Orto e giardino

Innesto: tecniche e consigli per questa pratica di moltiplicazione delle piante

L‘innesto è una tecnica colturale che consente di moltiplicare le piante: abbiamo raccolto tutte le informazioni utili per imparare a praticarlo, distinguendo tra le varie tipologie di innesto.

Innesto: tecniche e consigli per questa pratica di moltiplicazione delle piante

Si tratta di una tecnica antichissima, già presente in Cina migliaia di anni fa. A volte avviene in modo spontaneo in Natura, quando i rami di due alberi si toccano e crescono fianco a fianco. Ma vediamo cos’è esattamente, quali sono le varie tipologie e perché farlo.

Come funziona?

L’innesto è una pratica di moltiplicazione delle piante del tipo agamico, cioè consente di clonare la pianta madre.

Infatti, permette di riprodurre una varietà identica all’originale, cosa che non accade con la semina, che dà vita a piante  con alcune – ma non tutte – le caratteristiche di quella originale. Un po’ come accade con i figli e i genitori.

Non è l’unica tecnica, perché esistono anche la talea, la divisione dei cespi, la margotta e la moltiplicazione per propaggine.

Perché innestare

Attraverso tale intervento si possono ottenere numerosi benefici, portando ad un miglioramento delle caratteristiche stesse della pianta e della sua produttività.

  • Cambiare la natura di una pianta modificando i rami, il fogliame, la fioritura o la fruttificazione originaria
  • Stimolare la nascita di rami, fiori o frutti nelle parti della pianta che ne sono prive
  • Curare un albero malato infondendo nuova linfa da un albero sano e vigoroso
  • Avvicinare i due sessi di piante dioiche sullo stesso ceppo, per facilitare la fertilità della specie, o per trasformare completamente il sesso della pianta
  • Conservare e propagare le varietà di alberi da frutto e ornamentali che non possono essere riprodotte con nessun altro processo di propagazione

Serve ai frutteti per dare raccolti generosi ogni stagione, alle foreste per conservare specie in estinzione, ai vigneti danneggiati da una malattia, e ad inserire nel paesaggio e nei parchi delle nuove varietà sia autoctone che esotiche, a rendere più vigorose le piante ed a farle acclimatare meglio.

Vediamo anche il periodo migliore per intervenire,quali sono le parti delle piante che vengono utilizzate, chiamate marze e portainnesti, i tipi e come procedere.

Quando innestare: il periodo migliore

Si consiglia sempre di effettuare l’innesto in primavera o nei mesi autunnali.

Tuttavia, chi segue il lunario agricolo sa bene che è meglio procedere rispettando alcuni fattori. Se bisogna moltiplicare una pianta da fruttosi esegue l’innesto durante la fase della luna calante.

Al contrario per tutte le altre piante è meglio effettuare l’operazione in luna crescente, incentivando così la comparsa di fiori e foglie anziché dei frutti.

Come innestare

Viene rimosso un germoglio o un rametto dalla pianta originale (chiamata marza) e attaccato al tronco di un’altra (chiamata portainnesto). La Natura porta i due corpi a saldarsi assieme e la linfa può poi salire e nutrire il germoglio innestato, che si sveglierà, svilupperà un ramo e diventerà nel tempo una nuova parte dell’albero.

La curiosità: se guardate con attenzione, anche dopo diversi anni, potete osservare il punto di innesto (il luogo in cui la gemma è stata innestata), che appare con una cicatrice nel tronco e un marcato cambio di colore nella corteccia.

Nel punto in cui ciascuna pianta ha subito il taglio, si viene infatti a formare un callo cicatriziale. Questo altro non è che la fusione tra le rispettive cellule.

Questo processo viene agevolato dalla presenza del mastice per innesto e dall’utilizzo di un filo di rafia che tiene ben ferme e salde le due superfici.

Queste devono essere perfettamente combacianti dal punto di vista delle dimensioni.

Considerate, in ogni caso, che a volte la moltiplicazione non va a buon fine. Molto dipende da come viene eseguita la procedura, dal grado di esperienza e soprattutto dalla compatibilità biologica tra le due piante.

Una volta innestato, anche il frutto dell’albero è identico a quello dell’albero originale. Potrete quindi utilizzare i rami dell’albero innestato per innestarne altri.

Innesto

Le marze

Tra le componenti delle piante necessarie per effettuare gli innesti iniziamo proprio dalle marze, chiamate anche nesti.

Si tratta di gemme e parti di ramo che vengono tagliate dalla pianta-madre. Si consiglia sempre di scegliere i rami migliori e in salute, che siano giovani ma che abbiano almeno 1 anno di vita.

Vi ricordiamo che per effettuare il taglio, che dovrà essere netto e pulito, è raccomandabile utilizzare strumenti ben igienizzati, quali un coltello da innesto o un paio di forbici.

Il portainnesto

La marza va aggiunta ad un’altra pianta dotata di radici, che abbiamo visto è chiamata portainnesto.

Per la scelta della pianta bisogna orientarsi sullo stesso genere e assicurarsi che la pianta non sia colpita da parassiti o funghi. A volte si acquistano piante specificatamente per questa operazione, in altri casi si possono impiegare esemplari che abbiamo già in giardino.

