Alla scoperta dell’altea, una delle piante officinali più apprezzate
Usata in fitoterapia, in cosmetica, in cucina, ma anche come pianta ornamentale
L’Altea è un’erba molto diffusa e piuttosto utilizzata in erboristeria: è usata come emolliente in caso di tosse e bronchite, ma non solo, come vedremo in questa guida dedicata.
Sommario
Una delle specie erbacee più diffuse nella nostra penisola, ha una fioritura sempre generosa in quantità e colorazioni, tanto da renderla pianta una delle più graziose piante ornamentali. Scopriamola meglio.
La pianta dell’altea
L’Althaea Officinalis si rivela una delle piante officinali con le maggiori proprietà benefiche e curative.
- Stelo. Può crescere fino ad 1,5 m di altezza
- Foglie. Caratterizzata da un fogliame palmato, ruvido al tatto, ha una colorazione che va dal verde più intenso al verde chiaro.
- Fiori. Sono grandi fino a 10 cm, variegati nelle colorazioni (bianca, rosa, rossa, porpora, violetto e giallo) e sbocciano prevalentemente nei mesi più caldi (luglio e agosto) anche se non mancano occasionali fioriture autunnali e tardo-primaverili.
- Temperatura. Predilige climi temperati e umidi, una buona esposizione al sole e terreni incolti, ma con una vegetazione non troppo fitta.
La storia dell’altea
Prodigiosa già nel nome, la parola ‘altea’ deriva dal greco ‘althein’ che significa curare. Le origini dell’uso di questa pianta si perdono nella notte dei tempi e nella credenza che l’altea cadesse sotto l’influsso di Venere, il ché la rendeva perfetta per la cura di tutti i disturbi legati all’apparato riproduttivo, della pelle e della vescica.
Le prime testimonianze scritte sull’altea risalgono al I° secolo aC e sono attribuite a Discoride Pedanio, medico, botanico e farmacista greco. Nel suo De medicinali Materia consiglia l’uso della pianta per la cura dell’apparato urinario, delle malattie respiratorie su piccole ferite o ascessi.
In tempi relativamente più recenti e soprattutto durante il periodo della scuola medica salernitana, l’altea veniva consigliata sotto forma di decotto e sciroppo come antinfiammatorio naturale, particolarmente adatto a patologie di tipo ginecologico.
Le proprietà dell’altea
In effetti è una delle erbe medicinali più ricca di sostanze benefiche attive come il glucosano, la pectina, l’alteina, il galattosio ed è ricca di mucillagini. Grazie a questi principi attivi svolge sull’organismo diverse azioni:
- calmante
- emolliente
- lassativa
- espettorante
- rinfrescante
Si rivela un ottimo coadiuvante in caso di stitichezza, tosse, bronchite, raffreddore, febbre, asma e per la cura delle infiammazioni alle mucose orali.
La presenza di mucillagini, concentrate in grande quantità all’interno delle radici, come la malva, i semi di lino e lo semi di psillio, la rende un lasativo e gastroprotettore molto efficace, che agisce a beneficio della mucosa gastrica, è lenitiva e antispasmodica negli intestini.
Queste mucillagini, in presenza di acqua, si gonfiano e producono un gel viscoso e denso che, una volta ingerito, ha un’azione lassativa ed emolliente.
La radice è utilizzata come rimedio naturale sia per le infezioni della mucosa intestinale dovute a sindrome del colon irritabile, che a virus, sia per l’ulcera gastrica. Viene usata anche per trattare infiammazioni della vescica e reni.
Per quanto riguarda l’uso esterno, viene utilizzata come gargarismo per lenire le infiammazioni della bocca sotto forma di decotto e cataplasma (da 10 a 30 gr per l), ma può essere anche masticata per attenuare i dolori gengivali e utilizzata come decotto per accelerare il processo di guarigione di ascessi o foruncoli.
In fitoterapia si utilizza l’estratto secco nebulizzato e titolato in mucillagini totali mentre in erboristeria la radice secca da assumere sotto forma di infuso, nella posologia di 1 cucchiaino raso (2 gr) per 25 cl di acqua, oppure con la macerazione in 1 cucchiaio in acqua fredda per 1,5 ore. Mescolate ogni mezzora.
Le controindicazioni dell’altea
Generalmente è controindicata a tutti coloro i quali fanno uso di insulina o ipoglicemizzanti, in quanto avrebbe una blanda azione ipoglicemica.
Potrebbe quindi ridurre ulteriormente i livelli glicemici.
I marshmallow e l’altea
La curiosità legata all’altea: la radice dell’altea ridotta in polvere – che ha caratteristiche simili alla gelatina e che mescolata alla chiara d’uovo montata e allo zucchero – permette di preparare una pasta, che una volta cotta diventa il famoso dolcetto gommoso rosa chiamato ’marshmallow’.
Estremamente popolare negli USA (dal nome dell’altea in inglese, marshmallow appunto) dove viene mangiato arrostito, questo dolce è conosciuto anche in Italia (e anche in Francia come guimauve), anche se oggi si produce con sciroppo di glucosio e gelatina.
La ricetta con l’altea
Dell’altea si utilizzano essenzialmente le radici macerate e, in alcuni casi, fiori e foglie essiccate e scorticate.
Proprio grazie alle sue spiccate proprietà emollienti, l’estratto di radice di altea si può trovare in una vasta quantità di prodotti farmaceutici o cosmetici. Per esaltare le virtù calmanti e sedative, ad esempio contro tosse e catarro:
- 8 gr di radice di altea
- 4 gr di foglie di farfaro
- 3 gr di radice di liquirizia
- 2 gr di fiori di tasso barbasso
- 2 gr di semi di anice stellato
- 1 gr di radice di viola mammola
- 25 cl di acqua
Preparazione. Unite la radice di altea alle erbe e fiori e fate bollire 1 cucchiaio di questa miscela in 25 cl di acqua per 15 minuti. Lasciate riposare il decotto per altri 10 minuti e poi filtrate.
Sorseggiate nell’arco della giornata fino ad esaurire la miscela.
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Ultimo aggiornamento il 11 Agosto 2023 da Rossella Vignoli