Sai come fare la raccolta differenziata del Tetrapak? Ecco tutto quello che c’è da sapere…
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Come si ricicla il Tetrapak? Il Tetrapak è un brevetto svedese degli anni ’50 di un contenitore per alimenti in carta, alluminio e polietilene. Grazie ad una speciale tecnica di rivestimento plastico della carta è reso totalmente impenetrabile all’aria.
Per questo motivo, è ideale quindi per conservare il latte, i succhi di frutta ed altri liquidi in generale.
I non più giovani ricorderanno con affetto il contenitore del latte in Tetrapak. La sua inconfondibile forma di piramide che vedete nella foto in alto vi dice nulla?
Chissà quante persone si saranno poste il dubbio però su come si ricicla correttamente il Tetrapak. Forse, non sapendo cosa fare, sono soliti gettarlo nella raccolta indifferenziata… E invece no, va effettuata la raccolta differenziata anche per questo prodotto.
Invece il Tetrapak è un materiale assolutamente riciclabile. Vediamo come mai:
Fino a pochi anni fa i contenitori in Tetrapak venivano buttati nei rifiuti indifferenziati. Ora invece, in molti comuni, non solo nei più grandi, è stato attivato un servizio di raccolta e smaltimento.
Come scoprire se nel Comune in cui vivete è attiva la raccolta differenziata per i cartoni per alimenti in Tetrapak?
Una volta capito se il vostro comune è incluso, eccovi i 3 semplici passi da fare per riciclare correttamente il Tetrapak:
Ovviamente il tappo in plastica – se presente – si ricicla altrove, come qualcuno di voi si sarà chiesto. Ora sapete veramente tutto su come fare la raccolta differenziata di questo materiale. Non ci sono più scuse 😉
Vi starete chiedendo che cosa si possa ottenere dal Tetrapak una volta riciclato. La risposta è: tantissime cose! Anche della morbida carta igienica… Leggete qui sotto.
Lucart Group, principale produttore europeo di carte sottili per imballaggi flessibili, ha avviato nel 2013 un ambizioso progetto. Si tratta di un progetto da 10 milioni di euro per ottimizzare il riciclo di tutte le componenti del Tetrapak di cui nelle nostre case frettolosamente ci disfiamo.
Nei due stabilimenti Lucart – uno in Francia, l’altro in Italia, a Lucca – tutto comincia dalla separazione dei materiali. Ogni contenitore viene scomposto nella porzione cellulosica (il 75% del suo peso), e in quella di alluminio/plastica.
L’operazione si realizza tramite un’azione fisico-meccanica, appositamente brevettata, che non prevede l’utilizzo di sostanze chimiche pericolose per l’ambiente.
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Le due parti separate vengono conferite in due contenitori diversi. La cellulosa viene asciugata, nuovamente lavorata, diventa quindi una bobina che sottoposta ad altre lavorazioni diventa carta con diverse grammature, differenti strati di veli e lavorazioni. Un’ottima carta da cucina assorbente, i cui scarti di lavorazione tornano invece utili per la produzione di penne, righelli, pennarelli e altri oggetti di cartoleria.
La parte rimanente del materiale originario, l’alluminio e il polietilene, finisce invece nella mescola che ricopre i pali per gli ormeggi di Venezia.
Un riciclo al 100%, davvero intelligente, il cui ostacolo è rappresentato dall’equivoco sulla raccolta del Tetrapak. Come noto, in alcune città e regioni finisce nel contenitore della carta, in altre viene destinato al sacchetto della plastica.
Manca univocità nei criteri di raccolta, e così molti cartoni finiscono in discarica o nei termovalorizzatori. In questo modo, si “bruciano” tonnellate di materiale prezioso, che invece si potrebbe riutilizzare.
La soluzione potrebbe essere quella di promuovere una raccolta differenziata del Tetrapak. Che ne dite?
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