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Levriero arabo, conosciuto anche come sloughi, è un cane nordafricano snello ed intelligente

Il Levriero arabo, conosciuto anche come Sloughi, è originario del Nord Africa. Si caratterizza per le sue grandi dimensioni e il corpo atletico, ma anche per il portamento elegante ed il carattere riservato. Nel passato era usato per la caccia, ma è un animale molto tenero e affettuoso. Conosciamolo meglio.

Levriero arabo, conosciuto anche come sloughi, è un cane nordafricano snello ed intelligente

Levriero arabo o Sloughi, che cane è

Questo cane è subito riconoscibile. Atletico, di medie dimensioni, dal pelo corto e liscio, arti secchi, occhi grandi e scuri dall’espressione morbida e malinconica, lunga coda ricurva ed allungata, piedi sottili, collo lungo ma ben proporzionato, che termina in orecchie dritte e muso affusolato.

L’atteggiamento nobile e l’aria un po’ distante, assieme al portamento elegante, ne fanno un compagno di grande effetto scenico.

Questo cane di taglia grande si caratterizza per elevata intelligenza e docilità. Fedele al suo padrone, coccolone, poco socievole, ma educato, è un perfetto compagno di vita, sebbene nel passato fosse più utilizzato come un cane da caccia, perchè è veloce e resistente.

È infatti un inseguitore robusto, ma elegante, dal corpo aerodinamico, non troppo muscoloso eppure forte. Non è un cane fragile, nonostante sia piuttosto magro.

Origini del levriero arabo

Lo Sloughi è un’antica razza di levrieri originaria della regione che comprende Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, dove era molto apprezzata per le sue capacità venatorie, la velocità, l’agilità e la resistenza sulle lunghe distanze.

In passato era utilizzata per la caccia alla lepre del deserto, alla volpe del deserto, allo sciacallo, alla gazzella, allo struzzo, al cinghiale e alla iena.

Levriero arabo

Il primo esemplare è arrivato in Europa alla fine del XIX secolo e nel 1935 la razza è stata ufficialmente riconosciuta dalla Federazione Internazionale Canina.

L’allevamento si è sviluppato notevolmente negli ultimi 50 anni in Europa. Il primo Sloughi è stato importato negli Stati Uniti nel 1973.

Ha rischiato l’estinzione, ma dopo gli anni ‘60 è stato ripopolato in Europa e Americhe, dove la sua presenza è ora stabile. Oggi, la maggior parte degli Sloughi americani discendono da levrieri francesi, olandesi e tedeschi, che a loro volta discendono da quelli importati da Marocco, Tunisia, Libia e Algeria.

Lo standard FCI prevede che i suoi colori siano:

  • il sabbia, anche carbonato (cioè con due colori del mantello sovrapposti di cui uno sfumato),
  • il tigrato, sia chiaro che scuro, ed entrambi talvolta con maschera
  • il focato, ovvero un mantello bicolore, nero o marrone, con macchie rosse vivace.

Saluki o Levriero persiano e Levriero arabo: differenze

Il saluki è invece il levriero persiano. Fa dunque parte dello stesso gruppo, ed è la più antica delle razze canine conosciute del mondo arabo.

Resti mummificati di questi levrieri sono stati trovati in molte tombe di alti dignitari dell’antico Egitto. Si ritiene che il suo nome derivi dalla città di Saluk in Arabia.

Rinomato per la sua bellezza, eleganza e velocità, è infatti un sighthound, ovvero un ‘cacciatore a vista’. In Medio Oriente è stato a lungo sinonimo di ricchezza, tanto da essere offerto in dono agli ospiti illustri.

Levriero saluki

Il Saluki è stato introdotto in Europa attraverso i viaggi dei diplomatici, soprattutto inglesi. Il primo riconoscimento ufficiale fu registrato in Inghilterra nel 1923.

Può avere un mantello a pelo corto o lungo, a differenza del levriero arabo che ha solo il pelo raso. Inoltre le sue orecchie sono pelose e pendule, a differenza di quelle più dritte e a pelo raso dello Sloughi.

Azawakh o levriero africano e Levriero arabo: differenze

L’Azawakh o Levriero africano, è una razza di levrieri originaria dell’Africa. Il suo nome deriva da una valle situata tra il Niger e il Mali, dove è ancora usata da alcuni popoli nomadi per allertare i campi in caso di avvicinamento o intrusione.

È anche noto per essere particolarmente veloce e resistente. Può raggiungere una velocità di 65 km/h, il che lo rende un cacciatore efficace per rallentare la fuga delle gazzelle.

