Ambiente

Cos’è il mestiere di ambientalista

Scopriamo le caratteristiche, la missione ed i molti rischi a cui vanno incontro gli attivisti ambientali

Cos’è il mestiere di ambientalista? Approfondiamo la figura dell’attivista ambientale, le sue caratteristiche  ed i rischi che l’attivismo comporta.

Cos’è il mestiere di ambientalista

Cos’è il mestiere di ambientalista

La conferenza sul clima ha distinto finalmente la figura degli attivisti ambientali dagli altri difensori di diritti umani, come quelli per la libertà di espressione e all’autodeterminazione dei popoli.

L’ambientalista è una forma di attivismo, anche professionale, a favore dell’ambiente, e può essere un professionista con una formazione specifica, un volontario, un cittadino impegnato in azioni quotidiane per la sostenibilità.

Cosa fa l’ambientalista

A tutti verrà in mente Greta Thunberg e le sue manifestazioni del venerdì per spingere i ragazzi come lei a prendere coscienza e fare qualcosa per il futuro del Pianeta, saltando la scuola. In realtà, le attività in cui si impegna un ambientalista sono diverse e molto più articolate, facendone ausi un mestiere:

  • Ricerca scientifica: esegue o analizza studi sull’ecosistema, sul clima, sull’inquinamento e le sue conseguenze, per comprendere meglio le problematiche ambientali e trovare soluzioni. Questo include biologi, ecologi, climatologi, chimici ambientali…
  • Advocacy e lobbying: influenza le politiche pubbliche e le decisioni aziendali a favore della protezione ambientale, attraverso campagne di sensibilizzazione, petizioni, lobbying e azioni di advocacy
  • Educazione ambientale: sensibilizza e informa le persone sulle questioni ambientali, promuovendo comportamenti sostenibili attraverso programmi educativi, workshop, conferenze e attività di divulgazione.
  • Conservazione e gestione delle risorse naturali: lavora per proteggere e gestire in maniera sostenibile le risorse naturali, come foreste, acqua, suolo e biodiversità, dunque anche una guardia forestale oppure il gestore di un parco naturale può essere un ambientalista
  • Attivismo ambientale: partecipa alle proteste ed alle manifestazioni e anche a delle campagne di disobbedienza civile, per richiamare l’attenzione sulle questioni ambientali e chiedere un cambiamento
  • Consulenza ambientale: fornisce consulenza ad aziende e organizzazioni su come ridurre il loro impatto ambientale e adottare pratiche sostenibili
  • Giornalismo ambientale: informa il pubblico sulle questioni ambientali attraverso articoli, reportage e documentari
  • Sviluppo sostenibile: progetta e implementa soluzioni innovative per uno sviluppo economico e sociale che rispetti l’ambiente e le risorse naturali

Queste persone si impegnano volontariamente e attivamente, a diversi livelli e con diverse modalità, per tutelare l’ambiente e per un futuro sostenibile. Per questo spesso sono persone giovani e idealiste che vogliono cambiare il modo di gestire la problematica del cambiamento climatico finora portato avabti dai Governi.

Non esiste un percorso unico per diventare ambientalista, ma la passione per la Natura, gli animali, la preoccupazione per la conservazione delle risorse e la consapevolezza delle sfide da affrontare sono forti e spingono all’azione.

l rischi dell’ambientalista

Gli attivisti per la difesa dell’ambiente, soprattutto quelli che lavorano in prima linea, sono esposti a una serie di rischi la cui gravità dipende dal contesto geografico, dal tipo di attività svolta e dal livello di conflitto presente nella zona.

Rischi fisici dell’ambientalista

Spesso sono pericoli fisici perché l’attivismo si svolge in cortei, manifestazioni, azioni di disobbedienza in cui la Polizia o altre forze dell’ordine possono intervenire, e possono essere possibili azioni di ritorsione di gruppi, enti o persone a cui si vanno a intaccare gli interessi:

  • Violenza fisica: aggressioni, minacce, intimidazioni, rapimenti e persino omicidi da parte di coloro i cui interessi economici sono minacciati dall’attivismo ambientale (ad esempio, aziende che sfruttano illegalmente risorse naturali, bracconieri, trafficanti di legname, ecc.).
  • Arresto e detenzione arbitraria: in alcuni paesi, si può arrestare e detenere ingiustamente con accuse pretestuose l’attivista così da silenziarlo o neutralizzare il suo gruppo
  • Incidenti sul lavoro: chi lavora sul campo, ad esempio nella protezione delle foreste o nella pulizia di aree inquinate, può essere esposto a incidenti
  • Esposizione a sostanze tossiche: chi indaga sull’inquinamento o lavora in aree contaminate può essere esposto a sostanze chimiche pericolose per la salute
  • Condizioni di lavoro difficili: si possono spostare in ambienti remoti e difficili, con scarse infrastrutture e risorse limitate

Rischi legali dell’ambientalista

I pericoli legati a possibili pendenze legali con enti, governi e aziende sono più che possibili.

