Piante e fiori

Tutto sulla zizzania, l’erba della discordia

Dove cresce, che caratteristiche ha e qual è il suo significato simbolico

“Mettere zizzania” e “seminare zizzania” sono espressioni che sentiamo dire spesso. Si tratta infatti di un modo di dire piuttosto usato per indicare chi crea liti e discordia tra altre persone. Nulla, però, nasce per caso: sapevi che la zizzania in origine è un’erba? Si tratta di un’erbaccia infestante che distrugge le coltivazioni di cereali, soprattutto quelle di frumento. Proprio perché si tratta di una malerba, il suo nome è stato traslato in senso simbolico per identificare persone che, volutamente, provocano malignità, dissapori, liti e contrasti.

Tutto sulla zizzania, l’erba della discordia

Che pianta è la zizzania?

La zizzania (nome scientifico Lolium temulentum) è una specie botanica annua che appartiene al genere Lolium. È una pianta erbacea spontanea e infestante. Si diffonde a macchia d’olio. Chiamata anche “loglio cattivo”, è una pianta graminacea che assomiglia al frumento. Anch’essa, infatti, si presenta sotto forma di spiga. Nasce nei campi coltivati e si confonde in mezzo ai cereali. Nuoce ai vegetali che crescono nel terreno circostante e danneggia le coltivazioni agricole. Proprio da questa sua caratteristica nasce il modo di dire “seminare” o “mettere zizzania”, che significa creare scompiglio o far litigare.
In Italia è molto diffusa in tutte le regioni, ma, se ne rileva una maggior concentrazione al Nord.
Già nei tempi antichi era nota la pericolosità di questa pianta infestante.

Caratteristiche

La zizzania o loglio può raggiungere il metro di altezza. Ha delle spighette grandi e piatte, fissate sull’asse della spiga nella parte più stretta. In genere, la gluma è più lunga della spighetta. In Italia sono diffuse 5 specie del genere.

Differenza tra grano e zizzania

Come già anticipato, questa erba somiglia molto al grano. Per questo, è abbastanza difficile riuscire a distinguere l’uno dall’altro. Soprattutto nelle prime fasi di crescita, non c’è molta differenza fra grano e zizzania. Una distinzione chiara la si riconosce al momento del raccolto, quando gli steli sono cresciuti e hanno formato i semi.
A primavera, quindi, è impossibile estirparla perché si confonde con il grano. Poi, invece, al momento della mietitura, si può riuscire a distinguere frumento e zizzania: raccogliere l’uno e bruciare l’altra.

zizzania loglio
Simile al grano come aspetto e per questo anche più difficile da riconoscere ed estirpare.

Zizzania, parabola

La zizzania (Lolium temulentum) è una pianta molto antica. Viene addirittura menzionata nella Bibbia come un’erbaccia che disturba e corrompe. Nel Vangelo c’è infatti la “parabola della zizzania”. Questa parabola parla di una persona cattiva che seminò della zizzania nel campo di una persona buona che aveva piantato sul suo terreno del frumento. Cosa accadde poi? L’uomo buono decise di lasciar crescere l’erbaccia infestante ma, al momento della raccolta, diede ordine ai mietitori di estirparla e bruciarla, salvando così il frumento.

Riportiamo qui di seguito il passo esatto della parabola.

«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio».

Stando alla lettura evangelica, quindi, il grano starebbe a simboleggiare i figli del Regno di Dio, mentre la zizzania i figli del male. Il nemico che l’ha seminata è il diavolo, e la mietitura rappresenterebbe la fine del mondo.

Zizzania, etimologia

Il nome generico, già usato da Plinio, è di etimologia incerta. Tuttavia, la pericolosità di questa erbaccia era ben nota fin dall’antichità. Il termine temulentum, che significa “ubriacante”, si riferisce infatti agli effetti derivanti dall’ingestione di farine contaminate da funghi del genere Claviceps, che possono provocare forti emicranie, vertigini, vomito e oscuramento della vista.

Un altro termine italiano usato per indicare questa pianta infestante è “laglio ubriacante”. In Veneto viene chiamata “imbriàga”. In francese “ivraie”, che deriva da ivresse, che vuol dire sempre ubriacarsi.

Zizzania commestibile

La zizzania non si mangia. Viene quasi sempre estirpata perché il suo seme, pur non essendo velenoso di per sé, viene spesso infettato da un fungo molto tossico. L’eventuale infezione fungina, chiamata ergot, a piccole dosi può provocare allucinazioni; in quantità considerevoli, però, può causare gravi danni al sistema nervoso.

Questo seme è anodino e sedativo, ideale quindi per favorire il riposo. Questa sua caratteristica lo ha reso protagonista di alcuni preparati omeopatici.

zizzania

Chi semina zizzania?

L’espressione “seminare zizzania” viene usata in senso negativo per indicare qualcuno che, con motivazioni spesso futili, ha la cattiva abitudine di causare problemi o disagi alle altre persone, seminando liti e dissapori. Chi ha l’abitudine di come comportarsi in tal modo, spesso provoca anche piacere nel farlo.

Approfondimenti utili

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Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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