La Violaciocca è una pianta erbacea tipica dei giardini inglesi. Andiamo oggi alla scoperta di questa pianta molto di moda oltre cento anni fa, che ci può raccontare diverse ed interessanti storie.
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Il nome scientico è Matthiola incana e le fu attribuito dal botanico francese Charles Plumier che ha voluto dedicare la scoperta all’amico, Pietro Andrea Mattioli, medico e botanico senese che curava i giardini di Bernardo II di Cles, un noto cardinale italiano vissuto nel XVI secolo.
Appartiene alla famiglia della Brassicaceae ed è una pianta annuale o biennale di origine europea.
Queste sono le caratteristiche che ve la renderanno facilmente riconoscibile:
Questa pianta ornamentale è particolarmente apprezzata per decorare e abbellire aiuole e giardini. grazie ai suoi caratteristici fiori viola. Si può posizionare anche accanto a zone rocciose e in penombra perché non teme il freddo.
Essendo una tra le piante biennali, si consiglia di seminarla a intervalli regolari, in modo che quando le prime piante muoiono, le altre stiano invece germogliando: così si potrà avere un giardino sempre in fiore.
La specie viene usata per creare degli estratti che hanno proprietà medicinali riconosciute e preparati omeopatici. I semi e le foglie contengono infatti dei glucosidi che hanno proprietà cardiotoniche, ma a dosi elevate producono effetti paralizzanti sul sistema nervoso.
Ha vita breve, in genere il suo ciclo vitale dura poco più di un anno: infatti dopo la produzione dei frutti tendono a disseccare e cadendo torneranno l’anno successivo riproducendosi direttamente dal seme. Se si pianta una volta, è probabile che il giardino si adatti di anno in anno a questa pianta con questa profumata fioritura.
Questa pianta predilige i vecchi muri, le rocce calcaree, è forte e vigorosa. Impiega circa 3 mesi dal giorno in cui viene seminata per arrivare alla fioritura.
La pianta è abbastanza sensibile alle malattie soprattutto per le radici e le foglie che possono presentare rigonfiamenti e muffe.
Tra i batteri è frequente l’attacco dei fitoplasmi che sono causa di ingiallimenti della pianta, sviluppo irregolare e presenza di fiori verdi.
Attenzione, perché la presenza di fitoplasmi è palese solo quando la malattia ha già contaminato la pianta, quindi nel momento della fioritura: unico rimedio è eliminare le piante che presentano fiori verdi.
La Matthiola Incana teme l’attacco di afidi e cocciniglie. Gli afidi rovinano le infiorescenze: ricordarsi che si può intervenire con rimedi naturali come aglio, fatto bollire in acqua, oppure di sapone di Marsiglia diluito in acqua e vaporizzato sulla pianta colpita.
In alternativa, si consigliano cure che prevedono concimazioni, trattamenti antiparassitari e diradamento.
Il nome Matthiola fu attribuito alla pianta dal botanico francese Charles Plumier che ha voluto dedicare la scoperta all’amico, Pietro Andrea Mattioli, medico e botanico senese che curava i giardini di Bernardo II di Cles, un noto cardinale italiano vissuto nel XVI secolo.
Questo era il fiore preferito da Carlo Magno.
Nel linguaggio dei fiori simboleggia la bellezza durevole e la fedeltà, ed è soprannominata «fiore delle api», perché veniva piantata nei pressi degli alveari per attrarre e quindi nutrire le api, essendo il suo fiore molto profumato.
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