  • Cause legali pretestuose (Strategic Lawsuit Against Public Participation): aziende, gruppi, governi possono intentare cause legali per intimidire e silenziare gli ambientalisti, sfruttando le lungaggini e i costi dei processi legali
  • Criminalizzazione della protesta: in alcuni paesi, le leggi possono essere utilizzate per criminalizzare le proteste ambientaliste e reprimere il dissenso
  • Restrizioni alla libertà di espressione e di associazione: in alcuni Paesi ci sono delle limitazioni alla possibilità di organizzarsi, di comunicare e di difendere le idee sull’ambiente

Rischi psico-sociali dell’ambientalista

Anche a livello sociale un attivista può andare incontro a diverse situazioni difficili:

  • Stress e burnout: l’impegno costante per la difesa dell’ambiente, spesso in contesti difficili e con risorse limitate, può portare a stress, esaurimento emotivo e burnout
  • Stigmatizzazione sociale: possono essere stigmatizzati e isolati per le loro posizioni, specialmente in alcuni Paesi e comunità molto tradizionaliste
  • Minacce e intimidazioni online: cyberbullismo, campagne diffamatorie e minacce online sono mezzi per manipolare la salute mentale ed il benessere di un attivista

Rischi economici dell’ambientalista

Oltre ad una serie di sfide burocratiche e legali, non mancano anche possibili ritorsioni sulla vita privata e come individui:

  • Perdita del lavoro: è possibile perdere il lavoro a causa del proprio attivismo, soprattutto se questo si scontra con gli interessi del datore di lavoro
  • Difficoltà a trovare finanziamenti: le organizzazioni ambientaliste possono incontrare difficoltà a reperire fondi per le proprie attività, soprattutto se operano in contesti controversi

È importante sottolineare che i pericoli di chi si dedica alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente non sono uguali nel mondo, ma ci sono Paesi più pericolosi di altri.

Qualche numero per spiegare i pericoli a cui vanno incontro gli ambientalisti

Si può parlare di autentica strage di attivisti ambientali in tutto il Mondo. Il rapporto Deadly Environment mostra che nel 1994 ci sono state 116 uccisioni in 17 paesi. Ovvero una media di oltre 2 vittime a settimana, con il numero dei giornalisti uccisi raddoppiato solo nell’ultimo anno. Il Paese dove si consumano di più è l’Honduras, con 111 omicidi dal 2002.

Bisogna poi aggiungere che non esistono stime ufficiali di questi omicidi, giacché gli autori degli stessi sfuggono alle investigazioni. Del resto, i mandanti sono grandi possidenti, affaristi, politici e la criminalità organizzata. Poi ci sono le minacce di morte, i sequestri, le torture. Molti attivisti vivono già in comunità remote, povere, con accesso limitato ai media e alla giustizia. Pertanto per loro è complicato denunciare e difendersi.

Ecco alcuni esempi di attivisti ambientali uccisi lo scorso anno: Atilano Roman Tirado è stato sparato mentre conduceva il suo programma settimanale in radio. La sua battaglia era in favore di 800 famiglie contadine allagate dalla costruzione di una diga. Nel settembre, in una regione remota dell’Amazzonia, Ucayali in Perù, sono stati assassinati quattro attivisti: Edwin Chota Valera, Leôncio Quincima Meléndez, Jorge Ríos Pérez e Francisco Pinedo. Fu ucciso da boscaioli illegali che li accusavano di aver invaso il loro territorio. Daniele Humberto Sanchez Avendaño, colombiano di soli 19 anni, fu trovato morto assassinato il 7 ottobre. Aveva già subito ripetute minacce.

Quali sono invece  le aree più colpite dal problema? L’America Latina in particolare, soprattutto per la difesa dell’Amazzonia. I Paesi sono Honduras, Brasile e Colombia. Segue l’Asia, con le Filippine in testa. In Africa invece la difesa riguarda gli animali, uccisi dai bracconieri per sottrarre avorio. Nel 2014, il Paese che ha registrato i maggiori omicidi è stato il Brasile con 29. La Colombia è secondo con 25 omicidi. Terze le Filippine con 15 morti. Seguono un po’ più indietro Congo, Mozambico e Bangladesh.

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Ultimo aggiornamento il 26 Novembre 2024 da Rossella Vignoli

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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