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Un curioso mammifero simile al formichiere ma ricoperto di scaglie: il pangolino!

Il pangolino è uno di quei animali che in pochi conoscono e ancora meno persone saprebbero descrivere con precisione. A guardarlo non sembra esattamente un “tenerone” e il suo aspetto bizzarro e assai particolare non gli conferiscono di certo un grande fascino. In realtà è tutto fuorché aggressivo e assolutamente innocuo per l’uomo.

Un curioso mammifero simile al formichiere ma ricoperto di scaglie: il pangolino!

Quello che apparentemente potrebbe sembrare un armadillo, in realtà è uno dei mammiferi più strani del “Creato”, oggi a rischio estinzione. In passato, visto il suo aspetto e lo stile di vita, veniva classificato nello stesso rodine a cui appartengono il formichiere, l’armadillo e il bradipo ma più tardi si scoprì che non aveva nulla a che fare con questi animali. Ecco tutte le curiosità sul pangolino e quello che c’è da sapere su questo “mangione” dal carattere timido e riservato.

Cos’è un pangolino

Il pangolino è l’unico mammifero vivente con il corpo coperto di scaglie, il ché gli conferisce un aspetto a metà tra il formichiere e l’armadillo. Si tratta dell’unico rappresentante esistente dell’ordine dei folidoti

È un animale notturno molto vorace ma, contrariamente al suo aspetto temibile, è tra i meno aggressivi e pericolosi al mondo.

Certo, stanare formiche  richiede lunghi artigli affilati e i bordi delle sue scaglie sono abbastanza taglienti, ma un graffio involontario è tutto ciò che un pangolino sarà in grado di procurare a chiunque tenti di avvicinarlo o prenderlo in braccio.

Cosa mangia

La sua dieta è basata soprattutto sul consumo di termiti formiche, di cui è veramente ghiotto: è capace di divorarne 20.00 al giorno, una quantità pari a 2,5 etti. Un trend da vero sterminatore!

Per queste sue abitudini alimentari particolari, assomiglia molto al formichiere, sebben non sia nemmeno un suo lontano parente.

Dove vive

Abita le zone tropicali dell’Asia meridionale e del Sudest asiatico. Alcuni esemplari sono stati avvistati anche in diverse regioni dell’Africa sub-sahariana. Un tempo questo animale era molto più diffuso anche in Europa e in America settentrionale, ma oggi è considerato un animale a rischio di estinzione.

pangolino

Habitat

Originario dell’Asia meridionale e dell’Africa sub-sahariana, è presente anche in Cina, Filippine e Borneo. Da ciò si desume che il suo habitat naturale ideale è caldo e umido, dove è più facile procurarsi gli insetti di cui è ghiotto.

Esistono moltissime varietà di pangolino: quello delle Filippine, il gigante,  il tricuspide e l’arboreo.

Pangolino cucciolo

Si accoppia di notte o al crepuscolo, quando esce dalla tana per andare a caccia di insetti. Durante la stagione degli amori, i maschi si sfidano a colpi di unghiate e si colpiscono violentemente con la coda. L’esemplare che esce vincitore dai combattimenti, avrà l’esclusiva su tutte le femmine del gruppo.

La gestazione dura 4-5 mesi e, quando nascono, i cuccioli hanno già le scaglie, se pur tenere e non ancora taglienti. Di solito ogni cucciolata va da 1 a 3 esemplari, che si fanno trasportare in giro dalla madre salendole sulla coda.

Il loro aspetto è davvero dolce e buffo. Scattano ad ogni minimo segno di pericolo, tanto sono paurosi. Per trovare protezione si infilano sotto la pancia calda della mamma, che si chiude a riccio su di loro, inglobandoli sotto la potente armatura di scaglie.

Lo svezzamento avviene a 3 mesi , ma anche nel proseguo i cuccioli rimangono con la madre per molto tempo. In media, un pangolino vive 13-20 anni.

Pangolino in inglese

Gli inglesi lo chiamano pangolin, dal malese pang-goling noto anche nelle varianti ‘peng-goling’ o ‘peng-gulung’. In tutti e tre i casi vuol dire letteralmente ‘colui che si arrotola’. In effetti questo bizzarro animaletto corrisponde in pieno alla descrizione, perché ha l’abitudine di arrotolarsi perfettamente su se stesso se si sente minacciato. Questo serve a proteggere l’unica parte del corpo non munita di scaglie: lo stomaco.

