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Tutto sul pettirosso, l’uccellino simbolo dell’inverno

Dai colori inconfondibili, è molto territoriale e ha un carattere piuttosto aggressivo

Piccolo e grazioso, a tutti sarà capitato di osservare un pettirosso saltellante nella neve o ascoltare il suo canto melodioso.
Tra miti e leggende, questo delizioso uccellino annuncia l’arrivo dell’inverno ed è il simbolo di speranza, ottimismo e della vita che riesce a resistere alle difficoltà.
Andiamo a scoprirlo più da vicino, conoscendone caratteristiche, abitudini e comportamenti.

Tutto sul pettirosso, l’uccellino simbolo dell’inverno

Pettirosso, caratteristiche

Il pettirosso è un piccolo e simpatico uccello canoro passeriforme.

Classificato da Linneo con il nome Erithacus rubecul, appartiene alla famiglia dei Muscicapidae ed è molto diffuso in Europa. Vive prevalentemente nei boschi di conifere, ma lo si può incontrare anche di frequente anche in altri habitat, anche quelli urbani.

Le sue piume sono marroni, ad eccezione della zona del ventre che è bianca. La caratteristica colorazione rosso-arancio, a cui fa riferimento il nome, è peculiare degli esemplari adulti che la sfoggiano su petto e fronte. I giovani invece ne sono sprovvisti.

È piccolo, con il petto pieno e il capo piccino. Può raggiungere 14 cm di lunghezza e un’apertura alare di circa 20 cm. Di peso, raggiunge al massimo 20 grammi.

Vive di media 3-4 anni e, nonostante le piccole dimensioni e l’aspetto grazioso, ha un carattere piuttosto spavaldo e sfrontato, in alcune situazioni può arrivare ad essere particolarmente aggressivo, combattivo e territoriale.

Il pettirosso è un uccello che vola basso e percorre brevi distanze con la coda alzata. Sul terreno si muove saltellando e muovendo ali e coda. Spesso si avvicina all’uomo senza paura.

pettirosso

Pettirosso, diffusione

Si tratta di una specie diffusa in tutta Europa fino al Circolo Polare Artico e dall’Atlantico ai Monti Urali. In Asia Minore, Canarie e Iran si possono trovare delle sottospecie. Privilegia le aree alberate non troppo dense, fresche, umide e ombrose, caratterizzate da esemplari di altezza medio-alta, e porzioni di terreno scoperto.

Evita gli ambienti scoscesi asciutti, le paludi con bassa vegetazione e gli spazi troppo aperti.

Più frequente nei boschi di latifoglie, lo si può trovare anche in parchi e giardini. È comunque dotato di una buona capacità di adattamento e, in caso di necessità, si adatta ad utilizzare quasi tutte le tipologie boschive.

Pettirosso, habitat

Il suo habitat naturale è dato dai boschi di conifere, ma riesce ad adattarsi anche a zone urbane e abitate dall’uomo, come siepi, parchi, giardini e boschetti. Ciò accade soprattutto in inverno, per la necessità di reperire cibo.

Pettirosso, femmina

Le femmine sono leggermente più piccole rispetto ai maschi, ma non di molto. La differenza più evidente sta nel colore del piumaggio: il maschio è più scuro con il petto di un evidente color rosso brillante e una macchia bianca sopra il becco; le femmine invece sono marroni, con il petto più tendente a un rosso-arancio ruggine e la parte sottostante bianca.

Una ulteriore divergenza tra maschio e femmina la si può notare nel loro diverso comportamento riguardo il nido. È la femmina che lo costruisce con muschio, ragnatele e fibre animali, mentre il maschio impedisce agli altri uccelli di avvicinarsi alla zona.

Una volta deposte le uova, sono le femmine che si siedono per covarle mentre i maschi forniscono il cibo alla compagna in modo che possa tenere le uova sempre al caldo e al sicuro.

Pettirosso, accoppiamento

Il pettirosso tende a formare una coppia stabile. Vediamo come avviene il rito dell’accoppiamento. In primavera, una femmina penetra nel territorio di un maschio, il quale – per la sua indole fortemente territoriale – si avvicina minaccioso all’intrusa sollevando testa e coda, e gonfiando il petto. Inizialmente, anche la femmina resta un po’ sulle sue, mantenendo le distanze e svolazzando intorno al maschio. Poco alla volta i due si abituano alla reciproca presenza e il maschio inizia a offrire del cibo alla nuova compagna. Ecco che il rapporto viene così a consolidarsi.

pettirosso

Pettirosso, nido

La nidificazione avviene in diversi periodi dell’anno e per l’occasione il pettirosso costruisce nidi perfetti, dalla forma tonda, come una piccola coppa rotonda fatta di steli intrecciati, imbottito di foglie, piccole radici, muschio o peli.

