Piante e fiori

Tutto sulla jatropha, una pianta tropicale ornamentale da conoscere

Si tratta di una pianta velenosa, ma che può essere assai utile in diversi ambiti

Jatropha è il nome di un genere di piante che racchiude diverse varietà (grassa, arbustiva, arborea e da fiore). Tutte contengono un’alta quantità di componenti tossici ed irritanti, se non trattate correttamente.

Tutto sulla jatropha, una pianta tropicale ornamentale da conoscere

Andiamo alla scoperta di questa pianta, illustrando le diverse varietà e gli utilizzi che se ne possono fare: i suoi semi non sono commestibili, ma, come vedremo, possono essere utilizzati per produrre biocarburanti.

Jatropha podagrica

È una succulenta poco ramosa che non ama il sole diretto. È perfetta come pianta da interno, infatti in inverno va tenuta al riparo e sempre lontano dai venti. I fiori, maschili e femminili, sono rossi.

Preferisce i luoghi umidi e temperature che non scendano al di sotto degli 8°. Semi-sempre verde, è infatti originaria dell’America Centrale, ma viene coltivata anche in Africa ed Asia, soprattutto come pianta officinale.

Il fusto, di colore marrone chiaro, è coperto da sottili scaglie; le foglie, caduche, sono verdi, brillanti e lobate. Alla fioritura si succedono i frutti, capsule legnose e tondeggianti che a maturazione liberano dai 3 agli 8 semi, piccoli e scuri.

Dalla primavera fino all’inizio dell’autunno, le annaffiature devono essere regolari, ma queste piante possono sopportare anche brevi periodi di siccità. Ogni 15-20 giorni, ricordatevi di aggiungere del concime per le grasse, da mescolare all’acqua.

Il terreno dev’essere ricco, sciolto e molto ben drenato; può essere utile, ad esempio, un miscuglio bilanciato di terriccio, torba e sabbia. Va rinvasata ogni 2-3 anni. Suoi nemici sono cocciniglia e oidio.

Jatropha

Jatropha podagrica foglie gialle

Nel caso della podagrica, sono le correnti d’aria a provocarne l’ingiallimento. Basterà rimuovere le foglie in fase di potatura.

Jatropha podagrica vendita

Si trova nei vivai, presso le aziende agricole e su internet. Il prezzo si aggira intorno ai 13 euro. Ma si possono trovare anche bulbi e semi.

Jatropha berlandieri

Tra le piante ornamentali la berlandieri o jatropha cathartica è la succulenta tropicale famosa soprattutto per il suo caudex, ovvero il fusto.

Grosso, globoso e di colore chiaro, è ben evidente in superficie, e funge da riserva d’acqua. Per questa ragione, nei Paesi anglosassoni la pianta è denominata baseball cactus, ma è conosciuta anche col nome di pancia di Buddha.

Originaria del Texas, del Messico, di Guatemala e Panama, presenta foglie grigio-verdi e palmate e fiori rossi, sia maschili che femminili, raccolti insieme a forma di ombrello.

Può sopportare la siccità, ma predilige luoghi asciutti e terreni argillosi. È decidua, perde cioè sia le foglie che gli steli, e l’inverno lo passa in stato di quiescenza, pertanto non va innaffiata. Se coltivata in vaso, non supera i 60 cm; in natura, invece, assume aspetto arboreo.

Questa cultivar ama dunque il sole diretto, ma non resiste al freddo. Fiorisce in piena estate, quando si presentano anche i frutti, capsule tondeggianti e di colore verde che racchiudono 3 semi ciascuno.

È necessario tenerla al riparo dai venti, e fornirle un terreno ben drenato, come quello per le bulbose. Le annaffiature devono essere regolari, così le concimazioni, che dovranno terminare a ridosso dell’autunno.

Si moltiplica per semina ma anche per talea di ramo, e va potata in inverno. È soggetta al marciume delle radici; non teme cocciniglia e afidi.

Jatropha gossypiifolia

Noto anche con l’espressione ‘arbusto del mal di pancia‘, è una specie originaria di Messico, America Latina, costa ovest dell’India e Isole dei Caraibi.

Fa parte della famiglia degli eugurri ed è considerata una specie infestante, sia in Australia che in Puerto Rico, per la sua capacità di contaminare i semi delle altre piante con i propri.

