Mini-idroelettrico, ora è accessibile a molti
Un'opzione interessante per produrre energia da privati sfruttando una piccola differenza di quota di un corso d'acqua
L’ultima novità in fatto di energie rinnovabili è il mini-idroelettrico. Ve lo spieghiamo.
Sommario
Cos’è il mini-idroelettrico
L’energia idroelettrica è una fonte pulita per realizzare elettricità che sfrutta la forza dell’acqua in caduta da altezze differenti per azionare una turbina e generare così prima vapore e poi energia. In Italia, però, il le possibilità per creare nuovi impianti sono ormai poche. Quello che c’è è già ampiamente sfruttato. L’Italia è infatti il terzo produttore europeo di energia idroelettrica, dietro Svezia e Francia.
Ecco che allora si apre la possibilità di provare un impianto di dimensioni contenute, che si basa sula cambio di quota minimo, anche 1-2 metri. È il mini-idroelettrico, e richiede una struttura a bassa potenza capace di sfruttare anche solo ruscelli e piccoli corsi d’acqua.
Tra le energie rinnovabili l’idroelettrica è anche quella a minor costo al KW/h (costo medio 0,02 – 0,10 €/kWh), rispetto ai valori della produzione di energia solare (0,05 – 0,16 €/kWh), da biomasse (0,05 – 0,15 €/kWh) e la energia geotermica (0,05 – 0,15 €/kWh). Certo, anche l’energia eolica è conveniente, con il suo costo medio di 0,03 – 0,08 €/kWh, ma ha il problema di essere incostante e subire variazioni per la velocità del vento, la dimensione e l’efficienza delle turbine, oltre agli alti costi di installazione e manutenzione.
In generale, le fonti rinnovabili comportano bassi costi ambientali (fino a 100 volte meno delle fonti fossili). Se vogliamo dunque capire cosa si cela dietro il mini-idroelettrico, chiamato anche mini-idraulico, scopriremo che la categoria è molto ampia, purchè la centrale idroelettrica abbia una potenza inferiore a 10 MW.
Come funziona un impianto mini-idroelettrico
I piccoli impianti idroelettrici hanno la peculiarità
Non serve certo una diga con le condotte forzate per questo piccolo impianto, basta sfruttare la corrente naturale del corso d’acqua o un piccolo salto di quota presente in un torrente per la rotazione della turbina e la produzione di energia meccanica. Un generatore la trasforma poi in energia elettrica.
In breve, si usa l’energia potenziale dalla corrente naturale di un corso d’acqua per ottenere elettricità.
Un piccolo impianto potrà inserire la turbina direttamente nel corso d’acqua, quelli più potenti richiedono comunque alcune opere per prendere l’acqua dalla corrente, come canali di adduzione, vasche di carico, condotte forzate, che restituiscono sempre al torrente più a valle. La potenza massima di un im pianto di mini-idroelettrico è di 100 kW.
Vantaggi del micro-idraulico
La produzione con questo tipo di impianto micro-idroelettrico non ha impatti ambientali come deviazioni e sbarramenti del corso d’acqua e non ne limita la portata.
L’aspetto normativo prevede pochi permessi per la costruzione e lo sfruttamento di una risorsa idrica pubblica. L’articolo 12 del DL 387/2003 dice che al di sotto dei 100 kW (fino a 5 kW è una pico-centrale, da 5 kW a 100 kW è micro), è possibile usare la PAS (Procedura abilitativa semplificata) per costruire le opere necessarie al micro-impianto, ma basta una comunicazione al Comune per il pico-idroelettrico. Si deve inoltre pagare un canone trentennale a seguito della concessione di sfruttamento delle acque pubbliche superficiali a fini energetici al Comune o alla Privincia.
Gode di incentivi, con le procedure di qualsiasi impianto da fonti alternative. Se di potenza inferiore a 20 kW non può essere venduta, ma auto-consumata, ma ha il vantaggio di non avere tassazioni. Se la potenza è tra 20 e 100 kW, è tassato per la frazione d’energia venduta, ma usufruisce delle incentivazioni (Tariffa omnicomprensiva, oppure Certificati Verdi, entrambi della durata di 15 anni).
Il costo delle opere è contenuto e un micro-impianto permette di dare energia ad aree isolate o non collegate alla rete di distribuzione elettrica nazionale.
Quali sono i limiti del mini-idroelettrico
Permessi e norme possono essere limitanti per chi, privato cittadino, volesse realizzare un impianto con queste caratteristiche. Si devono sempre ottenere le autorizzazioni e rispettare le normative ambientali. Il tutto è complicato da una bassa accettabilità sociale, dovuta alle poche conoscenze riguardo questa fonte energetica idroelettrica e al ricordo di alcuni grandi incidenti del passato legati alle dighe per le grandi centrali.
Inoltre, la potenza prodotta da un mini-impianto è piuttosto bassa e la produzione di energia è legata alla disponibilità e alla portata d’acqua, che può variare a seconda delle condizioni meteorologiche e stagionali.
Infine, ci sono dei costi legati alla connessione alla rete elettrica nazionale del mini-impianto.
Esempi di mini-idroelettrico
A Cerano, in provincia di Novara, la Frendy Energy ha inaugurato proprio in questi giorni la prima centrale in grado di sfruttare l’energia dell’acqua con una tecnologia rivoluzionaria che sfrutta un salto d’acqua di appena 2 m. Minimo sforzo, massimo risultato verrebbe da dire, visto che il nuovo impianto è in grado di ottenere una potenza costante pari a 160kW che equivalgono a oltre 1 GWh all’anno.
La nuova centrale abbatte l’ultima frontiera in materia di energia idroelettrica, fino a poco tempo ancora poco accessibile su scala ridotta: niente più centrali imponenti, dighe e opere monumentali, adesso i singoli cittadini potranno avere accesso a questa risorsa energetica con micro impianti costruiti a ridosso di canali e piccoli corsi d’acqua dal salto di appena 1,5 m.
Leggi anche: Energia idroelettrica, la prima fonte rinnovabile della storia
Grazie alla nuova tecnologia possono essere sfruttati anche vecchi mulini abbandonati, canali di irrigazione o acquedotti già in funzione.
A Gioia del Colle (BA), ad esempio, è stata inaugurata pochi mesi fa una mini centrale da 6 MW che sfrutta un piccolo salto d’acqua all’interno dell’acquedotto comunale.
Il futuro dell’elettricità ottenuta da fonti pulite sembra virare con decisione sul modello ‘micro’ e abbandonare definitivamente la programmazione infrastrutturale su grande scala. Un po’ come avvenuto con il mini-fotovoltaico, infatti, questa inversione di tendenza potrebbe fornire un ulteriore spinta al modello di produzione distribuita e permettere al nostro paese di compiere quel salto di qualità in chiave energetica che cittadini, amministrazioni locali ed Europa stessa aspettano con ansia.
Fonti e bibliografia
Il micro-idroelettrico per la produzione di energia rinnovabile
Dossier Micro-Idroelettrico
Altre informazioni
Energie rinnovabili su piccola scala, leggi anche:
Ultimo aggiornamento il 18 Giugno 2024 da Rossella Vignoli
Un commento