Il nido viene costruito tra le spaccature dei tronchi d’albero, ai piedi delle siepi, in una piccola cavità vicino al suolo, ben nascosto tra foglie di edera e addirittura anche all’interno di oggetti dismessi e abbandonati dall’uomo (tubature, scarponi, scatoloni…)

Depone le uova (in genere 6) una o due volte all’anno (la prima covata avviene attorno ai mesi di aprile-maggio). Quando la femmina depone la seconda covata, il maschio si occupa di nutrire i piccoli già nati. Due settimane dopo la schiusa delle uova, i piccoli sono in grado di prendere il volo.

Pettirosso, alimentazione

Ha una dieta così variegata che può essere considerato quasi onnivoro. Si nutre principalmente di piccoli molluschi, lombrichi, lumache, insetti e larve, ma è ghiotto anche dei frutti che offre il bosco: bacche, more, ribes, mirtilli, fragole e lamponi.

Cattura gli insetti prevalentemente a terra ma speso anche in volo.

Pettirosso, carattere

Nonostante le piccole dimensioni e il suo aspetto grazioso e delicato, il pettirosso è tutt’altro che calmo e mansueto. Ha infatti un carattere aggressivo e battagliero che diviene molto evidente in caso di intrusioni nel suo territorio. Non ha infatti abitudini gregarie ed è molto territoriale.

Chi osa avvicinarsi alla sua zona viene cacciato in malo modo. I segnali di avvertimento sono: gonfiare e mostrare il petto color fuoco in maniera minacciosa, scuotere ali e coda, oscillare da una zampa all’altra ed emettere un fraseggio del proprio canto. Questi segnali aumentano di intensità fino a quando l’intruso non se va. Il senso di territorialità si accentua quando condivide il territorio con la propria compagna.

Pettirosso, migrazione

Per quanto riguarda la migrazione del pettirosso, non è possibile fare un unico discorso generico. Occorre infatti considerare le diverse zone dove il volatile vive per gran parte dell’anno.

In Italia, soprattutto nelle zone di pianura, vediamo il pettirosso soprattutto in autunno e in inverno.

Questo perché le nostre popolazioni stanziali di pettirosso nidificano nei boschi di latifoglie e di conifere della penisola italiana, concentrandosi in primavera soprattutto in montagna e collina. Con i primi freddi autunnali, abbandonano queste zone per spostarsi nelle campagne e nelle città, in cerca di luoghi più miti e di più facili fonti di cibo.

Ma i pettirosso sono diffusi anche in altre parti del mondo, non solo in Italia.

Le popolazioni scandinave, baltiche e dell’Europa orientale, con l’arrivo dell’inverno, si spostano verso sudovest alla ricerca di aree più miti.

I pettirossi delle Isole britanniche, del centro e del sud dell’Europa non si muovono dalle loro zone, al massimo compiono movimenti migratori a corto raggio.

Le principali zone di svernamento di questi volatili sono il Nord Africa occidentale, il bacino del Nilo e le aree israelo-palestinesi. Qui i pettirossi trascorrono i mesi invernali ma non nidificano. Ripartono poi a inizio primavera, per fare ritorno nelle loro aree riproduttive europee.

Pettirosso, leggenda

Varie sono le leggende legate alla figura del pettirosso.

Una di queste, di matrice cristiana, narra che questi uccellini in origine erano completamente grigi, fino a quando, uno di loro, tentò di liberare Gesù crocefisso dalla corona di spine macchiandosi di sangue. In segno di riconoscenza, Gesù decise di lasciare all’uccellino la particolare colorazione, così che tutti potessero riconoscere la sua bontà e la sua generosità.

Un’altra leggenda è invece associata al Natale. Anche secondo questa leggenda, i pettirosso erano in principio tutti grigi. Durante la notte, uno di questi uccellini si accorse che il fuoco che riscaldava la stalla della Sacra Famiglia a Betlemme stava per spegnersi, e così iniziò a sbattere le ali per ravvivare il fuoco. Il mattino seguente, a questo uccellino venne regalato un petto rosso, in segno di ringraziamento dell’amore dimostrato verso il Bambin Gesù.

Pettirosso, simbologia

Simbolo della vita che resiste all’inverno. Segno di rinascita e di rinnovamento, il pettirosso porta con sé speranza, ottimismo e buoni auspici per l’anno nuovo.

I popoli del nord lo considerano uno dei simboli di Thor, il dio del tuono, portatore di nuvole, fulmini e tempeste.

Pettirosso, disegno

Nel XIX secolo, poiché gli osservatori inglesi iniziarono ad osservare la presenza di questo uccellino nei mesi più freddi dell’anno, in Inghilterra, cominciarono a diffondersi cartoline natalizie decorate con immagini di pettirossi in stile vittoriano, che ben presto si diffusero in tutta Europa.

Successivamente, il pettirosso divenne anche un’icona romantica, spesso utilizzata per le illustrazioni d’amore.

Pettirosso, canto

Scrittori, poeti e musicisti sono stati sempre ispirati dal melodioso canto del pettirosso.

Chopin tentò di imitarlo nella Grande Polonaise brillante, da qui il soprannome del pettirosso indicato come “Chopin dell’aria”. La poetessa americana Emily Dickinson, poetessa americana, ha invece dedicato a questo grazioso uccellino uno dei suoi versi più noti.

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Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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