per rigenerare quello che l’umanità sta consumando annualmente. Servirebbe, quindi, un pianeta e mezzo per ospitare il genere umano. Dati allarmanti, che fanno riflettere sull’importanza della impronta ecologica e sulla sua utilità ai fini dell’informazione ecologica nel nostro presente.
Come ridurre l’impronta ecologica: le scelte importanti
Per ridurre l’impronta ecologica nella vita di ogni giorno ci sono diversi gesti e scelte che interessano molto aspetti della quotidianità.
Le città sono sicuramente i centri più interessati, in quanto l’impronta dipende molto dai piani urbanistici, che possono influire per il 70% sul Carbon footprint.
Al contempo, affidandosi a nuovi metodi di costruzione e e ai nuovi stili abitativi, l’impronta può essere decisamente abbattuta. È importante considerare che l’impronta viene calcolata in ettari, dove gli ettari sono l’estensione di territorio procapite necessaria per produrre le risorse che servono durante un anno di vita.
Alla base del calcolo vi è una stima dei consumi che si divide in cinque categorie:
- cibo
- mobilità
- abitazione
- beni
- servizi
Ad ognuna di queste categorie corrisponde una impronta che è determinata da diversi fattori.
Per quanto riguarda l’abitazione, essa può dipendere dalle metodologie impiegate per costruire la casa, dall’isolamento termico, alla tipologia di riscaldamento e di raffrescamento, dalla posizione e dall’impatto ambientale generale della casa. Sono fattori a volte complessi, che necessitano di autonoma valutazione.
Come ridurre l’impronta ecologica: elenco
Riassumiamo qui di seguito una serie delle principali azioni che, messe in atto, possono aiutarci a ridurre realmente il nostro impatto sull’ambiente.
- Preferire fonti di energia rinnovabili e green come quella del fotovoltaico
- Acquistare prodotti a filiera corta e quindi mangiare cibi a km zero
- Eliminare la carne o, quantomeno, cominciare a ridurne il consumo
- Installare lampade a risparmio energetico
- Scegliere elettrodomestici ad alta classe di efficienza energetica
- Optare per arredi riciclati, di seconda mano o realizzati in maniera sostenibile
- Usare prodotti atossici e biodegradabili per le pulizie di casa,
- Impostare lo scaldabagno in modalità basso consumo o a temperature più basse come 40°-41° e quando ci si assenta da casa per lunghi periodi di tempo staccarlo
- Staccare la spina dei dispositivi elettrici quando non si utilizzano
- Spostarsi a piedi o in bicicletta tutte le volte che si può
- Fare docce brevi
- Usare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico
- Bere l’acqua del rubinetto (magari solo averla opportunamente filtrata) ed evitare di acquistare quella in bottiglie di plastica
- Effettuare i controlli di manutenzione dei sistemi di riscaldamento e refrigerazione con cadenza regolare
- Applicare la regola delle R: ridurre il volume dei rifiuti, acquistare meno prodotti usa e getta o con imballaggi, scegliere prodotti venduti alla spina od oggetti più duraturi
- Riparare o riciclare articoli oggetti che vogliamo buttare
- Inviare solo le e-mail effettivamente necessarie (tra invio e ricezione di un messaggio che pesa 1 megabyte, vengono emessi 19 gr di CO2. In pratica, spedendo 8 mail si producono le stesse emissioni come un’un auto che percorre 1 km.
Quale città possiede l’impronta ecologica più alta?
Le città in cui si registra l’impronta ecologica pro capite più alta sono La Valletta, Atene, Genova, Marsiglia, Roma e Barcellona.
Di contro, quelle con i valori più bassi sono Tirana, Tunisi, Il Cairo ed Alessandria.
Quale paese del mondo ha l’impronta ecologica più bassa?
In Africa l’impronta ecologica media è di soli 1,1 ettari globali, la più bassa pro capite a livello mondiale, pari a circa la metà della media mondiale.
Qual è l’impronta ecologica media degli italiani?
Gli Italiani hanno un’impronta ecologica (4,3 ettari globali pro capite) molto superiore rispetto alla media mediterranea (3,2 gha pro capite).
Maggiore in confronto agli spagnoli (3,8 gha pro capite), ma inferiore rispetto ai francesi (4,7 gha pro capite).
Guide utili per ridurre la propria impronta ecologica
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Ultimo aggiornamento il 20 Marzo 2024 da Rossella Vignoli
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