Da giovane, questa pianta presenta delle foglie piccole, appiccicose e di color porpora, che diventano di color verde brillante durante l’età adulta. I fiori sono piccoli e a grappolo, di colore rosso con parte centrale gialla. Le foglie sono trilobate ed appuntite.

È una pianta molto utilizzata nella medicina popolare d’Africa e America, anche sugli animali, con effetti anti-ipertensivi, anti-diarrea, antinfiammatori ed anti-cancerogeni. Altri nomi sono: physicnut nero o physicnut di foglie di cotone.

Jatropha integerrima

Della famiglia degli eugurri, la peregrina o jatropha piccante è originaria di Cuba e dell’isola di Hispaniola, tra Haiti e Repubblica Dominicana.

Si caratterizza per fiori rosso corallo, che spuntano in estate. La cultivar è molto resistente, ma non sopporta il gelo.

Jatropha

Jatropha multifida

Arbusto succulento proveniente dell’America Centrale, la varietà multifida ha un fusto eretto, singolo e semi-legnoso. In natura può raggiungere anche i 3 metri d’altezza, ma coltivato in vaso non supererà il metro e mezzo.

La corteccia sottile, leggermente ruvida e di colore marrone chiaro, si sviluppa in varie ramificazioni che danno luogo a una folta chioma. Le foglie sono grandi, palmate, di colore verde scuro, e si sviluppano all’estremità di piccioli lunghi, sottili e flessibili.

Come altre varianti, anche questa è sempreverde, ma può diventare caduca se le condizioni climatiche non sono ottimali.

Jatropha corallo

Detta, anche più semplicemente, ‘corallo vegetale’, per le inflorescenze a ombrello, di colore arancio vivace e lievemente carnose, viene spesso utilizzata per decorare matrimoni in stile marino.

La Jatropha rossa può aiutare a curare l’HIV?

Alcuni studi, effettuati tra il 2008 ed il 2013, hanno stabilito che le foglie di questa pianta sembrano avere effetti anti-retrovirali in pazienti che hanno dimostrato resistenza ai farmaci per l’HIV (AZT/3TC).

Jatropha tanjorensis

È anch’essa parte della famiglia delle Euphorbiaceae. Le sue foglie vengono utilizzate, in Nigeria, come alimento. Ma oltre alle proprietà nutrizionali, ha anche effetti fitochimici e di farmacoterapia, confermati da diversi studi.

Sembra infatti che la suddetta pianta possegga virtù antimalariche, antibatteriche, ipoglicemiche ed ipolidemiche, in grado, cioè, di sciogliere il grasso; oltre ad effetti antiossidanti, e contro il diabete, antiparassitari ed ipertensivi.

Funziona bene anche in caso di anemia, ma, come nel caso della Jatropha rossa e dell’HIV, non vi sono ancora conferme ufficiali da parte della comunità scientifica internazionale.

I semi di Jatropha sono tossici?

La Jatropha è considerata invasiva e nociva. In Australia Occidentale, la pianta è al bando dal 2005.

I semi della cultivar gossypiifolia, in particolare, sono altamente tossici per umani e animali, tanto da essere fatali. Colpa della curcina, che è in grado di agglutinare il sangue, ovvero di provocare una reazione autoimmunitaria.

Anche la linfa può provocare tossicità ed irritazioni, sia se ingerita che per contatto. Tutte le piante di questo genere danno infatti problemi digestivi, anche gravi (inibitori della tripsina e lectina) e sono cancerogene (forbolo).

Gli esteri del forbolo sono presenti soprattutto nell’olio, insieme alle saponine. I loro effetti principali sono forte vomito e diarrea. Le foglie giovani, se opportunamente bollite e stufate, possono essere consumate.

Jatropha curcas

Diffusa nella parte tropicale e sub-tropicale del mondo, come India, Australia, Argentina e Caraibi, in Africa orna cimiteri e tombe, ma è nota anche per recintare gli orti, poiché essendo tossica, li protegge dai predatori.

In Sardegna e Calabria sono presenti coltivazioni sperimentali per ricavare il cosiddetto ‘oro verde del deserto’, un olio vegetale, derivato dei suoi semi, che viene utilizzato come biodisel.

jatropha

Questa variante è infatti conosciuta per i suoi fiori gialli e per i suoi frutti. Il nome inglese purging nut o quello dell’Africa francofona pourghère deriva proprio dal fatto che le sue noci abbiano potere purgante.

