Piante e fiori

Tutto sulle piante acidofile

Elenco e consigli per la cura e la coltivazione

Cosa sono le piante acidofile? Scopriamo le varietà botaniche che, per crescere in salute e rigogliose, necessitano di un terreno acido, con un valore di pH inferiore a 7. E quali sono e quali accorgimenti adottare per una cura ottimale.

Tutto sulle piante acidofile

Cosa si intende per piante acidofile

Sono specie botaniche che, per crescere bene e in maniera rigogliosa, hanno bisogno di un terreno acido, ovvero avente un valore di pH al di sotto di 7.

Di solito, i terreni torbosi e ricchi di humus hanno proprio questa caratteristica. Il pH del terreno è un elemento molto importante perché va ad incidere sull’assorbimento dei vari elementi nutritivi, come ferro, rame, azoto e zinco.

Quali sono le piante acidofile: elenco

Sono moltissime. È pressoché impossibile farne un elenco esaustivo. In ogni caso, nella grande famiglia di queste piante, possiamo fare delle macro distinzioni tra arbusti, erbacee e alberi.

Arbusti

Ecco i principali arbusti acidofili:

piante acidofile
La Skimmia è un arbusto che necessita di terrerno acido

Bulbose ed erbacee

Ecco le piante bulbose ed erbacee acidofile:

Alberi acidofili

Gli alberi che necessitano di un suolo acido sono questi:

piante acidofile
Tra gli alberi acidofili c’è anche la betulla

Rampicanti

Come curare le piante acidofile

Come s’è visto, queste piante sono piuttosto numerose e varie. In generale, richiedono specifiche accortezze per la coltivazione.

Sicuramente, come il loro nome stesso suggerisce, vanno coltivate usando un terreno a pH acido, che sia anche privo di calcare.

Qualora ci si trovasse in una zona con terreno calcareo, suggeriamo di aggiungere al terriccio degli appositi prodotti formulati con chelati di ferro, che riescono a ridurre notevolmente la capacità di assorbimento di calcare da parte delle radici della pianta.

Irrigazione delle piante acidofile

In generale, vogliono innaffiature abbondanti, ma non molto frequenti: anche ogni 3-4 giorni.

Durante la fase vegetativa delle piante, è bene aumentare la frequenza delle irrigazioni in quanto il terreno delle acidofile deve essere mantenuto sempre umido.

Bisogna fare moltissima attenzione ad evitare i ristagni idrici. Oltre ad essere la prima causa di marciumi radicali, favoriscono anche l’attacco da parte di funghi e parassiti.

Altro dettaglio fondamentale da conoscere e rispettare riguarda la tipologia di acqua utilizzata per le annaffiature.

Vanno annaffiate con acqua dolce, e quindi, acqua piovana o acqua distillata (per intenderci, l’acqua per il ferro da stiro a vapore, ma va benissimo anche l’acqua del condizionatore). L’acqua del rubinetto andrebbe invece evitata del tutto perché, di solito, contiene troppo calcare, che farebbe aumentare il pH del terreno rendendolo alcalino.

Volendo utilizzare l’acqua del rubinetto, bisognerebbe farla controllare e, per sicurezza, farla decantare per minimo 24 ore in modo tale che l’eventuale calcare in essa presente si depositi.

Potatura delle piante acidofile

Vanno potate in primavera, più o meno verso aprile, alla ripresa vegetativa, prima che compaiano i primi germogli, ed anche al termine della fioritura, per eliminare i rami secchi e/o danneggiati o semplicemente sfoltire le chiome troppo fitte e dar loro una forma più composta, regolare e contenuta.

Ecco i passaggi fondamentali per eseguire la potatura.

  • Eliminate i rami malati, secchi, danneggiati o troppo sottili
  • Osservate la forma della chioma e tagliar via i rami che generano un aspetto disordinato
  • Accorciate i rami più vigorosi delle piante giovani, che crescono seguendo una direzione verso l’alto, eseguendo il taglio vicino ad una gemma rivolta all’esterno della chioma
  • Spuntate i rami basali

Quali sono le piante acidofile da giardino

Come visto all’inizio, l’elenco è ricco e vario. Vediamo quali sono le principali per decorare il giardino.

  • Azalea: ne esistono diverse varietà, decidue e sempreverdi. In ogni caso, produce bellissimi fiori profumati e colorati
  • Rododendro: pianta rinomata e diffusa per gli appariscenti fiori colorati
  • Camelia: pianta sempreverde generalmente coltivata a scopo ornamentale, che produce grandi fiori vistosi di vari colori
  • Magnolia: pianta rinomata per i suoi meraviglio fiori. Alcune varietà, come la Magnolia soulangeana, prediligono i terreni acidi
  • Ortensia: arbusto dall’alto potere decorativo che si contraddistingue per le grandi infiorescenze sferiche. A seconda del livello di pH del terreno, il colore dei fiori varia, dalle tonalità cerulee al rosa intenso
  • Erica: arbusto sempreverde dai minuscoli fiori molto decorativi
  • Mimosa: la pianta dai particolarissimi fiori “a pallina”, gialli e profumatissimi, simbolo della Festa della Donna (8 marzo)
  • Felci: piante non fiorite, spesso inserite per dare un tocco di verde nei giardini all’ombra. Vivono bene, infatti, nei luoghi umidi e ombrosi
  • Glicine: rampicante dalla bellissima fioritura a grappolo, contraddistinta da profumatissimi fiori di colore violetto
  • Varietà di pino, come il pino mugo e il pino silvestre
piante acidofile da giardino
Tra le piante acidofile da giardino c’è la magnolia

Quali sono le piante acidofile dell’orto

Non sono solo quelle da impiantare nel giardino o in vaso sul balcone. Ci sono infatti molte colture da orto che necessitano un terreno acido. Vediamo allora quali sono gli ortaggi e i frutti acifodili.