I primi ad osservarlo da vicino furono gli esploratori europei, che di primo acchito lo descrissero come ‘carciofo a quattro zampe’. Ma, con il suo carattere docile e bonario, difficilmente si offenderà sentendosi chiamare così!

Estinzione del pangolino

Per cercare di sopravvivere, non potendo contare su molte altre armi di difesa se non le sue scaglie, si arrotola su se stesso e nel corso dei secoli è diventato un animale molto riservato. Non si fa vedere, tende a rimanere nascosto e attorno a lui si è ormai creato un alone di mistero.

L’International Union for Conservation of Nature lo ha inserito nella lista delle specie a rischio. Il suo predatore più temibile è l’Uomo, che in Asia lo caccia per la sua carne prelibata, che costa sul mercato 200 dollari al kg.

Pare che negli ultimi 10 anni, 1 milione di pangolini siano stati cacciati illegalmente dai bracconieri, compromettendo la sopravvivenza della specie in tutti i Paesi in cui è diffusa, da oltre 70 milioni di anni.

Le scaglie del pangolino

La sua pelle è rivestita da scaglie cornee di circa 3-5 centimetri di diametro per proteggere il corpo. Sono fatte di  cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatte le nostre unghie.

Ogni pangolino ne ha circa 10.000 su zampe, testa e coda. Solo lo stomaco e alcune zone della testa non ne sono provviste, ragion per cui l’animale si chiude a palla per proteggersi.

I margini delle scaglie sono piuttosto affilati, specie nella coda: per questa ragione non è esattamente consigliabile accarezzarlo come se fosse un gatto!

Specie di pangolino

Classificato da Linneo in zoologia con il termine manis, è erroneamente conosciuto anche con il nome di ‘formichiere squamoso’. Il genere comprende le seguenti specie:

  • Pangolino delle Filippine
  • Gigante
  • Di Temminck
  • Tricuspide o arboreo
  • Dalla coda lunga
  • Indiano
  • Cinese
  • Del Borneo

pangolino

Pangolino cinese

Lungo appena 40-60 cm, ha una coda che può arrivare a anche 38 cm. La testa è piccola e il muso appuntito. Di colore bronzeo, ha zampe forti, dotate di artigli, che usa per scavare profonde gallerie in cerca dei suoi insetti preferiti. Vive nelle foreste della Cina meridionale e occidentale, in India e in Nepal.

Pangolino nano del Borneo

Questa specie conta ormai ben pochi esemplari, tutti di lunghezza tra 45 e 70 cm. La coda misura 35-65 cm per un peso complessivo che oscilla tra i 3 e 5 kg.

Il colore delle scaglie è marrone-ambrato, mentre la pelle è biancastra. Vive nelle foreste dell’Indocina e dell’Indonesia.

Pangolino gigante

Un esemplare di questa specie può arrivare anche a 2 m di lunghezza e 35 kg di peso. Si distinguono due varietà: quello del Capo (Smutsia temminckii) e quello dalla pancia bianca (Phataginus tricuspis), più piccoli del gigante comune.

Il primo vive anche nelle savane ed è resistentissimo alla siccità. Come gli altri, ha una coda lunga e potente e artigli ben affilati.

Pangolino tricuspide

Il nome deriva dalla caratteristica forma delle scaglie a tre cuspidi. Si tratta di una specie molto piccola, di lunghezza media pari a 33-43 cm. La coda è prensile, la testa piccola, il muso allungato.

Vive nelle foreste dell’Africa sub-sahariana.

Pangolino e armadillo

Di certo si somigliano moltissimo, ma sono due animali molto diversi e per nulla imparentati tra loro.

Gli armadilli sono mammiferi della famiglia Chlamyphoridae, dal corpo tozzo ma privo di scaglie. Anche loro si proteggono facendosi scudo con la parte rinforzata della schiena, ma hanno anche i denti per difendersi o attaccare.

Pangolino domestico

Pur essendo simpatico e docile, non è adatto alla vita domestica e sopratutto al clima europeo. Non è un mammifero addomesticabile, nonostante sia innocuo e pauroso, ed il fatto di essere da sempre cacciato dall’uomo per la carne e le scaglie lo ha reso molto schivo al contatto umano.

Senza considerare che nel nostro Paese, avere un animale del genere sarebbe considerato illegale.

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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