Il portainnesto ha un ruolo fondamentale e delicato per la crescita della pianta. Da esso dipende la capacità di adattamento al clima e al terreno, così come la resistenza contro le malattie. Inoltre riesce a incentivare o ridurre lo sviluppo della pianta.

Passiamo ora alla parte pratica e vediamo nel concreto come muoverci.

Innesto

Tipi di innesto

Vediamo ora quali sono le due principali tecniche di innesto: l’innesto a marza e quello a gemma, con le loro varianti in dettaglio.

Innesto a marza

Per poter generare una nuova cultivar partendo dalla pianta madre, bisogna prelevare 2 o 3 gemme presenti su un ramo lungo almeno 15 cm.

L’innesto andrà effettuato a primavera. Di conseguenza il taglio delle marze avverrà in inverno, quindi prima che la pianta esca dalla fase di riposo vegetativo. Di norma si procede durante la potatura invernale.

Le marze andranno trattate prima con un fungicida in polvere a base di rame. Poi vanno conservate all’interno di un foglio di giornale o di un panno e riposte in frigorifero all’interno di un sacchetto scuro.

Un tempo invece si era soliti interrarle in una buca del giardino, ricoprendole anche con la sabbia. Questo le avrebbe tutelate dai rigori dell’inverno.

Per l’innesto a marza si possono eseguire vari tagli. Vediamoli tutti.

Innesto

Innesto a spacco

Esistono varie tipologie di innesto a spacco:

  • a spacco intero: si esegue prima un taglio orizzontale sul portainnesto e poi uno verticale. Si utilizza un cuneo per mantenere aperto lo spacco e si inserisce la marza che sarà lavorata a punta.
  • innesto a spacco inglese semplice: in questo caso i tagli saranno obliqui di modo da far combaciare le due parti.
  • a doppio spacco inglese: la tipologia di innesto è identica a quella semplice, solo che è presente un’incisione in più.
  • a spacco pieno (o a sella): il taglio può essere a forma di U, V oppure L, prendendo rami che abbiano lo stesso diametro.
  • innesto a spacco laterale: il portainnesto viene tagliato in senso obliquo per consentire alla marza di inserirsi lateralmente.
  • a corona: si taglia il portainnesto orizzontalmente e si creano due piccole incisioni ai lati, dove si inseriranno due marze.

Innesto a ponte

Se la pianta ha subito dei danni, questa tecnica viene in soccorso. Difatti non è impiegata per la moltiplicazione. Si preleva la marza dalla stessa pianta da curare, creando appunto un ponte tra la zona superiore e quella inferiore, intorno all’area danneggiata.

Innesto per avvicinamento (o per approssimazione)

Si avvicinano marza e portainnesto senza tagliare la marza dalla pianta madre e si creano vari tagli per favorire la fusione.

Innesto a gemma (o a scudo)

L’innesto a gemma può essere effettuato in due diversi momenti. Se avviene nei mesi primaverili, si chiama innesto a gemma crescente, mentre in autunno sarà detto a gemma dormiente.

Viene eseguito soprattutto sulle piante da frutto. Si taglia un ramo con le gemme, poi si esegue una incisione a forma di T sul portainnesto. Sarà fondamentale recidere solo la corteccia e non il legno sottostante. La parte che viene asportata si chiama scudo.

Si inserisce il ramo nell’incisione e si fissa il tutto con della rafia o con del nastro apposito. Anche in questo caso vi sono diverse varianti.

Innesto

A T rovesciata

La tecnica è identica alla precedente, solo che appunto il taglio è rivolto verso il basso.

Innesto a intarsio

Lo scudo viene collocato su una parte del portainnesto chiamata nicchia, di pari dimensioni e forma.

A doppio scudo

Tale tecnica viene impiegata quando le due piante non sono compatibili, pertanto è necessario utilizzare un intermediario. Si procede tagliando uno scudo dalla marza e un tassello dalla pianta intermediaria, che verranno entrambi inseriti sul portainnesto.

A zufolo

In questo caso si creano due anelli nel tronco, uno nel portainnesto e uno nella marza. Bisogna stare molto attenti nel far combaciare le parti, rispettando quindi le dimensioni.

Innesto a triangolo

L’incisione a T assume la forma triangolare, di modo che la marza possa inserirsi con una punta lavorata con le stesse misure.

A pezza

Si taglia un pezzo rettangolare dalla corteccia della marza che viene poi ricreato anche sul portainnesto. L’incastro deve essere perfetto. Generalmente viene applicata per le piante con la corteccia molto spessa.

L’innesto delle varietà di piante

Ecco alcuni consigli per innestare i vari tipi di albero da frutto.

Susino

Albicocco

Melo
Limone

Arancio

Agrumi

Ciliegio
Vite
come innestare le rose
Fico
Mango
Castagno
Fico d’India
Melograno

Ulivo

Cosa innestare

Il tipo di innesto dipende dagli alberi da frutto e dalla stagione. Ecco alcuni esempi:

Albicocco: un innesto a doppio spacco inglese in aprile e uno a gemma in agosto.
Mandorlo: un innesto a spacco in marzo e un innesto a gemma (o scudetto) in agosto.
Pesco: innesto a gemma (o scudetto) in agosto e settembre
Prugno: un innesto a spacco in marzo-settembre

Altri consigli utili

Per la cura delle tue piante, ecco le nostre guide pratiche, ma troverete anche tanti altri consigli utili nella sezione dedicata ad orto e giardino:

Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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