  • Pomodori. Crescono bene in un terreno leggermente acido, con pH compreso tra 5,5 e 6
  • Basilico. Il livello di pH ideale è compreso fra 5,5 e 6,5
  • Prezzemolo. Pur crescendo bene anche nei terreni neutri, dà il meglio di sé nei terricci aventi pH tra 5 e 6
  • Carote. Piuttosto tolleranti in termini di terriccio, preferiscono però quelli con pH da 5,5 a 6
  • Melanzane. Vivono bene anche nei terreni neutri, ma il terriccio ideale è quello con pH compreso tra 5,5 e 6,5
  • Patate. Il terreno deve avere un pH compreso fra 4,5 e 6. Per le patate dolci, il valore minimo di pH deve alzarsi a 5,5
  • Lamponi. Preferiscono un pH di 5,5-6
  • More. Crescono bene nei terreni con pH da 5 a 6
  • Mirtilli. Tra tutti i frutti di bosco, i mirtilli sono i più acidofili; il loro pH ideale, infatti, è compreso tra 4,5 e 5

Qual è il terriccio per piante acidofile

Il terriccio più indicato per le acidofile non deve superare il valore di pH pari a 6.5. In genere, poi, queste piante vanno interrate o sistemate (nel caso della coltivazione in vaso) in posizione ombreggiata o a mezz’ombra.

Come si misura il pH del terreno?

Esiste uno strumento specifico per misurare il livello di acidità del terreno. Si tratta del cosiddetto piaccametro e permette di ottenere risultati precisi. Tuttavia, c’è anche un altro metodo molto efficace ed attendibile e che viene comunemente usato.

Si tratta della cartina tornasole. Basta infatti immergerla in una soluzione composta da acqua distillata e terriccio.

Il risultato ottenuto compare secondo una scala cromatica ed è facile da interpretare. Per avere un risultato il più attendibile possibile, considerare un rapporto di 10 grammi di terriccio in ogni 25 ml di acqua. Inoltre, poiché il terreno non è uniforme, l’ideale è prelevare un po’ di terriccio in 5-6 punti.

Cosa rende un terreno acido

Se dalle analisi ottenute ci si rende conto di essere in presenza di un terreno basico, è possibile acidificarlo. Ci sono vari metodi per rendere più acido un terreno.

  • Gesso (solfato di calcio). Indicato per le zone molto ampie, va distribuito sulla superficie e bagnato in modo che si sciolga. Oltre a rendere più acido il terreno, aiuta anche a migliorare la struttura dei terreni compatti e ad impedire l’assorbimento di eventuali metalli pesanti da parte delle piante stesse. Indicativamente, le dosi raccomandate sono di 7-10 kg ogni 100 mq
  • Mix di torba nera, torba acida di sfagno, argilla e concime. Questa miscela, oltre ad acidificare il terreno, gli conferisce anche una struttura caratterizzata da elevata porosità, areazione delle radici e ritenzione idrica. Inizialmente, provare con 15 sacchi circa per 50 mq di orto o giardino. Misurare poi la differenza ottenuta in termini di pH e, se necessario, ripetere l’operazione aggiungendo dell’altro materiale acidificante
  • Pacciamatura specifica per piante acidofile composta da corteccia o aghi di pino e abete, foglie di quercia e segatura di abete. In ogni caso, sul fondo della buca o sul fondo del vaso, ricordarsi di distribuire un po’ di ghiaia o di argilla così da garantire un buon drenaggio al terreno ed una buona ventilazione
  • Fondi di caffè: metodo di compostaggio naturale per abbassare i livelli di pH del terreno

Che acqua dare alle piante acidofile

Vanno annaffiate con acqua demineralizzata, quella che si usa per il ferro da stiro a vapore o quella del condizionatore.  Come alternativa, può andar bene anche l’acqua piovana. L’importante è non usare acqua calcarea.

Bandita quindi quella del rubinetto che, in genere, oltre al calcare, contiene anche metalli pesanti ed agenti inquinanti in genere.

Come e quando concimare le piante acidofile

All’inizio della stagione primaverile vanno nutrite utilizzando prodotti specifici che presentino le giuste proporzioni fra nutrienti e minerali. Il concime più adatto per questo tipo di piante deve essere ricco di azoto.

Per quanto riguarda la formulazione, per le piante da coltivare in piena terra, si consiglia un concime granulare a lento rilascio, mentre, per le acidofile coltivate in vaso, si consiglia un fertilizzante liquido, da diluire nell’acqua delle irrigazioni.

Nel caso si preferissero i concimi di tipo naturale, quello più indicato è a base di lupini.

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Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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