L’Azawakh è stato introdotto in Europa negli anni ’70. Originariamente si chiamava Sloughitouareg per la sua somiglianza con la razza Sloughi. Oggi è essenzialmente conosciuto come Azawakh, ma a volte viene chiamato Sahel Sighthound, Mali Sighthound o Oska.

Simili per struttura fisica e pelo corto, il Levriero arabo è meno veloce e un po’ più piccolo.

Tazi o Levriero afgano e Levriero arabo: differenze

Il Tazi, o Levriero afgano, è una delle razze di levrieri più famose. La sua origine è talmente antica da essere soprannominata ‘il cane dell’Arca di Noè’.

Molto apprezzato dalle corti reali di vari Paesi, era particolarmente amato dai coloni inglesi, che lo usavano come messaggero o guardiano di postazioni militari quando erano in India.

Fu poi importato nel Regno Unito alla fine del XIX secolo, dove iniziò a essere riprodotto. Il Tazi è stato spesso utilizzato anche per la caccia alla selvaggina grossa, grazie alla sua velocità e intelligenza.

Oggi partecipa soprattutto a concorsi di bellezza grazie al suo lungo e setoso mantello e alla sua impareggiabile eleganza. Si differenzia dallo Sloughi proprio per il pelo, che quest’ultimo ha corto, mentre il Tazi ha bello lungo e le orecchie pendule, con un muso più allungato.

La vita media del Levriero arabo

Si tratta di un cane che può vivere a lungo, con un’aspettativa media di 12-16 anni di vita.

Sloughi come cane da guardia

Schiena dritta, longilineo e potente, è in grado di saltare recinzioni senza difficoltà, ecco perché viene anche ritenuto un cane da guardia, essendo oltretutto silenzioso e discreto.

Non è molto territoriale, ma ha un forte istinto predatorio, ed è instancabile ma teme il freddo.

La cura del Levriero arabo

Come molte altre razze, richiede molta attività fisica, specie da giovane ed è fatto per la vita all’aria aperta. Meglio tenerlo in una casa con un grande giardino, sebbene non sia contrario a vivere in un appartamento, purché possa spendere abbastanza energie durante il giorno.

Levriero arabo

Per soddisfare il suo bisogno di correre, possono essere utili pratiche come canicross, agility.

Giocherellone ed indipendente, è paziente con i bambini e sa relazionarsi positivamente con gli altri cani, ma è diffidente con gli estranei.

Lo Sloughi è un animale con cui è molto facile vivere. Di natura calma e serena, non crea problemi, neppure per un’assenza prolungata dai padroni. In presenza di estranei il Levriero arabo adotta un comportamento non accogliente, senza essere aggressivo.

La dieta e la salute del Levriero arabo

Lo Sloghi non richiede grosse attenzioni dal punto di vista alimentare; non sono dei cani particolarmente golosi, ma possono avere allergie.

Devono essere nutriti con carne magra, carboidrati e verdure verdi. La razione giornaliera adeguata dipende dall’età, dall’attività fisica e dal peso.

Sebbene siano introversi per natura, hanno un carattere forte. L’istinto di caccia può prendere il sopravvento in qualsiasi momento, spingendolo a mettere da parte il suo pasto per seguire una pista o una preda.

È anche difficile convincerlo con dei dolcetti per insegnargli come comportarsi.

Dal punto di vista della salute, non soffre di alcuna patologia particolare. Bisogna solo impedirgli di correre dopo il pasto, in modo che lo stomaco non si rivolti.

Può soffrire di mielopatia degenerativa, una malattia genetica del sangue che interessa diverse razze di cani, per cui si consiglia uno screening immediato in allevamento o dal veterinario.

Levriero arabo: allevamento

 

Il prezzo del Levriero arabo

È comunque un cane raro e molto apprezzato, pertanto il prezzo potrebbe oscillare intorno ai 1.000 euro; potrebbero inoltre servirvene 40 al mese, di media, per il suo mantenimento.

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La Ica

Web editor freelance per portali e siti che si occupano di viaggi, lifestyle, moda e tecnologia. Districatrice di parole verdi per TuttoGreen dal maggio 2012, nello stesso anno ha dattiloscritto anche per ScreenWeek. Oggi, pontifica su Il Ruggito della Moda, scribacchia di cinema su La Vie En Lumière, tiene traccia delle sue trasvolate artistiche su she)art. e crea Le Maglie di Tea, una linea di magliette ecologiche.

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