Ma sono molti gli usi che se ne fanno. Questo arbusto perenne, noto anche come Barbadus nut, è considerato una specie mellifera. Inoltre, in Messico i suoi cespugli vengono coltivati per far proliferare gli insetti della Lacca, dalle proprietà epatoprotettive ed anti-obesità.

Le radici vengono usate in luogo del sale, mentre le foglie, una volta bollite e stufate, vengono applicate sui cavalli, come repellente naturale delle mosche.

Non ha esigenze di terreno, cresce bene anche in zone aride e rocciose, purché la temperatura non scenda al di sotto de 14 °. Le irrigazioni devono essere moderate. Nonostante si propaghi molto bene per seme, quella più efficace avviene per talea.

Jatropha per i capelli

La linfa della variante curcas macchia, per questo viene utilizzata come colorante. Spesso aggiunta agli hennè di fabbricazione commerciale, aiuta ad avere un colore più scuro.

Come si pronuncia Jatropha

Dipende dalla lingua che vogliamo utilizzare. In hindi, si dice ‘ia-trò-fa’. In spagnolo è invece ‘gi-a-trò-fa’.

Qual è il significato di Jatropha?

Il nome deriva dalle parole greche ἰατρός (iatros), ovvero ‘dottore’, e τροφή (trophe), ‘nutrizione’. Il che spiega perché in inglese, le piante di questo genere vengono chiamate anche physic nut.

Come far crescere la Jatropha dal seme

La primavera è anche il periodo in cui effettuare la moltiplicazione per seme. I semenzai vanno tenuti in luogo fresco, umido ed ombreggiato fino alla completa germinazione. Hanno una crescita molto lenta, ma gli esemplari adulti possono raggiungere anche i 2 metri d’altezza.

Come far crescere la Jatropha per talea

Sarà sufficiente tagliare un frammento di ramo della pianta, e, dopo averlo ben pulito, sistemarlo poi in un terriccio apposito.

Dal ramo, provvisto di foglie, si otterrà così una nuova piantina ‘identica’, a partire cioè da una stessa tipologia di coltivazione già esistente.

Coltivare la Jatropha in Italia

La pianta può fiorire durante tutto l’arco dell’anno, ma siccome germina intorno ai 21-26°, in Italia i fiori spunteranno in estate.

La curcas viene coltivata, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, per estrarre il biocombustibile. Ma l’olio vegetale viene utilizzato anche per la produzione di detergenti, oli da bagno, e per l’illuminazione.

Jatropha oil

L’olio derivato dai semi della pianta Jatropha curcas vene utilizzato per produrre saponi, lubrificanti e cosmetici. Tossico ed irritante, non può essere aggiunto ai cibi.

In particolare alcuni anni dopo il 2000 si è diffusa l’idea di impiegare l’olio di questa pianta tropicale come biodiesel, spingendo diversi Paesi africani, del Sud est asiatico e del Sud America a convertite vaste aree in coltivazione di jatropha. L’idea del biodiesel, venduto a circa 800 eur per 10 tonnellate (e quindi a un costo inferiore al petrolio in quel periodo) si è rivelato però un flop. La resa dipende dalle condizioni climatiche e cala vistosamente in caso di caldo eccessivo e poca irrigazione.

Jatropha curcas: biodiesel

Di ottima qualità e a bassa viscosità, non necessita di grandi quantità d’acqua. Un ettaro di piantagione può dare vita fino a 1,6 tonnellate d’olio: più il terreno è povero, più la produzione sarà modesta. I residui dei semi vengono utilizzati come fertilizzante.

Olio di jatropha: prezzo

L’olio ricavato da questa pianta si trova in erboristeria e su internet si trovano anche aziende che operano sul suolo europeo.

In Italia, si trovano solo i semi e i macchinari per la spremitura, che va effettuata a freddo e con tutte le precauzioni del caso, poiché l’olio è velenoso.

La Ica

Web editor freelance per portali e siti che si occupano di viaggi, lifestyle, moda e tecnologia. Districatrice di parole verdi per TuttoGreen dal maggio 2012, nello stesso anno ha dattiloscritto anche per ScreenWeek. Oggi, pontifica su Il Ruggito della Moda, scribacchia di cinema su La Vie En Lumière, tiene traccia delle sue trasvolate artistiche su she)art. e crea Le Maglie di Tea, una linea di magliette ecologiche.

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